«Il futuro dell’ex Hotel Casina delle Rose continua ad animare il dibattito cittadino ed è questo un fatto positivo in quanto l’edificio, per ciò che rappresenta, costituisce memoria della nostra comunità. La notizia della sospensione dell’asta pubblica per l’alienazione del bene dimostra quanta incertezza e superficialità nell’agire dell’amministrazione comunale in questo delicato procedimento». E’ l’affondo del gruppo consiliare Pd, composto dai consiglieri Vallasciani, Nicolai e Malvatani, dopo che ieri, a poche ore dalla chiusura della gara (con due offerte pervenute) è arrivata la delibera di sospensione della vendita, da parte del dirigente comunale, in attesa della congruità sulla stima da parte dell’Agenzia delle Entrate.
«Per indire una gara per l’alienazione di un bene occorre in primo luogo determinare il valore del bene, ma non è obbligatorio avvalersi degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, potrebbe essere sufficiente una stima redatta dai propri uffici tecnici. Se come in questo caso la procedura d’asta parte con il valore determinato dagli uffici che senso ha chiedere in corso di procedura la stima dell’Agenzia? Se il valore stimato dalla medesima risulterà maggiore da quello fissato a base dell’asta, l’amministrazione sarà costretta ad annullare la gara e procedere ad una nuova asta con il valore rettificato. Quindi perché si è in ogni caso proceduto in pendenza del giudizio dell’Agenzia delle Entrate?».
Nel merito il gruppo Consiliare del Pd, come si è già espresso più volte ritiene che «una vendita come quella in corso, priva di ogni e qualsiasi obbligo anche temporale contingentato del recupero del bene per avviarlo ad una attività ricettiva sia un grossolano errore. I requisiti dei probabili acquirenti oltre ad avere alla dimostrazione della capacità finanziaria per l’acquisto dovrebbero avere anche adeguate referenze bancarie in merito anche al suo recupero cosa che comporta un investimento non inferiore a tre volte il valore di acquisto. La Casina delle Rose deve tornare ad essere solo e soltanto una struttura ricettiva e può essere ceduta solo a chi si impegna in tempi certi di ristrutturarla e di avviarne l’utilizzo a tale attività. In alternativa a ciò sottoporre il suo recupero al reperimento di risorse pubbliche sia nazionali che comunitarie per gli scopi a cui i fondi intercettati siano concessi. La scelta fatta dall’amministrazione – concludono i consiglieri dem – potrebbe portare all’oblio del bene come è accaduto in passato con la vendita del ex cinema Elios di cui però nessuno parla anche se esso rappresenta, al pari della Casina delle Rose un simbolo della nostra comunità».
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