di Alessandro Luzi
Il 22 ottobre la città di Fermo sarà sede del congresso sul tumore al polmone. Si terrà presso la sala dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri in corso Cefalonia. Il dottor Renato Bisonni, primario dell’Unità Operativa Oncologia di Fermo, e la dottoressa Silvia Rinaldi, medico e dirigente di Oncologia, sono intervenuti ai microfoni di Radio Fm1 per presentare l’evento. Si è rivelata un’occasione anche per approfondire alcuni aspetti concernenti questa patologia molto aggressiva.
«Purtroppo siamo davanti a una malattia estremamente diffusa e spesso dall’esito infausto – ha esordito Bisonni -. Nel 2020 sono stati registrati circa 40mila casi. Ha colpito 27mila uomini e 13mila donne. Il reparto di Pneumologia purtroppo a Fermo è assente ma abbiamo la dottoressa Rinaldi molto esperta in materia. L’intenzione, anche attraverso l’organizzazione di congressi, è di creare un percorso più lineare possibile per i malati e di implementare l’interazione con i medici di base per velocizzare le operazioni di screening e di assistenza». «All’appuntamento parteciperanno tutti gli attori coinvolti, a partire dalla fase di diagnostica, fino a quella terapeutica – ha affermato Rinaldi -. Abbiamo invitato i più prestigiosi esponenti delle Marche dell’oncologia, della radioterapia, della pneumologia, dell’anatomia patologica e della chirurgia toracica. È importante ricordare che questa tipologia di tumore è la prima causa di morte, quindi è fondamentale intervenire correttamente e rapidamente. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale lavorare in sinergia con altri settori della medicina. Sicuramente l’approccio alla patologia non è facile ma l’intenzione è di collaborare con i centri di eccellenza di tutta Italia, a partire da Ancona, in vista anche di possibili protocolli di studio qualora il paziente fosse motivato».
Come ogni tipologia di tumore, oltre che sui percorsi di cura è importante lavorare anche sulla prevenzione attraverso uno stile di vita in grado di diminuire le possibilità di insorgenza: «Stiamo approfondendo sempre di più la biologia di questa patologia e ciò apre un ventaglio di terapie innovative per far fronte sia agli stati primari che a quelli avanzati. Però è necessario lavorare anche sulla prevenzione. Di fatto, la principale causa è il fumo di sigarette, quindi è importante smettere o non iniziare. Dopodiché serve una stretta collaborazione con i medici curanti, i primi soggetti a cui il paziente si rivolge. Dobbiamo informarli sulle possibilità di avviare delle procedure di screening (definita come prevenzione secondaria) consigliate ai forti fumatori, ovvero chi in media ha consumato un pacchetto di sigarette al giorno per più di trent’anni. Quest’ultimi possono accedere ad una Tac ad alta risoluzione senza contrasto in grado di fornire dei risultati adeguati ad individuare la malattia in uno stadio più precoce possibile, quindi operabile e guaribile. Oggi purtroppo tali diagnosi rappresentano solo un 30% di casi perché troppo tardive».
Bisonni ha poi fornito una panoramica sullo stile di vita condotto nel Fermano, correlato all’insorgenza della malattia: «Innanzitutto è doveroso sottolineare che c’è stata un’era pre-Covid e una post-Covid. Nella prima la risposta della popolazione agli inviti per gli screening era buona ed in linea con la media Nazionale. Poi si è fermato tutto. Ora l’intera macchina si è rimessa in moto ma le procedure di diagnostica hanno subito un netto decremento attestandosi intorno al 25%. Ciò si verifica perché ci sono ancora delle barriere per accedere all’ospedale, come obbligo di Green pass e quant’altro, perciò serve tornare quanto prima alla normalità. Anche per quanto riguarda lo stile di vita, non c’era un grosso discostamento rispetto a quanto emerge dal registro tumori aggiornati intorno al 2016. Piuttosto la patologia è legata alle caratteristiche dei lavori più diffusi nella nostra provincia come quelli relativi al distretto calzaturiero. Tuttavia stiamo parlando di un’incidenza certamente non eclatante».
Oltre al congresso del 22 ottobre la sanità Fermana continua a proporre occasioni di studio. Infatti anche quest’anno è previsto “Marcangolo”, il congresso degli oncologi marchigiani, ideato e promosso sempre da Bisonni: «Finalmente torna nel Fermano. Dopo aver coinvolto Porto San Giorgio e Fermo, sarà la volta di Porto Sant’Elpidio. Intanto l’amministrazione comunale si è subito attivata per trovare un sito idoneo. Oltre a tanti medici e studiosi di prestigio, sarà ospitato anche l’orami ex sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, per illustrare il Piano nazionale sull’oncologia, a cui aveva lavorato».
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