ELEZIONI - La leader di FdI oggi nel capoluogo di regione. Il comizio in piazza Roma. Il governatore Acquaroli: «Abbiamo un'opportunità storica, irripetibile: la prima donna al governo della nazione»
Giorgia Meloni e i dirigenti di FdI sul palco di Ancona
di Luca Patrassi (foto Giusy Marinelli)
Giorgia c’è, la presidente di FdI è partita oggi dalle Marche con la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento. Giorgia e il suo popolo ci sono, peraltro in una piazza di Ancona dal nome propiziatorio, piazza Roma, stante l’avvio della corsa verso la Capitale. Con lei il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, ovviamente il governatore della Regione Marche, Francesco Acquaroli, di stretta e pluridecennale osservanza politica, poi ci sono la coordinatrice regionale di Fdi, Elena Leonardi, i candidati nei vari collegi, più o meno blindati, da Guido Castelli a Lucia Albano passando per Antonio Baldelli. In prima fila anche il capogruppo regionale di Fdi Carlo Ciccioli, poi vari primi cittadini e tra questi il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, di Falconara Stefania Signorini, di Sarnano Luca Piergentili, la vicesindaco di Macerata Francesca D’Alessandro.
Giorgia Meloni sul palco ad Ancona
L’appuntamento è per le 18, in piazza Roma il colpo d’occhio dice che ci sono più o meno duemila persone. Reduce dal meeting di Rimini, la leader di Fdi arriva con un leggero ritardo per poi concedersi ai microfoni dei media. Sul palco si parte alle 18.30 tra lo sventolio delle bandiere di Fratelli d’Italia e il controllo serrato delle forze dell’ordine. Una breve introduzione del governatore Francesco Acquaroli: «Due anni fa i marchigiani hanno scelto di cambiare e di scrivere una storia nuova, stiamo mantenendo fede agli impegni con risultati sotto gli occhi di tutti. Oggi c’è l’opportunità storica, una donna alla guida della nazione».
Il microfono passa a Giorgia Meloni, subito, senza ulteriori indugi e la presidente si lancia in una lunga requisitoria che tocca temi internazionali ed anche romani, con un affondo dedicato al ministro Lamorgese ribattezzata “Caronte” per via dei barconi. «Grazie – esordisce la Meloni – per questa piazza piena, il 23 agosto ad Ancona, non era facile. Mi lasciate ben sperare. L’entusiasmo e il sostegno del popolo sarà fondamentale in questa campagna elettorale, siete gli unici amici che abbiamo. Ho voluto iniziare da Ancona non a caso per ricordare che a differenza di quello che si dice molto spesso nei salotti della sinistra e di quello che scrive certa stampa che parla solo a se stessa, secondo i quali Fdi non ha classe dirigente capace di governare, nelle Marche abbiamo dimostrato di essere in grado di dare quelle risposte che la sinistra non è stata capace di dare per decenni. Ho deciso di candidarmi nel capoluogo regionale dell’Abruzzo il cui sindaco è stato confermato di recente, in una regione governata da noi. Chi dipende dai cittadini non tradisce, è a loro che va a chiedere il consenso, l’Italia ha bisogno di un Governo di persone libere, non ricattabili, che non si fanno comprare. In coscienza vi dico che penso di poter guidare un Governo così, non ci facciamo intimorire, ricattare. Cose normali di buon senso che potrebbero cambiare tanto, siamo in una situazione complessa, difficile, non promettiamo cose che non possiamo realizzare».
L’attacco al Governo Draghi. «L’Italia non è in una situazione facile, anche il Governo dei migliori ci ha lasciato in una situazione non facile, debito pubblico fuori controllo, guerra nel cuore dell’Europa, energia con prezzi alle stelle che mettono in ginocchio famiglie e aziende, ci vogliono le utenze di cittadinanza. Quelli che hanno costruito questa situazione vengono da voi e vi dicono che cambieranno le cose. Perché i prezzi delle materie prime salgono? La sinistra è stata per la globalizzazione senza regole, diceva che bastava commerciare all’estero e ci saremmo trovati con una crescita della ricchezza e che gli altri Paesi si sarebbero democratizzati: è successo il contrario, la ricchezza si è concentrata nelle mani dei pochi, le democrazie si sono indebolite a vantaggio delle dittature. E’ arrivata la pandemia e si è fermata la produzione di auto in Europa, ora l’Europa corre ai ripari».
I patrioti. «La Meloni e Fdi sono autarchici ci dicevano – aggiunge – non possiamo fare riferimento a realtà che non possiamo controllare. Perché abbiamo il problema del gas? Perché l’Europa che in questi anni si è occupata di tutto, anche della cucina degli insetti, non ha ritenuto di studiare una strategia seria per l’approvvigionamento energetico. Dire che l’Europa non ha fatto bene il suo lavoro, non significa essere contro l’Europa, a me non interessa cucinare gli insetti, mi interessa accendere la luce. Ora il gas lo prendiamo dall’Algeria, bene, ma noi il gas lo vogliamo estrarre in Italia, sulle piattaforme qui davanti, prima c’erano gli ambientalisti e hanno detto no a tutto. Secondo me si dovrebbe ricontrattare parte del Pnrr con la Comunità europea, quando l’ho detto tutti contro FdI. ma lo stesso Gentiloni lo dice. Le priorità precedenti alla guerra in Ucraina sono diverse da quelle di oggi. L’obiettivo che si dà la Comunità europea è di abbattere le emissioni, buttandosi sull’elettrico. Bene, peccato che i prodotti arrivano dalla Cina che li produce partendo dal carbone». Ancora sull’inquinamento: «La tassa sulla plastica in Europa, i fiumi europei contribuiscono per lo 0,8% al versamento della plastica in mare, poi India e Cina portano l’80% in mare e noi importiamo i loro prodotti. Il principio del libero mercato va bene se le regole vanno bene per tutti, altrimenti ci vogliono i dazi di civiltà».
I sostenitori di Giorgia Meloni in piazza Roma ad Ancona
Il quadro interno: «A me piace parlare dei problemi di oggi, la grande sfida è liberare l’energia, non si devono sfruttare le aziende, i professionisti. Fanno di tutto per penalizzare chi produce, vogliono il Reddito di cittadinanza perché così mettono tutti in mano alla politica. Voglio combattere la povertà, il reddito di cittadinanza non è la soluzione, la gente deve essere libera, deve avere lo Stato alleato e non padrone. Lo Stato giusto non mette sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo, un giovane che può lavorare prende 700 euro, l’anziano prende pensioni sociali da 400 euro. La povertà non si cancella per decreto, il lavoro non si crea per decreto. Aiuterebbe un sistema di tassazione per le imprese legato alle assunzioni, bisogna incentivare le assunzioni, intelligente sarebbe abbassare il costo del lavoro. Il salario minimo è lo specchietto per allodole. Se si vogliono alzare i salari, bisogna abbattere la tassazione. Meno burocrazia, riconoscere il merito, velocizzare la giustizia, ora si pensa che il primo volano sia l’amicizia per lavorare, non devi conoscere nessuno nel Governo che dico io, devi dimostrare quello che sai fare. Ti do le stesse opportunità, borse di studio ai meritevoli, dobbiamo recuperare il rapporto tra la formazione e il lavoro». Il fronte del turismo e del Made in Italy: «Il mare è l’economia blu, siamo una piattaforma in mezzo al Mediterraneo e ci comportiamo come la Svizzera, come se il mare non lo avessimo. Partendo dal tema delle infrastrutture portuali per arrivare al turismo, alla nautica, ai balneari. La qualità del prodotto, l’Italia è il primo marchio nazionale riconosciuto nel mondo, terzo marchio in assoluto, difendere la qualità del nostro prodotto dalle nazioni interessate che cercano di penalizzare i nostri prodotti, abbiamo migliaia di giovani disoccupati ma le aziende continuano a cercare personale specializzati che non c’è, un problema di formazione culturale».
La polemica sulle devianze. «Dove non si arriva si può anche copiare gli altri, l’esempio della Finlandia che qualche anno fa aveva un problema enorme di devianza giovanile e l’ha affrontato potenziando lo sport. Ho fatto un video per sostenere questo progetto e la lettura che qualcuno ha fatto è che io avrei detto “viva le devianze” . Io che sono stata bullizzata da ragazzina posso pensare che l’obesa sia deviata? Mi ha salvato lo sport, si può dire? E’ così folle? Ai ragazzi con il Covid abbiamo tolto tutto, la socialità, il diritto alla pratica sportiva. Cosa hanno fatto al Governo con i miliardi per le scuole? Ci hanno comprato intelligentissimi banchi a rotelle. Nelle Marche Acquaroli, che è uno dei migliori tra noi, ha portato la ventilazione meccanica nelle scuole (una proposta dell’assessore regionale Baldelli, ndr)». Immigrazione e degrado. «Il tema dei profughi e degli immigrati sono diversi, mettendoli insieme discrimini il più debole che è quello che scappa dalla guerra e dalla violenza. Si salva chi ha più soldi per pagare gli scafisti, per pagare la mafia del terzo millennio. Ora quello che dicevamo anni fa è davanti agli occhi, dalla guerra scappano donne e bambini perché gli uomini restano a combattere, sull’altro fronte non è un problema di solidarietà, non è solidale far entrare decine di migliaia di persone che poi spacciano o introducono una competizione al ribasso tra lavoratori, si chiama sfruttamento. Andare in Europa e chiedere di distribuire gli immigrati che entrano, trattare con gli Stati africani, rimandare indietro gli immigrati illegali. Il ministro Lamorgese è la reincarnazione di Caronte, sei miliardi di euro a Erdogan per bloccare le immigrazioni illegali, non gestire i fenomeni produce a cascata una serie di problemi anche di sicurezza».
La vicenda del video sullo stupro. «A Piacenza una donna viene stuprata, alcuni quotidiani pubblicano il video senza far riconoscere la donna – dice Meloni – Riprendo il video, apriti cielo. Ho pubblicato il video in cui non si vedeva nulla, ho solo pensato di aiutare a rilanciare il dibattito sul problema. Sta per partire l’indagine, come se fossi stata io la fonte della notizia. Perché qualcuno non ci spiega come è uscito il video? Quando morì il povero Alika a Civitanova il video fu ripreso senza oscurare il volto di chi moriva. Vi racconto questa storia perché in questa nazione non tutti hanno lo stesso trattamento, a sinistra si va nei salotti, se la stessa cosa la fa la destra si va in galera. Abbiamo gli stessi diritti, la sinistra ha solo l’egemonia di potere, non culturale, vuol fare paura ma io non ho paura, sono disposta a condurre questa battaglia. La domanda è voi siete pronti?» e dalla piazza parte il coro, ovviamente sì. Giorgia c’è, ed attacca i media: «Ci sono quotidiani che mettono dieci giornalisti a cercare di scavare storie che non trovano nel nostro passato, hanno paura di chi non possono ricattare, hanno paura degli italiani liberi, non faccio la politica per odio, non ho bisogno di odiare nessuno, la mia personale battaglia è liberare la nazione dal sistema di potere che l’ha tenuta sotto schiaffo, il 25 settembre dipenderà dagli italiani». Saluti sulle note dell’Inno d’Italia.
(ultimo aggiornamento alle 19,51)
L’assessore maceratese Paolo Renna e il provveditore delle Marche Marco Ugo Filisetti
Il governatore Francesco Acquaroli
Carlo Ciccioli, capogruppo FdI in Regione
Al centro, il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida
Lollobrigida con Romina Gualtieri e Andrea Putzu
L’assessore regionale Guido Castelli
Elena Leonardi, segretaria regionale FdI