«Quanto sta accadendo intorno all’asta per l’alienazione della Casina delle Rose è a dir poco surreale e dimostra quanto sia ormai siderale la distanza che divide l’Amministrazione comunale di Fermo dai cittadini. Dopo il giro a vuoto della prima asta, c’era l’occasione di rivedere l’intera operazione, cancellando l’idea di mettere a profitto privato un prestigioso pezzo di patrimonio culturale e paesaggistico della città per destinarlo al prioritario interesse pubblico con l’obiettivo di valorizzarne le enormi potenzialità. Invece no, si continua imperterriti a percorrere una strada che segna una netta e grave discontinuità con la politica di acquisizione e tutela di spazi portata avanti dalle precedenti Amministrazioni comunali. Torno a ripetere che l’asta va fermata, perché la vendita della Casina delle Rose non solo è immotivata, ma è stata decisa da pochi, senza una partecipazione vera del consiglio comunale e senza neppure il coinvolgimento della cittadinanza, tanto che è stato arrogantemente rifiutato ogni invito al confronto avanzato dalle associazioni locali. Basti dire che molti consiglieri comunali ignoravano l’esistenza di una proposta inviata dalla Fondazione Italiani, la quale contempla la ristrutturazione dell’immobile senza alcun onere economico per il Comune e con la contemporanea garanzia del mantenimento della proprietà pubblica».
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Fabrizio Cesetti, il quale aggiunge: «Tra l’altro – afferma Cesetti – il fatto che la prima asta sia andata deserta, sembrerebbe dimostrare che non c’è neanche tutto questo grande interesse da parte di gruppi privati, a meno che, e ciò sarebbe di una gravità inaudita, non sia in atto un tentativo di attendere ulteriori ribassi d’asta e acquisire il bene a un prezzo ancora più stracciato di quello attuale, che di fatto rappresenta già di per sé una vera e propria svendita. Il tempo saprà dirci, ma di certo non c’è dubbio che l’Amministrazione comunale stia speculando politicamente con i beni pubblici della città».
«Questa vicenda – conclude Cesetti – come quelle che hanno riguardato l’area Steat, i colpevoli silenzi sulle infrastrutture e le incomprensibili complicità sulla riorganizzazione del sistema sanitario, dimostrano tutta la debolezza della guida del Comune di Fermo, inopportunamente affidata al cosiddetto civismo. Una guida che non ha alcuna consapevolezza del fatto che la città sia capoluogo di provincia e che quindi abbia una responsabilità ben più grande, che la dovrebbe spingere a guardare fuori e al di là delle proprie mura, a quel territorio provinciale che costituisce per essa una straordinaria ricchezza».
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