di Giorgio Fedeli
Mauro Lucentini, stando ai conteggi che circolano da questa mattina sul sistema di calcolo per individuare gli eletti col plurinominale nelle Marche, resterebbe fuori dal Parlamento.
Il deputato montegranarese, candidato capolista per la Lega al plurinominale sarebbe, infatti, out. Per avere la certezza della mancata elezione a Palazzo Madama, lo staff del deputato uscente, e lo stesso Lucentini stanno aspettando la pubblicazione ufficiale dei dati da parte del Ministero dell’Interno. Non solo una questione di scaramanzia o di certezze istituzionali ma anche il dover far giocoforza riferimento a dati certi dal momento che il calcolo è a dir poco complesso, tra scarti e voti utili.
E qualora dovessero essere confermati i rumors, con Lucentini fuori, il Fermano non avrebbe più alcun suo rappresentante ‘indigeno’ in Parlamento. Fino a ieri Lucentini ha rappresentato il nostro territorio alla Camera. E con lui, in Parlamento, c’era il senatore dem Francesco Verducci. Ma quest’ultimo è stato candidato dal suo partito in Piemonte. E se col cuore e con le origini resta fermano, istituzionalmente sarebbe chiamato a fare gli interessi dei piemontesi.
Certamente di questi tempi, tra crisi economica, caro bollette, guerra, postumi della pandemia e gap infrastrutturali, per il nostro territorio la mancata rappresentanza tra Camera e Senato non sarebbe un fattore facilitatore della ripresa. Di fatto la nostra provincia non avrebbe più alcun esponente autoctono pronto a portare all’attenzione dei due rami del Parlamento e del Governo le voci del territorio a cui non resterebbe, a quel punto, altro da fare che affidarsi ai nuovi onorevoli, da Francesco Battistoni, l’azzurro eletto all’uninominale della Camera del nostro collegio, all’ascolano ed ormai ex assessore regionale Guido Castelli che da sempre orbita anche nel Fermano, e che sta preparando la valigia direzione Senato della Repubblica.
Ovviamente l’elezione di Castelli, come pure quelle degli altri due assessori regionali Giorgia Latini e Mirco Carloni apre oggi, come era ampiamente prevedibile, un rimpasto di giunta regionale obbligato per il governatore Francesco Acquaroli. E qui potrebbe rispuntare il nome di Mauro Lucentini è stato protagonista di una staffetta in Regione proprio con Giorgia Latini. Prematuro dirlo? Nemmeno più di tanto. Il rimpasto va fatto e anche subito. E il Fermano, sulla spinta delle sue categorie produttive e dal suo associazionismo, questa volta non è affatto disposto a restare ancora fuori dai giochi dopo le prime nomine dell’amministrazione Acquaroli tra le cui fila non figurava alcun esponente fermano.
Che dunque Lucentini, dopo la doccia fredda con le elezioni possa svoltare direzione Ancona e rappresentare un jolly territoriale per Acquaroli, non è affatto un’ipotesi così peregrina. Non resta dunque che attendere, certo in primis la conferma del Viminale e, si spera, da lì a brevissimo, le novità sul riassetto amministrativo della Regione. Restare senza parlamentari e senza assessori regionali, a prescindere dalla scelta del governatore su Lucentini o qualsiasi altro nome ‘fermano’, per il nostro territorio sarebbe davvero troppo.
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