Nonostante non sia un camice bianco alle prime armi, Paolo Misericordia, medico di medicina generale e segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale), è visibilmente emozionato, carico, motivato. Lui infatti è di fatto il promotore e il coordinatore del nuovo polo di medicina generale che verrà inaugurato domani pomeriggio all’ex ospedale di Sant’Elpidio a Mare. Emozionato sì, perché oltre a fornire un servizio alla comunità, Misericordia crede proprio che con questo progetto, un unicum nelle Marche, si stimolino e motivino anche i nuovi medici, che iniziano a muovere i loro primi passi con il camice. «Valore aggiunto? Il lavoro di squadra che equivale a dire confronto costante, e quindi crescita».
Ma andiamo per ordine, con un salto a ritroso di cinque anni. «Eh sì, è stato un lavoro lungo e delicato. Tutto parte all’incirca nel 2018. L’Area vasta era guidata dal direttore Licio Livini. E diciamo la verità, è stato la chiave di volta, un artefice positivo di questo progetto. Per carità, anche l’attuale direttore Roberto Grinta ci ha aiutato ma se non ci fosse stato Livini a sostenerci, mi preme rimarcarlo, probabilmente il progetto non avrebbe preso corpo. Nel 2018, dicevamo, le prime riunioni. Dinanzi a progetti sull’ex ospedale, da ristrutturare con attività ambulatoriali non meglio consolidate, ho pensato che un pool di medici di medicina generale potesse rappresentare una svolta per il territorio. Eravamo e siamo in una fase di ricambio generazionale tra i nostri professionisti, e anche in scadenza di contratti d’affitto. Quindi questa rappresentava la situazione migliore per prospettare anche un cambio di vita professionale, e soprattutto un valore aggiunto per una risposta medica a tutto tondo».
Domani alle ore 15, si diceva, il taglio del nastro. La struttura è già operativa dalla fine di settembre ed ha visto trasferirsi, alla struttura sanitaria, tutti i nove medici di base operativi nel Comune elpidiense. I medici di base, oltre a prestare la loro attività ambulatoriale, garantiranno assistenza ai degenti del reparto di cure intermedie da 20 posti letto ubicato a Sant’Elpidio a Mare. Il modello andrà a completarsi con l’allestimento del Pat, Punto di accoglienza territoriale, sempre all’interno della stessa struttura, e con il potenziamento della specialistica ambulatoriale. Parte un percorso innovativo, che vede i medici in rete ed un’assistenza continua nei confronti del paziente. La collocazione di tutti i professionisti in uno stesso spazio sarà anche propedeutica al potenziamento della telemedicina e ad un approccio sempre più moderno ed integrato».
I nove medici che si insedieranno nel nuovo polo garantiranno anche un’assistenza al reparto di cure intermedie da 20 posti letto, proprio lì, nello stesso stabile, come pure al Pat, punto di accoglienza territoriale. «Parliamo di Paat, con due a – specifica Misericordia – è un presidio avanzato di assistenza territoriale. Avremo tre postazioni di segretaria, due belle sale d’attesa, un locale per l’infermiere con postazioni di telemedicina. Un bel quadro organizzativo che sicuramente motiverà i professionisti. Certo, per le situazioni più complesse, come ad esempio un holter cardiaco, ci avvarremo anche della tele-refertazione. Comunque è sempre il medico che governa sia l’accesso all’esame che la presa in carico per la diagnostica. Al Punto di medicina elpidiense saranno presenti nove medici, tre segretari e un infermiere. Gli orari del Punto saranno dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 20. E sia chiaro che chi ha degli ambulatori periferici continuerà comunque a lavorare anche lì. Insomma manteniamo la distribuzione capillare ma con un modello più efficace di assistenza, al passo con l’attualità. E diventerà un modello da esportare. Dove? Pensiamo alle zone limitrofe come Porto Sant’Elpidio e Fermo dove, in questo secondo caso, non ci sono mai state le condizioni per la medicina di gruppo. E questo francamente penso che sia inaccettabile. I giovani medici ormai ci chiedono di fare squadra. Il confronto professionale ma anche sui modelli di lavoro e sull’approccio con il paziente è un valore aggiunto incredibile. Così facendo si favorisce anche l’economia di scala». I detrattori del modello di gruppo, però, pensano che il sistema possa essere limitato, frenato, dalle paure di qualche medico di vedersi ‘scippati’ i pazienti. «Ma chi lo pensa è fermo a 30 anni fa – la replica di Misericordia – oggi chi inizia questo percorso della medicina di famiglia, magari parte già con 1.600 assistiti. Bisogna guardare al futuro, anzi all’attuale».
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