di Giorgio Fedeli
Nove nomi per provare a rappresentare il Fermano in Parlamento. Anzi, no, meglio dire undici se ci si appella esclusivamente alla ‘fermanità’ e non al collegio di riferimento. Sì perché, a questo punto, oltre a Mauro Lucentini (Lega), Andrea Balestrieri e Romina Gualtieri (FdI), Jessica Marcozzi (FI) e Meri Marziali (Pd), Alessandro Bargoni (Azione) e Fabio D’Erasmo (Italia Viva), e Luisa Serroni (Verdi-Sinistra) e Diletta Parrino (Unione Popolare con De Magistris) nella lista degli ‘indigeni’ in corsa per una poltrona da parlamentare vanno annoverati anche Francesco Verducci (Pd) che però è candidato in Piemonte, e Giuseppe Buondonno (Sinistra Italiana) che lo ha candidato capolista alla Camera nel Collegio Lombardia 4, che comprende le province di Cremona, Lodi, Mantova e Pavia, oltre ad alcuni Comuni del Milanese e del Bresciano.
Partiamo dal leghista montegranarese, deputato uscente e con un futuro quasi scontato da senatore. Lucentini, infatti, è capolista al collegio proporzionale del Senato e considerando che il Carroccio è attualmente il terzo partito in Italia, la sua rielezione, ma questa volta a Palazzo Madama, sembra quasi più una questione di giorni, di poco più di un mese.
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Ma se fino a qualche settimana fa, dopo il ‘trasferimento’ di Verducci in Piemonte, nel Fermano è iniziato a circolare il sospetto che il deputato potesse essere l’unico del nostro comprensorio nella corsa capitolina, oggi lo scenario cambia. Certo, lui è quello con più possibilità di riuscita, almeno in loco (perché buone chance le ha anche Verducci che resta pur sempre fermano ma che sarà chiamato a rappresentare i suoi elettori piemontesi). Ma ad onor del vero ci sono anche loro. E se sono candidati con meno possibilità di elezione rispetto a Lucentini, (Marziali ha già, ad esempio, tenuto a specificare che si tratta di una candidatura di servizio), sono pur sempre in corsa, impegnati in campagna elettorale e, soprattutto, a raggiungere il miglior risultato possibile per la loro casacca. Parliamo, si diceva, della sindaca di Monterubbiano, Meri Marziali (Pd) candidata all’uninominale Fermo/Ascoli. Il suo è un nome suggerito dalla segreteria provinciale, e su cui il nazionale, a differenza di Verducci, ha risposto presente. Non nascondono la soddisfazione di aver ottenuto una candidatura i due esponenti FdI, Andrea Balestrieri, segretario provinciale dei meloniani, e la sindaca di Monsampietro Morico, simpatizzante FdI, Romina Gualtieri. Il primo è quarto nel proporzionale alla Camera, la sindaca è, invece, seconda al proporzionale del Senato. Il cerchio sul sogno romano si chiude con i fermani Alessandro Bargoni (Azione), al plurinominale della Camera, e Fabio D’Erasmo (Italia Viva) a quello del Senato, e con la monturanese Luisa Serroni capolista al proporzionale per Montecitorio, stesso dicasi per Diletta Parrino (Unione Popolare con De Magistris) candidata nel collegio Ascoli-Fermo all’uninominale per la Camera.
E poi, si diceva all’inizio, c’è Francesco Verducci. In tanti, soprattutto tra i dem del Fermano, davano la sua candidatura quasi per scontata nelle Marche. Ne è la riprova l’acclamazione della segreteria provinciale guidata da Luca Piermartiri. Eppure così non è stato. Verducci è candidato al plurinominale al Senato per Torino città. Per il suo partito, a livello nazionale (a chiedere a Verducci di candidarsi in Piemonte sarebbe stato lo stesso Letta) è un riconoscimento. Il suo è un collegio reputato ‘top di gamma’. Capolista sarà la Rossomando, un nome che è anche quello dei dem per il rinnovo dei membri laici del Csm. Dietro di lei Giorgis (candidato anche nell’uninominale) e la Lorenzin che è candidata anche come capolista in Veneto. E poi arriva il nome del senatore fermano che potrebbe quindi avere buone chance di rielezione. A quel punto prevarranno le ‘radici’ o l’elettorato nella sua lista di priorità? Insomma prima gli interessi del Fermano e delle Marche o dei torinesi? O magari entrambi? Stesso dicasi per Buondonno, più ‘fermano’ o ‘lombardo’ alla Camera, qualora venisse eletto?
Comunque, al netto di quel che sarà, e chi vivrà vedrà, il quadro, almeno per le Marche e per il Fermano, sembra quindi ormai delineato. La nostra regione avrà 15 onorevoli da eleggere, dieci deputati (quattro deputati dagli uninominali, sei dai listini e cinque senatori. Resta da vedere quanti ne verranno eletti nelle province sud delle Marche. Ma questo saranno le urne a decretarlo.
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