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Luce e gas alle stelle. L’allarme di imprenditori, associazioni e commercialisti: «Intervento immediato del Governo per evitare catastrofe economica e sociale»

CRISI - L’aumento vertiginoso del prezzo di energia e gas preoccupa imprese e cittadini. A riguardo abbiamo sentito Roberto Vittori, presidente dell’Ordine Commercialisti e Revisori contabili di Fermo; Emanuele Corradi, presidente Solgas; Alessandra Petracci, direttore generale Pegas Srl; Gianluca Vecchi, presidente Ataf

 

di Alessandro Luzi

L’incisivo incremento dei costi del gas e dell’energia preoccupa inevitabilmente cittadini e imprese. Come se non bastasse, la Russia ha deciso di interrompere fino a sabato le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream. Questo, ovviamente, dipana un quadro economico e sociale ormai allarmante. Se infatti da un lato famiglie e imprenditori si troveranno a sostenere dei costi per gas ed energia molto elevati rispetto agli anni precedenti, dall’altro l’inflazione è destinata a lievitare ulteriormente. Intanto il Governo prende tempo e non sembra intenzionato ad attivare nuove misure attraverso uno scostamento di bilancio, richiesto a gran voce dai principali partiti politici. La motivazione? L’esecutivo uscente, in particolare il premier Mario Draghi, non intende creare altro deficit nei confronti dell’Unione Europea. Piuttosto dovrebbero essere avanzate delle proposte finanziate dai fondi a disposizione.

Roberto Vittori

«Attualmente sono in vigore dei crediti d’imposta destinati alle aziende per far fronte a questi aumenti – puntualizza Roberto Vittori, presidente dell’Ordine dei dottori Commercialisti e Revisori contabili di Fermo -. Nel primo trimestre del 2022 riguardavano soltanto le imprese con consumi elevati, poi è stato introdotto un bonus fiscale da usufruire in compensazione sul pagamento di altri tributi, per una cifra pari al 25% degli importi relativi ai consumi di gas ed energia. Tuttavia queste misure non riescono a coprire i costi quindi è una situazione peggiorativa. Tutto ciò si ripercuote sul consumatore finale, già impoverito dal rincaro bollette, a cui arriverà una merce con un costo più alto. È evidente che il problema è macroeconomico e riguarda tutti i soggetti e le categorie sul mercato. La nostra Regione era tra le più orientate verso il mercato russo, dopodiché il terremoto, la pandemia e il congelamento dei rapporti diplomatici con la Russia, stanno costituendo un mix letale per il nostro distretto industriale. È necessario un intervento unitario da parte dell’Europa per tutelare i cittadini e la competitività delle aziende». Intanto però, secondo Vittori, quest’ultime possono adottare delle strategie volte a mitigare i costi di gestione: «In questo senso potrebbe ritornare utile lo smart working, già impiegato durante la pandemia. Qui in Italia si preferisce il rapporto umano diretto, ma in tali situazioni di emergenza, lavorare da casa, là dove possibile, costituirebbe un risparmio in termini economici e di tempo».

Ormai non si può più attendere e Cna di Fermo ha chiesto al Governo di accelerare per trovare soluzioni concrete affinché si scongiuri un ipotetico lockdown produttivo. Invece Confartigianato Imprese Ascoli Piceno – Macerata – Fermo sta predisponendo una interrogazione alla Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), riguardo eventuali speculazioni sul prezzo del gas. Ma come viene stabilito? È proprio qui che entra in gioco l’Arera. Infatti è un ente statale volto alla regolamentazione del mercato dell’energia, a garantire la continuità delle forniture e limitare l’impatto dell’aumento dei prezzi. L’indice di riferimento per il costo del gas è il Ttf (Title Transfer Facility): una piattaforma virtuale della borsa di Amsterdam, in cui si attivano le procedure di compravendita del gas e dei futures, ovvero quei contratti per scambiare una determinata quantità di gas in una data futura e a un prezzo prestabilito. Proprio sul Ttf si accordano le aziende produttrici e distributrici. Dunque, dato il rincaro vertiginoso rispetto lo scorso anno, lo Stato potrebbe chiedere trasparenza alle aziende che importano gas? A quale cifra acquistano la materia prima? A quale prezzo la rivendono? A quanto ammontano i ricavi? Sarebbe opportuno ottenere determinati dati al fine di impedire la ripercussione sui cittadini delle eventuali speculazioni.

Emanuele Corradi

A riguardo si è espresso Emanuele Corradi, presidente Solgas: «Mi auguro che gli organi statali competenti vigilino su questo scenario decisamente preoccupante. Purtroppo, in quanto piccole imprese, subiamo tali dinamiche di compravendita. Ci procuriamo il prodotto dai grandi acquirenti quindi siamo costretti a adattare il prezzo di vendita quello di acquisto. Attualmente è difficile produrre degli utili. Intanto il nostro obiettivo consiste nel contenere il più possibile il costo del gas». Nel frattempo, da qualche mese, nelle aule di Palazzo Chigi aleggia la proposta di istituire un tetto massimo al prezzo del gas. Tuttavia, secondo Corradi, è una misura complicata da realizzare: «Nel caso il provvedimento entri in vigore, vanno garantiti incentivi a pioggia alle piccole società per coprire la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita imposto dallo Stato, inoltre in questo modo si andrebbe a finanziare anche le imprese estere o con capitale misto. Cosa diversa è se il tetto del gas viene imposto a livello europeo. È fondamentale tronare a delle cifre ragionevoli ed è possibile solo attraverso un’azione di Governo incisiva e con la fine del conflitto bellico. Intanto, nonostante la complessità della situazione, la Solgas si sta adoperando per andare in contro alle esigenze delle famiglie. Lo scorso anno abbiamo consentito un numero cospicuo di rateizzazioni, quest’anno introdurremo la bolletta mensile, oltre a quella bimestrale e trimestrale. Invito gli amministratori locali e i rappresentanti di categoria a istituire un tavolo per adottare ulteriori provvedimenti laddove possibile».

Alessandra Petracci

Data l’impennata del gas proveniente dalla Russia, c’è chi pensa di convertire gli impianti, passando dal metano al Gpl. Tuttavia anche in questo caso si frappongono degli ostacoli: «Il Gpl è petrolio liquefatto. Arriva dall’Algeria e dai Paesi arabi pertanto il prezzo non è lievitato – spiega Alessandra Petracci, direttore generale Pegas Srl – però le forniture sono calibrate allo scorso anno dunque non sono sufficienti a ricoprire il fabbisogno delle aziende italiane. Anche se i contratti verranno rivisitati, è molto difficile reperire le quantità di Gpl sufficienti nel breve termine. Intanto la Pegas ha chiesto un incremento del prodotto ma non so se arriverà in quanto andrà distribuito in tutta Italia. A questo quadro di grande difficoltà si aggiungono le elezioni del 25 settembre. L’insediamento di un nuovo governo comporterà inevitabilmente dei ritardi sulle trattative internazionali e mentre altri Stati europei stanno raggiungendo degli accordi per far fronte ad un deterioramento del panorama economico e sociale, in Italia siamo ancora in alto mare. Sedersi al tavolo delle trattative ad ottobre sarebbe ormai troppo tardi. Serve un deciso cambio di passo, non possiamo attendere le elezioni». Alle dichiarazioni di Petracci fa eco Gianluca Vecchi,

Gianluca Vecchi

presidente Ataf: «Il Governo sta perdendo tempo e non dovrebbe visto che è siamo in una situazione di emergenza. Andava istituito un tetto sul prezzo del gas o quantomeno già dovevano trovare delle misure idonee. Siamo arrabbiati e delusi nei confronti di una politica cieca, sorda e sempre tardiva. Se si continua a procrastinare molte aziende chiuderanno. Rispetto allo scorso anno il metano è decuplicato perciò è pressoché impossibile ammortizzare tali cifre. A queste condizioni parlare di turismo è superfluo».

Insomma, dopo la pandemia, saremo chiamati di nuovo a ulteriori sacrifici come razionare i consumi di luce e gas limitando l’utilizzo di impianti di riscaldamento, chiudendo le scuole nei fine settimana, guidare al buio, pagare bollette salatissime o i Governi si assumeranno la responsabilità di avviare delle trattative serie e vigileranno su eventuali speculazioni alla borsa di Amsterdam in modo da tutelare il panorama economico e sociale? 


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