di Antonietta Vitali
«Palmatea ha un bell’obiettivo ed è quello della qualità, la tutela e la soddisfazione del paziente. Quindi avere dei macchinari che permettono una diagnosi pressoché perfetta e accurata per noi è di fondamentale importanza. È pertanto, per noi, questo di oggi, un momento molto importante e un motivo di grande soddisfazione perché lo volevamo e siamo riusciti a raggiungere questo grande risultato» così, il dottor Giorgio Lupacchini, presidente e legale rappresentante di Istituto Palmatea ha aperto la conferenza stampa di presentazione del nuovo macchinario di ultima generazione recentemente acquistato e che andrà a potenziare il reparto di Endoscopia Digestiva. L’intelligenza artificiale Cad Eye (così si chiama) di Fujifilm è una nuova tecnologia applicata alla colonscopia per supportare e facilitare la diagnosi del tumore al colon.
«Il nostro Centro medico Palmatea ha voluto, attraverso l’acquisto di questa nuova tecnologia, tenere fede alla propria mission, che è stata, è, e sarà sempre quella di assicurare agli utenti strumenti diagnostici e terapeutici all’avanguardia e di altissima qualità» ha aggiunto Lupacchini.
Una svolta, dunque, nella lotta al cancro del colon-retto, a beneficio della cittadinanza delle Marche: sarà questa la ricaduta concreta del debutto dell’intelligenza artificiale di Fujifilm nel servizio di Endoscopia Digestiva dell’Istituto Palmatea di Fermo.
A guidare questo nuovo macchinario, che lui stesso definisce «una Ferrari dal punto di vista endoscopico» sarà il dottor Alberto Damiani, gastroenterologo e specialista in Endoscopia, già in forza presso la Casa di Cura Villa Pini a Civitanova Marche e la Casa di Cura Villa Verde di Fermo. «La qualità più grande di questo macchinario al quale è stato applicato un software di intelligenza artificiale – ha spiegato il dottor Damiani – non sta nel detectare le grandi lesioni perché quelle, per fortuna, siamo in grado di rilevarle noi, ma nel grande passo in avanti che ci consente di fare nel campo delle piccole lesioni. È a quel livello – ha continuato – che riusciamo a fare una ulteriore valutazione evitando che piccoli polipi dall’apparenza benigna vengano sottovalutati generando poi spiacevoli sorprese. La macchina è capace di suggerirci proprio questo, di prestare attenzione a quelle lesioni estremamente piccole apparentemente innocue che potrebbero portare a problemi futuri».
Molto soddisfatto di poter migliore la performance diagnostica dell’endoscopia digestiva con l’arrivo di questo macchinario, anche il dottor Michel Gerald Lalanne, direttore sanitario del Poliambulatorio Specialistico Palmatea. Il macchinario è prodotto e commercializzato dalla giapponese Fujifilm. Ed è prorpio Luca Chiappa, Responsabile Vendite della divisione italiana di Fujifilm a sottolineare che «Fujifilm ha il paziente al centro della propria attività e quindi apprezziamo particolarmente la lungimiranza di realtà come Palmatea che riescono a capire l’importanza di questo tipo di tecnologie che consentono diagnosi molto accurate con benefici notevoli e diretti sulla popolazione. L’intelligenza artificiale sta entrando nella pratica quotidiana della sanità, noi siamo stati i primi a lanciarla nel 2020 e questa – ha precisato Chiappa – è la prima installazione di questo macchinario nella fascia del Centro Italia escluse Roma e la fascia da Reggio Emilia in sopra».
Un bellissimo traguardo per tutto il territorio quello raggiunto da Palmatea con l’introduzione di questo nuovo macchinario, assolutamente condiviso anche dal sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che ha definito l’istituto «una bella realtà occupazionale che consente anche a molti talenti, anche giovani, di avere un legame forte con il territorio in un periodo in cui allontanarsi da questi luoghi è un fenomeno sempre più diffuso. Strutture come questa credo che siano importanti anche per non perdere una bella parte, una consistente fetta di nostri talenti. Poi, è chiaro – ha continuato Calcinaro – che concorre anche al sistema della salute territoriale e quindi, ogni passo in avanti dell’istituto è un passo in avanti per l’intero territorio». Presenti all’evento anche alcuni membri della giunta e del consiglio comunale del Comune di Fermo, ovvero gli assessori Alberto Maria Scarfini, Maria Antonietta Di Felice e Mirco Giampieri, e i consiglieri Eleonora Luciani e Cristian Falzolgher. E le novità in ambito tecnologico, a Palmatea, non finiscono qui. Ma il dottor Lalanne non ha voluto spoilerare nulla di più sui nuovi macchinari di ultima generazione in arrivo. Tutto a suo tempo.
«Oggi, grazie all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologiche sempre più all’avanguardia, siamo capaci di generare cambiamenti impattanti nella sanità, con screening e diagnosi che diventano sempre più accurati e con un supporto importante agli operatori sanitari – spiega Davide Campari, general manager Medical Systems Fujifilm Italia – l’utilizzo dell’IA porterà all’utenza del territorio un servizio avanzato e di qualità estremamente alta, con benefici diretti sulla salute e sulla vita delle persone».
COME FUNZIONA CAD EYE
Cad Eye è un sistema di intelligenza artificiale per la colonscopia. Si tratta di un sistema di deep learning (apprendimento profondo – campo di ricerca del machine learning) che lavora in sinergia con il colonscopio e che, in tempo reale, è in grado di identificare con elevata precisione immagini sospette, supportando in questo modo il lavoro del medico.
L’idea è che Cad Eye funzioni come “il terzo occhio” dello specialista, sofisticato e sensibile, con un‘attezione particolare ai polipi che del cancro al colon-retto sono precursori. Il sistema ha due funzioni principali e caratterizzanti: “detection” (rilevamento della presenza di un polipo del colon) e “characterization” (indicazione del possibile tipo di lesione), enfatizzando la possibilità che il polipo sia o meno un adenoma. Il tutto a supporto del medico che, dopo aver realizzato la colonscopia e aver ricevuto l’alert dall’IA, produce la diagnosi finale.
Il sistema tecnologico migliora la qualità dell’offerta diagnostica perché è in grado di identificare anche i polipi più piccoli, che possono sfuggire all’occhio umano e alla colonscopia tradizionale. Il vantaggio è evidente soprattutto su pazienti che aderiscono ai programmi di screening, ma anche per quelli che si sottopongono a colonscopie diagnostiche per altri motivi.
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