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Area vasta 4, poco personale e carico di lavoro. Rsu proclama lo stato di agitazione e minaccia lo sciopero

FERMANO - L’Assemblea dei rappresentanti Rsu dell’Area Vasta 4 ha scritto una lunga lettera al governatore Francesco Acquaroli e all'assessore regionale Filippo Saltamartini elencando tutte le carenze del Fermano. E chiede un intervento immediato

di redazione CF

Carichi di lavoro insostenibili, gap sul personale, squilibri con le altre Aree vaste. L’Assemblea dei rappresentanti Rsu dell’Area Vasta 4: «Ora basta». Da oggi scatta lo stato di agitazione e nell’aria c’è anche odore di sciopero del personale. Le Rsu chiedono un intervento immediato al governatore Francesco Acquaroli e all’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini in una lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo. 

«Egregi, Presidente della Regione Marche ed Assessore alla Sanità, 

i Rappresentanti della RSU, di fronte ad un continuo e costante decadimento delle condizioni di lavoro nei reparti, servizi ed uffici dell’Area Vasta 4, a causa della carenza del personale del comparto in ogni ruolo e area, avvertendo il montare della rabbia, del disagio, del disamoramento dei professionisti ed operatori, intendono lanciare a voi e all’intera Giunta Regionale un fortissimo grido di allarme, espresso a nome e per conto dei circa 1.300 lavoratrici e lavoratori della sanità fermana. 

Dopo due anni di durissimo lavoro nel contrasto alla pandemia (non ancora debellata), in cui hanno dimostrato senza ombra di dubbio tutta la loro abnegazione ed attaccamento alla professione ed al servizio, i dipendenti sono sfiniti. Solo grazie all’infinita disponibilità ed allo spirito di resilienza non comuni, donne ed uomini dell’Area Vasta 4, hanno continuato fino ad oggi a fornire assistenza ai cittadini e pazienti, che si sono rivolti all’ospedale e alle strutture del territorio. Tutto questo, nonostante le oltremodo evidenti carenze di personale in ogni reparto, servizio, ufficio. Lo hanno fatto però sacrificando la loro vita familiare e personale, saltando risposi e ferie, rientrando continuamente in servizio anche quando non erano di turno, per garantire la continuità assistenziale e le ferie estive ai colleghi. Sono stati sottoposti a turni massacranti ed hanno subito accorpamenti e chiusure di reparti. Adesso non ne possono più e dicono ‘Basta’!  

Solo nel settore infermieristico, gentilissimi Presidente ed Assessore, è stato calcolato che a fine anno 2022 mancheranno all’appello circa 120.000 ore di assistenza diretta ai malati. Conseguenza questa dell’indisponibilità di circa 80 unità, sopperita con i sacrifici dei professionisti. Essi hanno dovuto ovviare a questo, rinunciando molto spesso ai loro diritti contrattuali ma soprattutto alla sacrosanta conciliazione della vita con il lavoro.  

Chi opera nei reparti ospedalieri e nelle strutture territoriali sono madri, padri, mogli, mariti, spesso hanno anziani in casa o figli piccoli da accudire. Sono quindi anch’essi ed a loro volta, cittadini che dovrebbero vedersi riconoscere i basilari diritti civici e non trascorrere gran parte del tempo da dedicare alla vita personale, nel posto di lavoro. Purtroppo, per tantissimi colleghi il peso lavorativo è diventato inconciliabile con la famiglia, visti i continui e ripetuti sacrifici richiesti loro, i turni supplementari, l’impossibilità di programmare anche le più elementari attività di vita. Davanti a questo quadro, appare stridente la posizione della Direzione Asur, della politica regionale e dei rappresentanti istituzionali del territorio per coloro che hanno combattuto e continuano a combattere sul campo la dura battaglia per garantire, sotto ogni forma possibile, il diritto inalienabile della salute. 

Qualora qualcuno dalle parti della Regione nutrisse dubbi sulle enormi sofferenze che la sanità di questo territorio sta attraversando, nell’assoluta indifferenza di coloro che dovrebbero rappresentarla nelle sedi istituzionali, alcuni semplici numeri raccolti dalla Rsu, basteranno a fugarli. Si, perché le risorse umane e tecnologiche destinate alla sanità fermana sono inferiori e di molto a quelle riservate ad altre realtà provinciali delle Marche. Negli ultimi 10 anni il gap storico tra Fermo e altre province delle Marche non è affatto diminuito anzi si è ampliato. 

Egregi Presidente ed Assessore,  la Direzione Generale ASUR con determina n. 452/2022, tra le altre cose, ha ridefinito le nuove dotazioni organiche suddividendole per sezioni riferibili alle cinque Aree Vaste. Analizzando i dati, se si rapporta il numero dei residenti di ogni provincia con il numero dei dipendenti previsto dalla nuove dotazioni organiche, appare evidente lo squilibrio a sfavore del Fermano. Questo è un dato che la Rsu e gli operatori dell’AV4 non possono comprendere ed accettare. 

Il numero massimo di infermieri assegnato in dotazione organica ad Area Vasta 4, ad esempio, è di 650 unità. In rapporto ai residenti censiti nel 2019 cioè 173.800, il Fermano avrebbe (il dubitativo è d’obbligo visto che non si riesce mai a coprire i posti assegnati) un infermiere ogni 267 residenti mentre altre Aree Vaste hanno un rapporto nettamente migliore. Area Vasta 3 risulta avere un infermiere ogni 223 residenti; Area Vasta 5 addirittura un infermiere ogni 211 residenti. Questo fornisce la risposta sul perché nel Fermano ci sia da troppo tempo una evidente carenza infermieristica. 

Medesimo esito, se non più drammatico, lo si riscontra con gli Oss. Area Vasta 4 ha un numero di questi operatori, previsto in dotazione organica, pari a 137 unità. Quantità ridicola se si collega alle reali necessità di assistenza sia in ambito ospedaliero che in quello residenziale per la cronicità. In pratica un OSS ogni 1.277 residenti mentre altre province hanno un rapporto addirittura dimezzato come ad esempio l’Area Vasta n.5 che risulta avere autorizzato un OSS ogni 770 residenti. 

Parimenti all’area sanitaria, i settori amministrativi e tecnici non godono certo di grande salute. Da ottobre 2021, pur avendone la possibilità e la preventiva autorizzazione, AV4 non è stata in grado di assumere 12 Assistenti Amministrativi per mancanza di graduatorie valide da cui attingere. Erano e sono figure indispensabili ma irreperibili perché non si è svolto il concorso unificato proprio per Assistenti Amministrativi bandito nel 2019 al quale hanno presentato domanda circa 8.000 candidati, pagando ognuno euro 10.00 al momento del deposito. Gli Uffici di AV4 hanno più scrivanie vuote che occupate ed il carico di lavoro amministrativo grava su poche unità. Tutto questo, anche in previsione dell’avvio della Ast e dei nuovi adempimenti che ne conseguiranno, allarma moltissimo la Rsu e fa temere il peggio per l’insostenibilità dei carichi di lavoro legati alla futura autonomia. Oltre a questo, va registrato il fortissimo disagio dei dipendenti vincitori di mobilità verso altre Aree Vaste o enti locali che da oltre tre anni si vedono negare il nulla osta per il trasferimento in sedi vicini alle loro residenze, a causa della carenza di organico e l’impossibilità di trovare sostituti. Sembra che il diritto sancito dal bando di mobilità cioè ricevere il nulla osta massimo entro 3 mesi dall’accettazione, valga solo per i dipendenti delle altre Aree Vaste ma non per quelli del Fermano. 

Egregi Presidente ed Assessore, la lista delle carenze e delle penalizzazioni rispetto ad altri territori marchigiani sarebbe lunga. Come pure quella delle indisponibilità a vario titolo di varie figure professionali (congedi, aspettative, permessi legati a norme di legge piuttosto che esoneri o limitazioni). Nonostante questo però, va detto chiaro, la media delle assenze del personale in AV4 è assolutamente più bassa di quella di altre Aree Vaste.  

Per meglio comprendere l’urgenza di intervenire, basterebbe prendere in esame la gravissima situazione che colpisce la Patologia Clinica con meno 8 unità disponibili, la Medicina Trasfusionale con meno 3 Tslb, la Radiologia con meno 3 Tsrm, l’Ostetricia con meno 4 ostetriche, il dipartimento di Prevenzione con meno 4 assistenti sanitarie, l’area della riabilitazione con meno 2 educatori professionali, ecc. Non parliamo poi di quanto potrà avvenire nell’immediato futuro vista anche la richiesta proveniente proprio dai vostri uffici regionali, di accelerare l’avvio dei famosi “infermieri di comunità”. Se non arriverà un congruo numero di nuovi professionisti, il rischio di chiudere Reparti e Servizi in Area Vasta 4 sarà più che concreto. Con l’attuale dotazione, infatti, sarà impossibile mantenere le attività ospedaliere e rinforzare, come sarebbe giusto, quelle sul territorio e di prossimità. Un detto popolare, recita: “non si fanno le nozze con i fichi secchi”!  

Nonostante la difficilissima realtà in cui i lavoratori di AV4 si trovano ad operare da troppo tempo, la parte sindacale registra una singolare attenzione da parte vostra e dell’intera Direzione dell’Asur nei confronti di una singola Area Vasta dell’Azienda Unica, che cozza con l’indifferenza mostrata nei confronti dell’Area di Fermo. Senza entrare nei tecnicismi e senza alcuna polemica, risulta stridente che l’intero parterre regionale abbia incontrato in più riunioni, una singola Rsu ed abbia emanato atti che hanno finanziato ed incrementato i fondi di quella sola Area Vasta, gravando però su tutte le altre realtà territoriali ugualmente in difficoltà. Basarsi sul singolo dato della media dei fondi per dipendente senza contestualizzarlo con altri dati riguardanti ad esempio la media di unità di personale per residenti, che nel caso specifico dell’Area Vasta interessata, risulterebbe più alta di circa il 20%, è l’ennesimo esempio di mancanza di equità che colpisce il Fermano. Facendo, infatti, il rapporto tra il numero dei residenti per provincia e la spesa del personale assegnato alle Aree Vaste, Fermo, tra i territori senza un’ Azienda Ospedaliera all’interno, è quella con il rapporto peggiore cioè ha la spesa inferiore. Questo risulta lampante elaborando i dati contenuti nella determina DG ASUR n.452/2022, che indica la spesa per il personale per gli anni 2022-23-24 suddivisa per Aree Vaste. Medesima penalizzazione si riscontra guardando al spesa sanitaria procapite annua per cittadino: provincia di Pesaro = 1.790 euro, provincia di Ancona = 2.550 euro, provincia di Macerata = 1.811 euro, provincia di Fermo = 1.595 euro, provincia di Ascoli Piceno = 2.025 euro (fonte Univpm). Nemmeno sui posti letto, il Fermano vanta numeri positivi. Secondo il decreto Balduzzi, Area Vasta 4 dovrebbe avere in rapporto alla popolazione 515 posti letto. Mentre ne ha attualmente (solo sulla carta) 416. 

Il quadro rappresentato, oltre a preoccupare la Rsu per quanto sta avvenendo oggi, allarma molto più per il futuro prossimo. Se la convinzione che i fondi del personale dell’Area Vasta 4 sono ridondanti, dovesse trovare ingiusta cittadinanza presso il Servizio Salute, nel momento dello scorporo da Asur ad Ast, vista anche la debolezza politica del Fermano, la sanità ed i professionisti della provincia di Fermo subirebbero ancora una volta penalizzazioni ingiustificate ed ingiustificabili. C’è necessità ed una forte richiesta di verità su tutta questa partita e soprattutto trasparenza da parte degli organi decisori sul nuovo piano sociosanitario. I dipendenti di AV4 in tutto questo non intendono ricoprire il ruolo di meri spettatori ma attraverso i propri rappresentanti sindacali, pretendono un tavolo di confronto permanente, che accompagni il percorso di riattribuzione dei servizi e delle risorse alla nuova Ast. 

Presidente ed Assessore,  a seguito di questa drammatica analisi e dell’insostenibilità delle condizioni di lavoro alle quali viene sottoposto il personale di ogni ruolo e settore dell’Area Vasta 4, l’Assemblea dei Rappresentanti Sindacali Unitari non potendo e volendo sopportare ulteriormente la posizione della direzione Asur e dallo stesso Esecutivo Regionale, nei confronti delle numerosissime segnalazioni di parte sindacale inviate negli ultimi mesi tramite comunicati interni ed esterni rimasti inascoltati, aventi per oggetto il disagio crescente dei professionisti ed operatori, ha deciso all’unanimità di proclamare, a partire dalla data odierna, lo stato di agitazione del personale del comparto dell’Area Vasta 4 al quale seguirà una serie di iniziative pubbliche e non, tra le quali la richiesta di audizione ai consiglieri regionali eletti nel Fermano, l’organizzazione di un incontro con la Conferenza dei Sindaci fino al volantinaggio davanti ai presidi sanitari della provincia presenti sul territorio, dal mare alla montagna. Tutti dovranno conoscere la cruda realtà in cui si dibatte la sanità pubblica del Fermano, compresi i problemi legati ai ritardi e ai blocchi di assunzioni provocati da percorsi autorizzativi centralizzati, del tutto ridondanti e dal carattere al limite del vessatorio. 

La Rsu chiede con questa lettera aperta, la dovuta attenzione della politica regionale verso le giuste rivendicazioni dei lavoratori della sanità fermana. Chiede soprattutto risultati concreti quindi lo sblocco immediato delle assunzioni di personale che renda sostenibile l’attuale offerta di servizi sanitari sia ospedalieri che territoriali dell’AV4 in rapporto alle reali forze professionali disponibili. Non è più tollerabile che il servizio sanitario pubblico della provincia di Fermo si regga sulla sola “buona volontà” ( tra l’altro ampiamente dimostrata) degli operatori. Il territorio fermano, i suoi professionisti, hanno diritto al rispetto dovuto e non di essere ignorati o essere oggetto di “ passerelle” in occasione di tagli di nastro di nuovi letti o reparti ma senza il reclutamento del personale per farli essere operativi. 

Il prossimo 29 ottobre tutte le forze sindacali presenti in AV4 unitamente alle lavoratrici ed ai lavoratori della sanità pubblica e privata, saranno chiamati a partecipare alla manifestazione nazionale a Roma proprio per sollecitare il Governo ad investire maggiormente sulla Sanità. In preparazione di tale importante appuntamento, la delegazione sindacale organizzerà incontri con i lavoratori ed i cittadini nei quali rappresenterà anche le criticità del sistema sanitario nella provincia di Fermo. Qualora nel frattempo non dovessero arrivare segnali concreti e certificati da parte di Asur o del Servizio Salute sul reperimento di nuovo personale, sulle stabilizzazioni dei precari impegnati nell’emergenza Covid, sull’accoglimento delle richieste di mobilità in entrata, la Rsu non potrà che assumersi la responsabilità, in accordo con le rispettive strutture sindacali, di procedere alla possibile indizione dello sciopero di tutto il personale dell’Area Vasta 4. Nessuno vorrebbe arrivare a questa decisione e l’auspicio e che non serva perché le conseguenze ricadrebbero sui malati e sui cittadini più fragili ma la situazione è veramente insostenibile e non è possibile lavorare in questo modo.  

Spetta ora a voi, gentilissimi Presidente ed Assessore, cogliere il grido di aiuto e di allarme proveniente dal personale dell’Area Vasta 4 ed aprire un canale di confronto che potrebbe portare al raffreddamento del conflitto ormai arrivato all’apice. Come rappresentanti Rsu saremo sempre disponibili e pronti ad ogni tipo di dialogo che però non sia finalizzato a prendere o perdere tempo ma che porti a risultati concreti perché ormai di ascoltare parole e promesse senza seguito, i professionisti ed operatori del territorio fermano sfiduciati e sfiancati, sono veramente stufi. La RSU confida in voi per una positiva soluzione delle criticità rappresentate» 

 



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