«Ho firmato la candidatura alle elezioni politiche, nella lista del mio partito, il Partito Democratico. Il partito che con milioni di cittadini ho contribuito a fondare, e nel quale ho portato i valori nei quali credo da sempre, quelli dell’uguaglianza e della lotta a ogni forma di ingiustizia e discriminazione» Con queste parole l’onorevole Francesco Verducci, senatore in carica del Pd, ha annunciato sui social la sua candidatura. Come previsto, gli è stato assegnato il collegio di Torino, una roccaforte del centro-sinistra, ma allo stesso tempo lo allontana dal suo territorio di origine, ovvero le Marche. Infatti, dal post si evince un inevitabile pizzico di amarezza: «Il segretario nazionale ha chiesto che venissi candidato nel collegio senatoriale di Torino. Ho accettato, da militante, con l’orgoglio per il riconoscimento del ruolo nazionale riservato a chi è candidato fuori dal proprio territorio. Ho accettato, allo stesso tempo, con l’amarezza di non poter essere laddove sarebbe stato naturale, nelle Marche, nei luoghi e con le persone a cui sempre ho cercato di dare voce in questi anni in Parlamento. Avrei voluto in ogni modo essere candidato nella mia Regione, ma così non è stato». Tuttavia il collegio di Torino ha spesso garantito ai Dem ottimi risultati e Verducci ne è consapevole: «Voglio ringraziare Enrico Letta per la fiducia nei miei confronti, per avermi proposto una candidatura in uno dei luoghi più importanti per la sinistra e per il Paese. Voglio ringraziare i compagni e gli amici che più hanno insistito per questa mia nuova candidatura. La strada fatta insieme e quella che faremo è la più bella dimostrazione di come la politica possa ancora, nonostante tutto, essere fatta di ideali e generosità».
Al netto della collocazione, il senatore si ritiene pronto ad affrontare l’imminente tornata elettorale: «Ringrazio i compagni e gli amici del Pd di Torino e del Piemonte, che mi hanno accolto tra le loro fila per questa sfida così importante per il futuro dell’Italia. Ringrazio i tantissimi che dalle nostre Marche, e da tutta Italia, mi hanno scritto e telefonato in questi giorni e ancora in queste ore. Continueremo a lavorare insieme, nelle Marche, in Piemonte, in tutti i territori che ho conosciuto in questi anni e per i quali mi sono battuto, come fossero il mio, senza distinzioni, con la stessa passione e vitalità. Credo nella politica, e nel riscatto di chi è più debole. Questa è la mia parte di società. Sono stato un rappresentante politico di questo mondo sociale in questi anni in Parlamento. È stato e continuerà ad essere l’onore più grande, e di questo oggi, mentre firmo questo foglio, sono consapevole e orgoglioso».
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