Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marlene Quadrini, socia e amministratrice del Centro Bilingue Srl, società titolare di ben cinque strutture per l’infanzia nella provincia di Fermo, di cui tre asili nido (0-3 anni) e due Centri di Aggregazione Giovanile (3-6 anni), la quale vuole segnalare una «situazione kafkiana» in cui, proprio in questi giorni, si stanno ritrovando sempre più genitori di bimbi che frequentano strutture per l’infanzia (nidi, materne, C.A.G,…).
«Già a pochi giorni dalla ripresa delle attività dei nostri centri dopo la pausa estiva, qualche bambino ha dovuto interrompere la frequenza per malattia. Nulla di grave, comuni raffreddori, influenze di stagione, congiuntiviti, virus gastro-intestinali: malattie quasi sempre virali, molto diffuse, soprattutto tra i più piccoli. Per questo motivo, Centro Bilingue, per arginare il diffondersi di contagi nei propri centri, nell’ottica di tutelare la salute dei piccoli e di limitare i disagi per i genitori, dopo 3 giorni di assenza per malattia del bambino, ai fini della riammissione in struttura, richiede alle famiglie l’esibizione di un certificato del pediatra di avvenuta guarigione e nulla osta al rientro in comunità. Una prassi consolidata negli anni e, da sempre, apprezzata dalle famiglie. Tuttavia, nelle ultime settimane, sta accadendo che molti genitori, al rientro in struttura dei loro piccoli dopo un periodo di assenza per malattia, lamentano che il pediatra si sia rifiutato di rilasciare l’abituale certificato di avvenuta guarigione. Spesso, riferiscono di pediatri che motivano il loro rifiuto per l’entrata in vigore di una norma regionale che dal 2019 avrebbe “abolito” il certificato. Questa posizione assunta da numerosi pediatri non solo genera una situazione di impasse per il rientro dei piccoli nelle strutture, mettendo in difficoltà le famiglie e gli operatori, ma ci appare, anche, del tutto incomprensibile nell’ottica di tutela della salute dei piccoli.
«Molti altri centri che sul territorio gestiscono asili e g.a.c., negli ultimi giorni, ci hanno segnalato la medesima problematica e le difficoltà nel gestire la situazione. Chiediamo alle istituzioni che venga fatta presto chiarezza e ci venga indicata una linea comune che le attività come la nostra possano adottare nel caso di rientro da malattia dei bambini, anche per capire se l’atteggiamento assunto da diversi pediatri sia linea con la norma».
Sul punto, è intervenuto anche il consulente legale del Centro Bilingue, l’Avvocato Giuseppe Maria D’Abramo dello Studio Ciarrocchi&Partners, che ha affermato: «La legge regionale a cui si riferiscono i vari pediatri che rifiutano il rilascio del certificato è la n.8 del 18/04/2019, che, nell’ottica della semplificazione amministrativa della sanità pubblica, all’art.43 prescrive la cessazione dell’obbligo di presentazione del certificato medico per assenza scolastica per più di cinque giorni di malattia (previsto dal Dpr 1518/1967), con alcune eccezioni. Ebbene, con tale norma la Regione Marche non ha “abolito” il certificato medico, bensì ha semplicemente esonerato gli alunni delle scuole dall’obbligo di esibizione del certificato in caso di malattia prolungata oltre i 5 giorni».
«In altri termini – ha concluso l’avvocato D’Abramo -, l’esibizione di tale certificazione medica in sede scolastica non è più obbligatoria, ma permane in capo ai genitori la facoltà di richiedere ed ottenere tale certificazione dal pediatra di libera scelta, al pari di qualunque altro certificato non obbligatorio per legge (si pensi, ad esempio, ai certificati medico – sportivi). Quel che è certo è che, vista la criticità emersa, urge un intervento delle Istituzioni regionali per ribadire definitivamente quanto già previsto dalla normativa in vigore».
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