Il pediatra Scotucci: «Troppa burocrazia e carico di lavoro, continuo solo con la libera professione»

Walter Scotucci

Il pediatra Walter Scotucci, volto noto nel Fermano sia per la professione di medico che per la sua passione, l’arte, che lo ha portato nel corso degli anni a stringere una forte amicizia, tra gli altri, con Vittorio Sgarbi, il prossimo 30 settembre concluderà la sua attività da pediatra convenzionato con il sistema sanitario nazionale e inizierà la libera professione. «L’eccessiva burocrazia e l’aumentato carico di lavoro degli ultimi due anni non consentono più, a mio giudizio, la necessaria attenzione verso i piccoli pazienti».

«Venerdì 30 settembre sarà il mio ultimo lavorativo come pediatra convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale. Dopo 37 anni di attività e oltre 41 di laurea – le parole del pediatra – vorrei poter ringraziare le diverse migliaia di famiglie per avermi dato il piacere di seguire la crescita dei loro figli. Continuerò comunque la mia attività nel mio ambulatorio di via Crollalanza a Fermo in regime di libera professione per la grande passione che mi lega alla pediatria che ho sempre concepito come ‘servizio’ e ‘missione’.
L’eccessiva burocrazia e l’aumentato carico di lavoro degli ultimi due anni non consentono più, a mio giudizio, la necessaria attenzione verso i piccoli pazienti. La situazione è gravata ulteriormente da una insufficiente politica per la famiglia, specie nei confronti delle madri che studiano o lavorano, che ha pure prodotto una costante decrescita demografica.
Il ruolo di pediatra che ho cercato di interpretare al meglio delle mie possibilità, è stato quello di tutore della salute globale dei bambini in tutte le loro fasi evolutive, dalla nascita all’adolescenza. Ho anche provato ad essere un punto di riferimento e di equilibrio per i genitori, nella speranza di averli fatti crescere in consapevolezza metodo e serenità.
Un sentito ringraziamento va anche a tutti i colleghi che in questi anni mi hanno supportato nell’attività professionale, in particolare a coloro che non ci sono più e che benevoli ci guardano dal cielo».