Alberto Farina
«Francamente non me l’aspettavo. Ho comprato la guida del Gambero Rosso e quando ho visto quei due spicchi vicino al mio nome le gambe hanno iniziato a tremarmi». A parlare è Alberto Farina, titolare dell’omonima pizzeria a Lido di Fermo che oggi è stata premiata con due spicchi, in un colpo solo (il massimo è tre, ed è un riconoscimento riservato alle pizzerie) dal Gambero Rosso.
«Che posso dirvi? E’ una soddisfazione immensa anche perché arriva dopo soli tre mesi dall’apertura della mia nuova attività. Francamente mi ero prefissato di ambire a uno spicchio dopo tre anni. E invece due dopo tre mesi. E’ un riconoscimento che punta praticamente tutto sulla qualità del prodotto e credo che nel mio caso arrivi grazie al background, al lavoro e al sacrificio. Io non mi reputo né migliore né peggiore di nessuno, diverso sì però. La mia che pizza è? Beh una pizza contemporanea, non una napoletana tradizionale, ma da quella matrice parte senza però essere catalogabile. Insomma è una mia personale interpretazione della pizza di ispirazione napoletana. Forse gli ispettori sono rimasti colpiti proprio dal mio modo di interpretarla, una preparazione che parte dalla tradizione ma che si arricchisce di continua ricerca sui prodotti».
Ora c’è la terza nel futuro. «Io francamente punto a crescere professionalmente, nella qualità e nella ricerca, dagli impasti all’esperienza per il cliente. Sì l’esperienza perché i clienti mi regalano un’ora e mezza del loro tempo. E io faccio del tutto per valorizzarlo. Ora puntiamo a migliorare i tempi di attesa, la carta dei vini e anche ad alzare l’asticella sulle materie prime. I due spicchi non li vivo come un punto di arrivo, anzi». Appunto, comportano anche tante responsabilità nei confronti dei clienti: «Lo so bene ma non mi spaventano affatto. Sono uno stimolo ulteriore a fare sempre meglio. Punto al massimo seguendo un percorso quotidiano di crescita e ricerca. Mi piacciono le sfide».
Poi, inevitabile, l’omaggio allo scomparso Mario Reschini, storico pizzaiolo del Fermano: «Io ho iniziato a 19 anni, e sono 12 anni che faccio questo lavoro. Oggi mi sarebbe piaciuto che Mario fosse stato qui con me a gioire. Io ho iniziato quasi per scherzo ma è stato lui ad indirizzarmi verso questo lavoro. Mi ha creato lui, praticamente».
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