di Sandro Renzi
«Difficile spiegare agli elettori ed ai cittadini perché il sen. Verducci sia stato candidato in Piemonte». E’ l’ex sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira, a parlare quando mancano due giorni al deposito delle candidature per Camera e Senato. Quello che è avvenuto nel Pd regionale ha lasciato molti con l’amaro in bocca e tantissimi elettori a dir poco increduli rispetto ad alcune scelte calate direttamente da Roma. Loira era nella rosa dei nomi indicata ai vertici regionali dem dalla segreteria provinciale di Fermo. Sindaco per dieci anni della quarta città del territorio «nella prima città la politica del Pd è da anni in stato vegetativo» rimarca Loira, e con una esperienza politica maturata in tanti anni di militanza.
«E’ stato difficile spiegare che la mia candidatura era parte di una mera dinamica politica e che non c’era alcuna velleità, tanto più che se c’era una possibilità quella era per il sen. Verducci che però ora si trova candidato in un collegio a mille chilometri di distanza» spiega l’oggi consigliere comunale di minoranza.
Una disamina cruda ed al tempo stesso infarcita di rammarico non per l’occasione persa quanto per le modalità con le quali il Pd nazionale ha scelto di incasellare le candidature nei territori. Appena uscita la notizia che vedeva l’ex sindaco rivierasco parte della rosa insieme alla sindaca di Monterubbiano, Meri Marziali, il telefono di Loira ha iniziato a squillare. «Ho ricevuto tanti attestati di stima anche da residenti in altri Comuni del Fermano. C’erano amministratori pronti a dare il loro contributo e tantissimi cittadini che mi sento di ringraziare». Ben presto, però, le notizie da Roma hanno lasciato spazio allo stupore e Loira non è esente da questa “incertezza”.
«Penso che le elezioni di settembre segneranno un prima e dopo, le dinamiche che si sono sviluppate sono incomprensibili, poi però pretendiamo che i cittadini-elettori esprimano la loro preferenza, la politica nazionale deve essere ricondotta ai territori». Non usa mezzi termini Nicola Loira per dare voce anche al malumore dei cittadini e degli elettori Pd. «La proposta della mia candidatura è stata un segno di attenzione verso la mia persona e la città che è stata sempre ai margini di determinate scelte. Al segretario Piermartiri ho detto sì per senso di responsabilità sapendo che la riduzione dei parlamentari avrebbe difficilmente lasciato spazio al di là della candidatura di Verducci, e vedere che adesso non è nemmeno candidato qui, è impossibile da spiegare ai cittadini». Eppure Loira avrebbe avuto tutte le carte in regola almeno per tentare l’impresa. E’ forse uno degli uomini di punta del Pd nel territorio. «Mi è stato chiesto di far parte della rosa e ho accettato per senso di appartenenza. Difficilmente comprensibile e spiegabile agli elettori tutto quello che è avvenuto in queste settimane. Se poi non vanno a votare non si può buttare la croce addosso a loro». Insomma la politica, quella fatta però nelle stanze dei partiti, ha le sue responsabilità anche forse sul temuto astensionismo che sembra profilarsi.
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