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Castelli dal Senato: «Il Fermano conti su di me». Analisi a tutto tondo: A14 “in valigia” e rimpasto di giunta. Ascolta l’intervista a Zoom

ROMA - Fresco di insediamento al Senato, Guido Castelli racconta la sua prima giornata da parlamentare ai microfoni di Zoom di Radio FM1. E non manca di analizzare le criticità del Fermano, dall'ampliamento dell'autostrada all'arretramento della ferrovia passando per le previsioni di un rimpasto di giunta regionale: «Non dimentichiamo che il Fermano ha in mano Svem e Erap»
L'intervista del senatore Guido Castelli ai microfoni di Radio FM1

Il senatore Guido Castelli, ieri in Aula

di Francesco Silla

A Zoom, programma di approfondimento di Radio FM1, ospite Guido Castelli, senatore di Fratelli D’Italia, alla sua prima seduta, di insediamento, a Palazzo Madama. Nella giornata di ieri è stato eletto il Presidente del Senato, il compagno di partito del senatore Castelli, Ignazio La Russa. E con il senatore ascolano che, però, specifica di sentirsi «senatore anche di Fermo e del Fermano» si è parlato della nuova legislatura, degli obiettivi della maggioranza e delle politiche che il futuro Governo dovrà varare per rispondere alle esigenze del paese in questo momento di difficoltà. Ma non solo ‘nazionale’: con Castelli si è passati dalle politiche nazionali a un focus sulle Marche, dai lavori sulla terza corsia al rimpasto della Giunta regionale.
Nuova puntata di Zoom, la trasmissione di approfondimento di Radio Fm1, quella andata in onda ieri giovedì 13 ottobre alle 19. Ospite della puntata, intervistato da Giorgio Fedeli, direttore di Cronache Fermane e Radio FM1, il senatore di Fratelli D’Italia Guido Castelli. Il senatore ha commentato la sua prima giornata a Palazzo Madama e l’elezione del nuovo presidente del Senato, spostando poi il focus sugli obbiettivi della coalizione di centrodestra da attuare con la formazione del prossimo Governo. Il discorso è poi finito inevitabilmente sulla nostra regione, con le sfide dell’allargamento del tratto autostradale e il rimpasto della Giunta regionale, con la priorità alla problematica del caro-bollette.

«Ho provato grande emozione e senso di responsabilità quando sono entrato a Palazzo Madama, nel tempio della democrazia repubblicana – spiega Castelli, passando poi a parlare della prima giornata di votazioni per l’elezione del Presidente del Senato – Per quanto riguarda il nostro partito la Legislatura è iniziata benissimo, abbiamo proposto un uomo che ha un lungo percorso parlamentare, uomo delle istituzioni e francamente e legittimamente di destra. È riuscito a catalizzare su di sé, per queste sue caratteristiche, voti che andavano oltre il centrodestra. Chiaramente c’è stata qualche tensione interna alla coalizione, ma l’ingresso di Silvio Berlusconi ci fa presagire un futuro ottimista. Alle critiche del centrosinistra rispondo che in realtà in democrazia a contare sono i voti e i 116 voti presi dal presidente La Russa sono una conferma della forza della coalizione. C’è stata qualche defezione del centrodestra, ma evidentemente una fetta non secondaria delle opposizioni ha ritenuto di aderire alla nostra proposta. Il presidente pro-tempore Liliana Segre si è raccomandata che ci fosse un atteggiamento teso a favorire la condivisione in politica, anche fra maggioranza e minoranza».
Parlando poi delle prime sfide che attendono il futuro Governo a trazione Fratelli D’Italia, Castelli, che in Regione ha rivestito il ruolo di assessore al Bilancio, spiega che «la legge di bilancio si concentrerà sui temi del caro-bollette e del contrasto alla crisi economica. I tempi di costituzione dei vari organismi istituzionali purtroppo non consentiranno una serie di approfondimenti tradizionali sulla Finanziaria. Siamo al limite, in ordine di tempo, per presentare la legge di bilancio. Da questo punto di vista, credo sia utile mantenere prudenza e sapere che abbiamo cinque anni per realizzare il nostro programma».
Si passa poi al territorio fermano e in generale, a quello regionale, di cui Castelli si fa portavoce: «Porterò la bandiera del Fermano nella maggioranza parlamentare. Il Fermano può confidare su di me come già accaduto nei due anni che mi hanno visto in Giunta regionale. Lo conosco bene e ho un rapporto molto stretto con il territorio, dovuto anche alla mia delega al sisma. Per Fermo ci siamo sempre spesi, come per esempio con l’attivazione del corso Magistrale in Scienze Infermieristiche. Si può fare ovviamente sempre meglio». Un Fermano che, però, non è riuscito ad eleggere un suo parlamentare, un ‘indigeno’ (Verducci è stato rieletto al Senato, ma in Piemonte). «Non ha eletto un suo rappresentante anche per colpa – spiega il senatore – di una legge cervellotica. E ovviamente c’è amarezza per la non rielezione di Mauro Lucentini».

La sua elezione, quella di Castelli, al Parlamento, come pure di Giorgia Latini e Mirco Carloni, si sa, ha spinto il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli a un rimpasto di giunta (che ancora si fa attendere, ndr). E i rumors che si susseguono a palazzo Raffaello non lasciano dormire sonni tranquilli al Fermano che rischia di ritrovarsi ancora una volta senza un assessore regionale di provenienza fermana.
«Il Presidente Acquaroli è una persona avveduta e intelligente e sono convinto che riuscirà a dare alla rappresentanza di Giunta un equilibrio fondamentale. È vero che è mancato un assessore fermano. È vero però che ci sono due importanti società e agenzie regionali che sono in mani fermane, ossia Svem (presieduta da Andrea Santori) e Erap (presieduta da Saturnino Di Ruscio). Non vi è nessuna intenzione di sottovalutare il Fermano. L’assenza di un rappresentante diretto non nega l’impegno della Regione nel territorio, come ad esempio con il finanziamento alla Amandola-Servigliano, su cui ai primi 20 milioni se ne aggiungono altri 18 e ulteriori 7, o anche il potenziamento che si sta progettando tra Campiglione e il casello autostradale di Porto Sant’Elpidio. Manca l’assessore ma non mancano le idee». Dunque un Fermano che dovrebbe accontentarsi di Svem e Erap? «Mai accontentarsi» la replica dell’assessore.

Infine, Castelli si sofferma su un tema ampiamente discusso, l’ampliamento autostradale: «E’ una di quelle cose che ho messo nello zaino prima di partire per Roma. Questo tema è una grande priorità che non deve essere discussa solo in ambito regionale ma anche nazionale. Società Autostrade sta studiando quello che è il tracciato preferibile, così che si possa capire quale sia la soluzione tecnica più utile. Noi ci rimettiamo alla tecnica; diffido dai politici che con la matita si improvvisano tecnici. Il mio mestiere non è fare le strade ma garantire che le strade abbiano le risorse necessarie per essere realizzate. Un ulteriore battaglia importantissima è la necessità che l’arretramento della ferrovia non sia solo appannaggio delle province del nord delle Marche, ma possa invece vedere una realizzazione anche a sud di Ancona». Dunque arretramento della rete ferroviaria e anche dell’Autostrada? «Sull’A14 aspettiamo di vedere cosa propone società Autostrade. Ovviamente questi sono problemi e progetti enormi e al momento la priorità massima sono i rincari delle bollette e la pressione sui cittadini. Seguendo il consiglio di Giorgia Meloni, servono concretezza, pragmatismo e senso di responsabilità».


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