«Egregio dottor Grinta, considerato che nessuno, il Comune di Amandola meno di tutti perché in parte impegnato nella rediviva Festa dell’Unità, la mette al corrente delle per lei forse poco importanti, per noi insormontabili, problematiche quotidiane in fatto di sanità, la aggiorno io. Inezie, sempre per la Direzione fermana. Per noi episodi rilevanti. Nella tarda mattinata di Ferragosto, scendendo in macchina da casa mia, in via Aldo Moro, alla fine della discesa, altra auto, sulla Statale, proveniente dal centro in direzione Sarnano, mi fa cenno di fermarmi per chiedermi dove fosse il pronto soccorso dell’ospedale. Incerto se volesse prendermi per i fondelli, quando ho osservato la faccia smarrita dell’autista, le ho detto di seguirmi sino a destinazione, comprendendo il suo sgomento per la scarsa segnaletica e confusa informazione; si va a Pian di Contro o ad Agello, dove anche la tv dice che c’è un ospedale distrutto che, invece, ospita il reparto di Radiologia e quello che non è un Pronto Soccorso, ma, comunque, un semplice Punto di Assistenza Territoriale? Non so se la signora abbia risolto il suo problema; la cosa certa è che oggi vengo a sapere che nel Pat, se il medico è chiamato ad uscire d’urgenza in ambulanza, rimane solamente personale infermieristico. Se così fosse, la cosa sarebbe estremamente grave, considerato che in questi giorni, nella zona montana, ci sono molti turisti ed è impensabile che si possa proseguire su questa strada normale per voi e pericolosa per noi che la stiamo forzatamente percorrendo ormai da sei anni. Direttore, la nostra pazienza ha superato il punto di non ritorno, la prego, faccia qualcosa».
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