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Politiche del 25 settembre: gli ingegneri marchigiani chiedono candidati locali

IL NO deciso dei tecnici a personaggi "catapultati" da Roma che non esprimano alcun legame e radicamento nel territorio

 

La corsa alle elezioni per il rinnovo dei due rami del Parlamento è entrata nel vivo e, in questi giorni, impazza il toto candidati sulle figure che si contenderanno i 15 posti complessivi tra Camera e Senato. Sui media locali si rincorrono da settimane ipotesi, più o meno verosimili e suggestive, di candidature per i vari collegi della nostra regione. In questa fase così delicata e cruciale il nuovo Consiglio della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri delle Marche chiede con forza e determinazione, a tutti gli schieramenti politici, che le scelte ricadano responsabilmente su persone espresse dal territorio.

 

Il documento lo firmano gli ingegneri Massimo Conti (presidente Federazione Regionale Ingegneri Marche), Stefano Babini (presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Ascoli), Stefano Capannelli (presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Ancona), Renato Morsiani (presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Pesaro Urbino), Maurizio Paulini (presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Macerata), Ester Rutili (presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Fermo).

 

«Dalla gestione della ricostruzione post sisma 2016, al PNRR, fino al progetto complessivo per lo sviluppo infrastrutturale della dorsale Adriatica con l’arretramento della linea ferroviaria – dicono – siamo chiamati a grandi sfide generative per il rilancio e la crescita economica e sociale dell’intera regione, dall’entroterra alla costa. Negli anni, i parlamentari marchigiani hanno dimostrato attenzione verso i problemi e le istanze della propria gente, facendosi parte attiva grazie anche a un dialogo continuo e a un rapporto di fattiva collaborazione e condivisione con i rappresentanti degli ingegneri e di tutte le professioni tecniche, delle imprese e delle istituzioni locali. Tutto questo è stato possibile grazie a un radicamento nelle nostre comunità dal forte valore identitario, culturale e a una reale conoscenza del territorio. Un legame che non pensiamo sia possibile, né giusto, creare artificiosamente con candidati “catapultati” da Roma senza connessioni con le realtà locali, che non hanno conoscenza del territorio, in collegi uninominali “blindati” oppure nelle prime posizioni delle liste plurinominali».

 

«Auspichiamo che nella composizione delle liste di candidati per Camera e Senato nei collegi marchigiani questa volta prevalga il senso di responsabilità, sulle logiche delle segreterie nazionali dei partiti – spiega il presidente di Feding Marche Massimo Conti dando eco alla posizione unanime di tutti gli altri presidenti degli Ordini Provinciali degli Ingegneri della regione – come tecnici impegnati ogni giorno in prima linea per affrontare e risolvere i problemi del territorio, siamo assolutamente convinti che i parlamentari che ci rappresenteranno, dopo il 25 settembre, debbano essere espressione vera delle Marche e non imposti dall’alto seguendo dinamiche che ci sono del tutto estranee. Abbiamo di fronte un periodo di grande incertezza causato dalla crisi economica, dalla pandemia e dalla guerra, ma anche di grandi opportunità come la gestione dei fondi del PNRR con la possibilità grandi di ricadute a livello locale, oltre naturalmente alla ricostruzione post 2016. Per questo siamo certi che occorra far fronte comune tra “marchigiani autentici”, che abbiano sinceramente a cuore le sorti della nostra comunità regionale».

 

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