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Pioppi e tronchi d’albero: Tenna, Ete e Chienti trasformati in piccole foreste (Le Foto)

FIUMI - Denis Del Gatto (Vivai Nicole): «Il nostro territorio ha una conformazione molto particolare e i fattori che possono portare ad un'esondazione sono molteplici. Certo è che la pulizia dei fiumi deve essere obbligatoria perché incide parecchio». Greci: «Il Consorzio di Bonifica è stato sollecitato più volte»

 

Il letto del Fiume Chienti (foto Gianfranco Mancini)

di Matteo Malaspina

All’indomani della tragedia che ha colpito il nord delle Marche, la preoccupazione per lo stato dei fiumi della provincia di Fermo cresce. Il Fermano ha vissuto una situazione simile a quella che ha flagellato il nord della nostra regione nel 2011 con l’esondazione del fiume Ete a Casette e la paura tra gli abitanti del posto è ancora molto alta. Facendo un sopralluogo sul fiume si nota come la vegetazione si sia impadronita di tutto l’alveo: una piccola foresta di erbacce e piccole piante che crea parecchia preoccupazione tra gli abitanti della frazione elpidiense che chiedono a gran voce la pulizia del fiume. «Il Consorzio di Bonifica, è stato sollecitato – commenta il vicesindaco di Sant’Elpidio a Mare, Roberto Greci – su quello che è di nostra competenza, come la pulizia dei tombini, sarà nostra premura provvedere ma più che sollecitare non possiamo fare. A mio avviso questo non è il modo migliore di gestire il fiume».

Spostandoci un po’ più a nord, lungo il letto del fiume Chienti, la situazione è pressoché simile. Affacciandosi dal ponte che collega Casette d’Ete a Montecosaro si possono intravedere tronchi d’albero accatastati gli uni sugli altri, vegetazione fitta e rigogliosa e un senso di incuria lampante. «Si stanziano soldi per la ciclopedonale ma per la pulizia del fiume si aspetta sempre la tragedia – commenta un signore al passeggio con il suo cane lungo il fiume – Di chi è la competenza? Comune, Provincia, Regione o Stato? Non mi interessa, l’importante è fare presto».

Denis Del Gatto

Non cambia la fotografia nell’altro importante fiume fermano, il Tenna. Qui, nella zona di Campiglione, si può notare come nel letto del fiume siano cresciuti addirittura dei pioppi. Certo, piante giovani (si pensa siano spuntate a marzo) e con un fusto non molto robusto ma che, nel caso di una piena, sono comunque degli elementi che andrebbero a fare da tappo al decorso del fiume con il rischio di uno straripamento. Nella parte del parco fluviale ‘Alex Langer’ di Monte Urano, l’accesso al fiume è stato chiuso dalla vegetazione che è diventata un tutt’uno con quella dell’argine. Non si capisce dove finisce il parco fluviale e dove inizia il fiume, letteralmente sommerso di cespugli e piante.

In quella zona, Denis Del Gatto coltiva le piante nel suo vivaio, il Vivaio Nicole, ed è molto preoccupato. Esperto di natura, Denis analizza la situazione. «Quello che è successo a Senigallia, per gran parte è dipeso dal fattore fatalità: 400 ml di acqua per metro cubo è un volume pazzesco, difficile da prevedere e da contrastare. Come nel 2011 a Casette, anche lì l’esondazione è avvenuta a causa del ponte, costruito a filo con l’argine che permette il passaggio dell’acqua ma non quello dei detriti. Così pietre e alberi hanno fatto da tappo e il fiume è esondato – dice Denis – Dare però la sola responsabilità all’incuria e alla pulizia non è corretto. Il nostro territorio ha una conformazione molto particolare e i fattori sono molteplici. Certo è che la pulizia deve essere obbligatoria perché incide».

Partire dalle basi, dunque, come la pulizia dei fossi e dei fiumi sarebbe già buona cosa. Così come che i fondi destinati ai lavori non vengano dispersi. Resta però il fattore fatalità che non può essere previsto e, contro di quello, possiamo farci poco. Come poco possiamo fare contro la forza della natura.

 

Fiume Chienti (foto Gianfranco Mancini) 

Tronchi d’albero accatastati sul fiume Chienti (foto Gianfranco Mancini)

Fiume Tenna

Il Tenna dal ponte che collega Lido Tre Archi a Porto Sant’Elpidio

Il Tenna dal ponte che collega Lido Tre Archi a Porto Sant’Elpidio

 

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