Fabio D’Erasmo ha 35 anni, originario di Ortezzano ed è candidato nel listino plurinominale di Azione-Italia Viva della Camera per la Regione Marche. Cresciuto a ”pane e politica”, cercando di fare sempre gli interessi del territorio dove vive, D’Erasmo è sceso in campo per portare la sua competenza e le sue idee fuori dai confini regionali, correndo per sostenere la squadra per Montecitorio.
Ci sono tre parole alla base della tua campagna elettorale: trasparenza, competenza e cambiamento. Le stesse parole usate anche alle elezioni regionali dello scorso 2020. Cosa rappresentano?
Sono le tre motivazioni che mi porto dietro da sempre nel mio impegno politico. La trasparenza è la regola fondamentale per mantenere vivo e positivo il rapporto con gli elettori. Credo che la politica debba essere condotta con trasparenza e costanza, rendicontando l’attività politica costantemente.
La competenza è altrettanto importante: bisogna aver maturato esperienze per mettersi a disposizione e servire le istituzioni. I giovani devono fare un percorso che li portino a maturare una serie di capacità.
È, dunque, partendo dalle migliori energie del Paese, che bisogna attuare un rinnovamento e un cambiamento. Io faccio politica perché credo che continuamente e costantemente le cose debbano essere cambiate: siamo riformisti e questo significa che ogni cosa deve essere ciclicamente messa in discussione per affrontare meglio le sfide del futuro.
Come hai maturato le tue competenze in politica?
La mia passione nasce da lontano. Ho iniziato con la politica alle scuole superiori diventando prima rappresentante di classe, poi d’istituto ed infine ho ricoperto la carica di coordinatore del movimento studentesco fermano. All’Università, poi, sono stato eletto consigliere di amministrazione dell’ateneo, una splendida esperienza amministrativa che ho portato con me, quando mi sono candidato Sindaco nel comune di Ortezzano nel lontano 2009, all’età di 22 anni. Quando si partecipa alla vita politica ogni esperienza è utile a crescere, e anche nelle sconfitte ci sono grandi insegnamenti. Come linea politica ho seguito sin dall’inizio la proposta congressuale con cui Matteo Renzi ha iniziato la scalata del Partito Democratico ed ho ricoperto diversi incarichi negli organismi del partito.
Ed ora hai scelto il Terzo Polo. Come nasce questo progetto politico e cosa succederà dopo il 25 settembre?
Nasce come alternativa ad un dualismo di due coalizioni contrapposte che negli ultimi anni hanno perso tempo a litigare tra di loro senza fare le riforme di cui il Paese aveva estremo bisogno. Il Terzo Polo è un nuovo progetto politico in cui si chiede, a tutti i cittadini scoraggiati e sfiduciati che hanno delle competenze, di impegnarsi. La nostra sfida è quella di costruire il partito delle energie positive di questo Paese.
È un progetto che non finirà dopo le elezioni del 25 settembre ma puntiamo a radicarci sul territorio e nei comuni. Le porte sono aperte a chiunque voglia di impegnarsi in politica, perché questo è un progetto che guarda al futuro.
Si parla spesso di politiche giovanili e dei giovani nel mondo del lavoro. Quali sono le vostre proposte per i giovani?
Zero tasse sui giovani che avviano un’impresa, attenzione particolare per incentivare l’attività d’impresa dei giovani e uno Stato amico per le loro iniziative imprenditoriali.
Il nostro scopo è premiare le competenze e la formazione dei giovani, applicando la detassazione sui premi di produttività e la defiscalizzazione sul costo di lavoro dei giovani, sulla scia di quanto già fatto con il Jobs Act.
Tra i punti cardine del nostro programma c’è il merito: un giovane meritevole deve avere delle agevolazioni nel mondo del lavoro e la sua assunzione deve essere più appetibile.
Lasciami aggiungere, per quanto riguarda la parte del fisco, la nostra proposta avanzata da Luigi Marattin sulla riforma dell’Irpef: unificare il sistema di detrazione con l’aggiunta della semplificazione. Proponiamo che la detrazione del 19% non sia un rimborso annuale ma mensile, così che i cittadini abbiano delle entrate periodiche: un sistema più semplice ed efficace.
Quali istanze porterà a Montecitorio, se venisse eletto, per tutelare il territorio fermano?
Credo che la politica sia rappresentanza e se vieni eletto in un collegio, è soprattutto a quegli elettori devi rendere conto. Sul fermano, abbiamo il distretto della calzatura e del cappello che vanno attenzionati. Poi abbiamo il mondo dell’agricoltura con la Valdaso, una delle poche valli agricole rimaste con vocazione turistica. Il nostro è un territorio che conta tante piccole aziende che fanno economia e non possiamo pensare che per questi distretti valgano le stesse regole che possono valere laddove ci sono grandi industrie.
Altro problema sono le sanzioni alla Russia che stanno mettendo in ginocchio l’economia del nostro territorio, così come il caro bollette: ferme le sanzioni bisogna intervenire tempestivamente con dei ristori a famiglie e imprese. Per farlo non dobbiamo prescindere dai corpi intermedi perché se le associazioni di rappresentanza portano delle istanze, è compito della politica ascoltarle.
Uno dei valori che ti caratterizza è quello della famiglia. Come ti supportano i tuoi familiari nell’attività politica?
La famiglia è tutto.
Con mia moglie ci conosciamo dai banchi di scuola, quando io ero un giovane capellone che sognava di cambiare il mondo e lei era Miss Flexus. La Politica è sempre stata parte del nostro rapporto.
Purtroppo chi si impegna nell’attività politica sceglie di mettersi al servizio della comunità, e per farlo sottrae tempo alla famiglia e agli affetti più cari, è per questo che legami forti e autentici sono fondamentali per sostenersi a vicenda.
Ai miei due figli cerco di insegnare che la politica è una cosa seria. Cerco di portarli con me alle riunioni e agli incontri, perché voglio che con innocenza respirino i valori di un impegno civico, dei sogni per cui spendersi, del senso di essere parte di una comunità. Vorrei che capissero da soli che i luoghi comuni sui politici corrotti e ladri sono sbagliati. Vorrei che respirassero cosa significa fare politica veramente, avere nel cuore un territorio e mettere in campo le proprie idee. Insomma io ho un motto, se qualcosa non funziona, non si cercano capri espiatori cui scaricare le responsabilità. Quando qualcosa non funziona, ci si rimbocca le maniche e ci si impegna in prima persona, assumendosi la propria parte di responsabilità.
Questo per me significa fare politica e questo insegno ai miei figli.
Un appello al voto.
Il Terzo polo nasce per portare una ondata di serietà nell’agone politico. Vogliamo ‘‘spezzare le catene’’ del bipopulismo che hanno tenuto in ostaggio il Paese per troppi anni. Siamo un nuovo progetto politico che vuole mantenere l’autorevolezza e la competenza di Mario Draghi alla guida del Paese in un governo di unità nazionale.
Ci presentiamo ai Cittadini e chiediamo la loro fiducia e il loro impegno per sostenere il progetto e per contribuire a radicarlo nei Territori.
(Spazio promo-redazionale)
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