di Tiziano Vesprini
Nicolò Buratti ha vinto il 50esimo Gran Premio Capodarco – Comunità di Capodarco.
Patron Gaetano Gazzoli ha spento le 50 candeline della sua corsa internazionale ancora con un successo organizzativo, di pubblico e di spettacolo agonistico, prima sul circuito pianeggiante sull’asse Lido di Fermo – Porto San Giorgio e poi su quello classico conclusivo capodarchese dopo ben otto ascese del colle fermano con le ultime due a percorrere il ‘muro’ cittadino.
Gara che ha mosso le pedalate nello spazio antistante il monumento del compianto campione ciclista Fabio Casartelli che, dopo aver vinto a Capodarco di Fermo nel 1991, ha successivamente conquistato la maglia a cinque cerchi di campione olimpico per poi passare professionista e subito dopo, purtroppo morire tragicamente, lungo una discesa di una frazione del Tour de France.
Prima del via, nei pressi del monumento Casartelli, il saluto alla gara delle massime autorità civili, politiche e sportive presenti. Al via 176 atleti della categoria under 23 in rappresentanza di 36 società, di cui una Professional e 14 Continental, tra queste sei formazioni provenienti da oltre confine: Francia, Principato di Monaco, Svezia, Ucraina, Olanda e Svizzera; tre le formazioni marchigiane presenti: Calzaturieri Montegranaro, Mg K.Vis Color for peace e Work Service Vitalcare Vega. La cronaca della competizione inizia poco dopo le 13,15 con il via ufficioso dato dinanzi al monumento Casartelli, 15 minuti dopo c’è quello ufficiale al km. 0 in località Lido di Fermo.
Nei giri pianeggianti, disputati ad una media di oltre 47 orari, numerosi i vani tentativi di fuga che però sono stati caratterizzati dai vari traguardi volanti che hanno visto vincitore finale il portacolori marchigiano Filippo Dignani del team Work Service. Nel tratto finale ha preso corpo un mini allungo di due corridori: Miccoli e il francese Paleni, che all’inizio della prima ascesa per Capodarco hanno viaggiato con 18 secondi di vantaggio sul gruppo. Alla fine della prima ascesa è passato in solitaria il corridore transalpino transitando con 18 secondi di margine su tutto il gruppo già molto allungato; il vantaggio è cresciuto durante il primo giro, dei sette finali, raggiungendo prima oltre un minuto e riducendosi poi a 28 secondi su un terzetto inseguitore, alla fine della seconda ascesa sul Gran premio della montagna dopo che in testa è arrivato anche il figlio d’arte Kevin Pezzo Rosola.
Superati i 110 chilometri di gara dei 180 previsti, un drappello di corridori ha agganciato i due di testa, al terzo passaggio sul Gpm erano nove i corridori in fuga, quindi un ulteriore atleta ad anticipare il gruppo a 30 secondi dai battistrada.
La competizione si è sviluppata ulteriormente con 19 ciclisti a prendere oltre un minuto di vantaggio sul gruppo principale prima della risalita sul colle fermano. Al secondo GPM, quinto passaggio sulla cima, vinto ancora una volta dal francese Paleni, sono 18 i corridori al comando, gruppo con un minuto di svantaggio e poco più di 50 chilometri da percorrere.
Terz’ultimo giro che sembrava decisivo per le sorti della corsa. A conclusione dell’arrampicata e prima dei due giri conclusivi con lo “strappo” cittadino a poche centinaia di metri dalla linea del traguardo sono rimasti in dodici a guidare la corsa, precedendo di qualche secondo gli altri 6 fuggitivi, quindi ad un minuto un’altra coppia di atleti. Il gruppo ormai era tagliato fuori con oltre due minuti e mezzo di ritardo. Durante la parte pianeggiante del penultimo giro ci sono stati dei tentativi di allungo, causa il ridursi delle unità del gruppo di testa a sedici nell’approssimarsi del transito per la prima volta sul “muro di Capodarco”, con Davide De Pretto a transitarvi per primo dello squadrone Zalf Euromobil, mentre Thompson della francese Groupama si è aggiudicato l’ultimo GPM posto sulla linea del traguardo. Difficilissimo tratto del penultimo giro che ha fatto prendere il largo a sei corridori: De Pretto, Marcellusi, Villa, Buratti, Thompson e Maire. Un quartetto ad inseguire.
I sei fuggitivi hanno preso il largo e proprio loro si sono giocati il successo finale. Nei primi tratti di ascesa si sono studiati fino ad arrivare sul “muro” finale che ha visto l’allungo di tre corridori, ma è stato Nicolò Buratti del Cycling Team Friuli a non dare scampo agli avversari ed a trionfare a mani alzate nella 50esima edizione del Gran Premio Capodarco; secondo posto per Davide De Pretto della Zalf Euromobil Fior, terzo Martin Marcellusi del Team Bardiani CSF Faizanè.
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