di Giorgio Fedeli
(aggiornamento delle 21,21)
Vendita della Casina delle Rose, ci sono due offerte di acquisto. Alle 13 di oggi, allo scadere della possibilità di presentare una proposta di acquisto dello storico edificio al Girfalco, al protocollo del Comune di Fermo sono arrivati due plichi. Ancora non se ne conosce il contenuto, l’entità delle offerte protocollate, per intenderci.
Ma di certo fa notizia che due ‘soggetti’ abbiano manifestato interesse nell’acquisto dello stabile dopo lo “zero”, alla voce offerte pervenute, registrato due settimane fa nella prima fase del pubblico incanto. Il futuro dello storico stabile al Girfalco da mesi è al centro di un infuocato dibattito che investe tutta la città.
Ascolta la notizia:
La volontà, espressa anche nei fatti dall’amministrazione con la pubblicazione del bando, di venderlo, è stata condannata dalla minoranza con in testa il capogruppo di Fermo Capoluogo #FermoFutura, Renzo Interlenghi, intervenuto a più riprese sull’argomento. Schierati contro la vendita anche Italia Nostra e l’associazione Demos. Idem il Pd con il segretario dell’Unione dem di Fermo, Iagatti, e il consigliere regionale Fabrizio Cesetti, e Articolo Uno con Alessandro Dal Monte. E anche la Lega, con il suo gruppo consiliare, ha alzato la voce chiedendo chiarezza. Prima di loro, contrari alla vendita anche Elvezio Serena, il Movimento 5 Stelle e L’Altra Fermo. Insomma una lunga scia di ‘no’.
Ma per Calcinaro & c. la strada della vendita è la migliore, quella che garantirebbe la migliore riuscita dell’operazione di vera riqualificazione della struttura con fisiologici vantaggi anche sul tessuto produttivo e commerciale, e sull’immagine di uno dei luoghi simbolo della città, il Girfalco: «Io credo che per investire sulla Casina delle Rose serva un grande atto di fiducia sulla città. Le alternative, come casa culturale o museo non starebbero in piedi e in più non ci sarebbe nemmeno la possibilità finanziaria per portarle avanti perché di contenitori culturali ne andremo ad inaugurare altri a breve, mi riferisco all’ex collegio Fontevecchia o a Palazzo Preziotti per il quale abbiamo presentato un’ipotesi di ristrutturazione di un milione di euro alla Regione» aveva avuto a dire lo stesso sindaco dopo la prima fase del pubblico incanto, due settimane fa, andata deserta. Ma ora ci sono le due offerte da valutare.
A far balzare sulla sedia qualcuno della maggioranza, favorevole all’alienazione, è stata però una determina del dirigente Paccapelo (clicca qui per leggerla) in cui si stabilisce di “sospendere, in attesa dell’acquisizione della valutazione di stima da parte dell’Agenzia delle Entrate, la procedura aperta per l’alienazione dell’immobile (…) non dando luogo, quindi, all’apertura delle buste offerte pervenute, e rinviando la convocazione per la procedura pubblica per l’apertura delle stesse a data successiva all’acquisizione della stima”. Insomma quella parola, “sospendere”, ha fatto drizzare le antenne sia in amministrazione che in maggioranza, e anche a qualcuno in minoranza.
Ma chi ha pensato che la vendita della Casina delle Rose fosse saltata definitivamente si sbaglia. Sì perché è stata proprio l’amministrazione comunale, a luglio, a chiedere, dopo il dibattito innescatosi in città, la congruità sulla stima a base d’asta, pari a 1,973 milioni di euro (una prima stima era di un milione in più ma comprendeva anche delle parti non vendibili da parte del Comune) decidendo al contempo di procedere con il pubblico incanto.
Insomma la “cronaca di una sospensione annunciata”, un automatismo amministrativo preventivato, verrebbe da dire, in attesa del pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate che dovrebbe arrivare da qui a qualche settimana. Solo allora, però, le buste (che restano sigillate) con le due offerte pervenute potranno essere aperte.
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