E’ iniziato poco prima delle 18 e si è concluso da lì a un’ora circa l’incontro, in Comune a Fermo, tra le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) dell’Area vasta 4 e i consiglieri regionali del Fermano, Andrea Putzu, Marco Marinangeli e Jessica Marcozzi. Presente anche il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro.
E le richieste che le rappresentanze sindacali dell’Av4 vogliono che i consiglieri recapitino ai piani alti di Palazzo Raffaello, ossia al governatore Acquaroli e all’assessore alla Sanità, Saltamartini, sono chiare: partendo da un gap del Fermano rispetto alle altre Aree vaste, soprattutto in termini di personale rispetto alla popolazione residente, vigilare con attenzione sul percorso dello “scorporo”, in vista dei nuovi assetti sanitari locali con le nasciture Aziende territoriali sanitarie (Ats) che entreranno in vigore dal primo gennaio prossimo.
Le Rsu, in pratica, vogliono essere informate su quali saranno le risorse, sia economiche che in termini di risorse umane, che accompagneranno l’Ats di Fermo. Ma non solo questo. Prioritaria, per le rappresentanze sindacali, anche una campagna di assunzioni straordinarie per tamponare le lacune che pesano sulla sanità fermana. Altra richiesta, la proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza a fine anno. Da parte dei consiglieri regionali è emersa la disponibilità a recapitare i chiari messaggi firmati Rsu e a rappresentare già da subito le difficoltà.
Le Rsu hanno di fatto esposto quella che definiscono «una drammatica situazione attuale in Area Vasta 4 con le carenze che sono ormai diffuse per tutti i profili professionali con particolare attenzione alle carenze di personale infermieristico e Oss», una situazione che, se si protrarrà nel tempo senza assunzioni straordinarie, per le Rsu non consentirà di mantenere l’offerta sanitaria per come la si conosce oggi.
E sembra proprio che senza queste operazioni, partendo dal surplus di personale e dalla proroga dei tempi determinati, le Rsu da novembre potrebbero arrivare ad intensificare le vertenze e le iniziative pubbliche senza escludere, dopo lo stato di agitazione, come già annunciato, lo sciopero.
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