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L’ex senatore Cisbani ‘saluta’ il Pci e sceglie De Magistris

FERMO - Il punto del senatore fermano, uno storico "rosso": «Queste elezioni saranno vinte dalla destra. Non è una buona notizia, ma esagerarne la portata è un segno di disperazione di chi ritiene, il Pd, di perdere il potere (tra l'altro presunto)»

Giorgio Cisbani

L’ex senatore fermano Giorgio Cisbani, nome storico del Pci, dice addio al suo Partito e sceglie De Magistris con la sua formazione partitica Unione Popolare

«Le conseguenze della costante mediocrità del pensiero e l’indegnità dei comportamenti della gran parte dei cosiddetti politici, hanno generato crescenti insopportabili delusioni, tanto più a sinistra, dove, oltretutto – il pensiero di Cisbani – si è largamente patito lo sgretolamento, quasi la  “scomparsa”, di ogni forma organizzata. Di fronte alle immense responsabilità degli “altri”, non mi sfuggono le nostre e mi interrogo sul perché di tante debolezze della sinistra (molti operai votano a destra!!??), in questa fase storica caratterizzata dal declino evidente dell’egemonia americana nel mondo».

Un passo indietro nella storia politica di Cisbani: «Dal 1961 sino alla sua fine, sono vissuto nel Pci (partito che sarà, anche nelle Marche, presente alle prossime elezioni politiche del 25 settembre con i suoi candidati, ndr); non ho alcuna verità da affermare, bensì soltanto la considerazione che, da allora, il mondo è tumultuosamente cambiato, ma i “fondamentali” sono quegli stessi di gioventù a cui sono tutt’ora legato. Credo sia possibile (non facile) e sia ormai tempo di dare voce a quella “sinistra diffusa” che già esiste  (organizzazioni umanitarie, sindacato, volontariato, associazionismo), che può ulteriormente crescere ed avere una rappresentanza politica. Il momento che sta vivendo il Paese è particolarmente difficile, forse drammatico, tale comunque che non ricordo di averne vissuto di così gravi. Non so quanto sia diffusa tale consapevolezza, non disgiunta dalla convinzione che saranno ancora le fasce più deboli della società a sopportare il peso maggiore, mentre per i giovani sempre più offuscato appare il futuro. Unione Popolare non potrà fare molto; potrebbe però essere quel lievito per costruire una forza in grado di contrastare la insopportabile odierna politica che amplifica ogni giorno le disuguaglianze sociali; una forza in grado di avviare  la ripresa di una seria iniziativa basata sulla Costituzione e sui Beni Comuni».

L’ex senatore fermano spiega anche perché è iniziata la sua simpatia verso Up: «Lo penso senza illudermi, ma con una certa speranza, perché, mi pare che Unione Popolare – spiega il suo cambio, Cisbani – abbia già in sé l’adeguata consapevolezza della necessità di procedere con radicalità ma senza settarismi, per difendere gli interessi delle fasce più deboli, senza mai dimenticare la complessità del Paese. Nella società nel suo complesso, non soltanto tra le classi sociali più deboli, mi pare si avvertano segni, sempre più evidenti, di sgomento, di immensa preoccupazione per il futuro; e non mancano sintomi di preoccupante imbarbarimento, mentre il Parlamento, contro la Costituzione, ha deciso di alimentare una guerra, quella che grazie alla sconsiderata invasione di Putin, gli Usa stanno facendo combattere per procura. Queste elezioni saranno vinte dalla destra. Non è una buona notizia, ma esagerarne la portata è un segno di disperazione di chi ritiene, il Pd, di perdere il potere (tra l’altro presunto): “...un cartello di tecnici ed amministratori inseriti nelle istituzioni (ma non per questo istituzionali)”. Bisogna favorire domani la costruzione di una nuova formazione politica in grado di misurarsi, forse, con la cosiddetta modernità; certo comunque che una nuova formazione politica, aperta e plurale, sia indispensabile per il Paese, non soltanto per la sinistra».   



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