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La nuova antenna desta preoccupazione: «Ci auguriamo che venga spostata». Le voci e i timori dei residenti

PORTO SAN GIORGIO - Crescono i malumori per la nuova antenna telefonica in via delle Regioni. Salvatelli ha rassicurato che l'ente gestore è disponibile ad adeguarsi al nuovo "Piano Antenne" ma la situazione sembra in stallo. Intanto abbiamo sentito il punto di vista dei residenti

 

di Alessandro Luzi

I primi di luglio, il quartiere nord di Porto San Giorgio ha visto sorgere una nuova antenna per la telefonia. Sorpresa che non aveva certamente suscitato euforia tra i residenti. Di fatto, complice un vuoto normativo sul tema, la compagnia telefonica ha potuto installare l’impianto senza subire ostruzioni da parte degli enti pubblici. Immediatamente erano arrivate le rassicurazioni sulla regolarità dell’antenna da parte dell’assessore ai lavori pubblici, Lauro Salvatelli. D’altro canto ha accelerato le procedure di approvazione del regolamento volto a disciplinare l’insediamento di impianti per la telefonia cellulare e per la trasmissione dati, avvenuta all’unanimità in Consiglio comunale il 29 luglio. Una data che, a detta di Salvatelli, doveva essere fatidica per lo spostamento dell’antenna in quanto la società si era dimostrata disponibile ad attendere l’approvazione per concordare una sistemazione differente. Proprio ieri l’assessore ha ribadito il concetto espresso qualche settimana fa.

Ma la preoccupazione dei cittadini di essere esposti a campi elettromagnetici inizia a diffondersi. «Ho letto la notizia riguardo le possibili azioni di protesta – afferma Giulia, residente del quartiere nord– tuttavia penso siano tardive. I cittadini dovevano far sentire la loro voce prima dell’installazione dell’antenna, a patto che qualcuno ne fosse a conoscenza. L’impianto sarà anche a norma ma siamo sicuri che essere esposti quotidianamente a onde elettromagnetiche con una intensità più alta rispetto ad altre zone non arrechi danni alla salute?». Anche Paolo, altro abitante del quartiere, si dimostra sfiduciato sullo spostamento dell’impianto: «A memoria non ricordo antenne spostate o dismesse a seguito delle proteste della popolazione. È importante che i cittadini si espongano su questioni di tale rilevanza per la propria salute, ma temo siano parole vane. Ormai non credo venga tolta».

Perché è così importante avere un piano antenne comunale? L’obiettivo consiste nell’individuare delle aree idonee per l’installazione degli impianti, limitando così la diffusione indiscriminata su tutto il territorio. Pertanto, da un lato si tutela la salute dei cittadini distribuendo adeguatamente l’intensità dei campi elettromagnetici, dall’altro le qualità del paesaggio e del patrimonio architettonico. Per quanto concerne gli aspetti legati alla salute, il documento fa fede alla legge n. 36 del 22 febbraio 2001, integrata dal Dpcm dell’8 luglio 2003, in cui vengono definiti i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalla esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da frequenze comprese tra 100 KHz e 300 GHz. Ovviamente la localizzazione delle antenne incide sulla distribuzione dei livelli di elettromagnetismo, perciò, seppur rientrino nella norma, in prossimità degli apparecchi si registreranno dei parametri più elevati. E i dati sugli effetti dell’esposizione a lungo termine in prossimità dei campi elettromagnetici sono da tempo oggetto di interpretazioni. Perciò è fondamentale adottare tutte le precauzioni del caso.

Oltre alla salute, a preoccupare i cittadini è anche l’impatto estetico e architettonico, da cui può derivare una svalutazione economica delle abitazioni circostanti: «È che un vuoto normativo giochi a favore dell’ente gestore che ha installato l’antenna quando il regolamento ancora non era stato approvato – puntualizza Michele -. L’impatto visivo e architettonico è incisivo. A mio avviso avrebbero potuto realizzarla dietro al campo di calcetto anziché verso la strada. I nuovi amministratori sostengono che sposteranno l’impianto. Mi fido della loro promessa. Nel frattempo credo sia opportuno piantumare delle essenze arboree e colorare la struttura perché emana un riverbero luminoso piuttosto fastidioso». Alle dichiarazioni di Michele fa eco Andrea: «Sicuramente è impattante dal punto di vista estetico. Reputo sgradevole l’attuale collocazione ma in una zona differente avrebbe suscitato malumori ad altri cittadini. Ci fidiamo degli studi da cui non emerge un effetto significativo per la nostra salute. Oggi è diventato normale avere delle antenne in città. Fatto sta che ora l’amministrazione ha approvato un piano antenne basato su analisi tecnico-scientifiche quindi sarebbe opportuno adeguarsi. Staremo a vedere se gli amministratori manterranno le promesse». «Sicuramente avere una simile struttura vicino casa mi preoccupa – dichiara Marco -. Sarei più tranquillo se si trovasse più distante dalle abitazioni. Almeno spero venga spostata vicino al centro sportivo “Luca Pelloni”. Fortunatamente già alcuni cittadini hanno avanzato queste istanze».

A vigilare sulla prosecuzione della questione si è detto pronto il consigliere di maggioranza, Emanuele Morese. Difatti ha sempre reso pubblica la sua volontà di collocare l’antenna in una delle cinque aree individuate dall’Amministrazione, in collaborazione con l’ingegnere Mario Galieni e il responsabile del procedimento di stesura del regolamento, Sauro Censi. La più vicina si trova presso l’impianto sportivo “Luca Pelloni” in via Umbria. Un dubbio però sorge spontaneo: se la società telefonica dovesse rimanere ferma sulle sue posizioni e mantenere lo status quo, gli amministratori potrebbero effettivamente imporre l’adeguamento al nuovo “Piano Antenne” o l’imponente traliccio metallico resterà a ‘vigilare’ sui tetti del quartiere nord? Inoltre, a detta di Salvatelli, a patto che rispettino i parametri, le Amministrazioni non possono intervenire sulle decisioni di fissare delle antenne sul suolo privato. Pertanto, sarebbe opportuno aumentare la loro facoltà di azione? Almeno sarebbe importante in vista della tutela della salute pubblica.  

Intanto c’è chi è meno preoccupato: «Le antenne per una trasmissione fluida del segnale sono fondamentali – sostiene Matteo -. Purtroppo siamo circondati, tuttavia sono onde a bassa frequenza quindi, come emerge dalle ricerche scientifiche, non dovrebbero arrecare danni alla salute di chi abita in prossimità di queste installazioni. Resta da capire gli effetti a lungo termine. Il piano delle antenne potrebbe essere un buon compromesso tra lo sviluppo tecnologico e la salute del cittadino».


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