Pillola abortiva nelle Marche, l’assessore alla Sanità e neo vice presidente Filippo Saltamartini: «La circolare del ministero della Salute del 12 agosto del 2020 sull’interruzione volontaria della gravidanza è un atto normativo che non ha bisogno di recepimento con atti della Giunta Regionale».
Una precisazione che arriva dopo l’interpellanza presentata nell’aula consiliare dalla consigliera Manuela Bora. «La Legge 194 del 1978 – spiega Saltamartini – è una legge dello Stato, che ha eliminato la piaga degli aborti clandestini per cui migliaia di donne sono infaustamente cadute. È una legge validata anche dal corpo elettorale con il referendum del 1981. E’ chiaro dunque che l’aborto è un potere che le donne possono esercitare, quale disposizione appunto del proprio corpo, un moderno habeas corpus. La direttiva del ministero della Salute del 12 agosto 2020 che garantisce la somministrazione della pillola RU486 fino alla nona settimana (prima era fino alla settima) non può essere in dubbio, considerato il potere affidato allo Stato dalla Costituzione di individuare i principi della materia». Saltamartini aggiunge che la giunta regionale e la maggioranza consiliare «non vogliono né possono mettere in discussione l’efficacia dei provvedimenti normativi, tra cui si collocano le circolari per le amministrazioni e gli enti che si occupano di sanità. La legge 194/1978 si occupa anche della tutela della maternità».
La Regione, aggiunge Saltamartini, ha stanziato «un milione di euro con il Fondo famiglia, lo scorso anno, prevedendo anche interventi a sostegno della nascita e l’adozione di figli: i beneficiari complessivamente sono stati 454 (151 donne che avrebbero potuto abortire per ragioni puramente materiali e 199 ragazze madri e 104 famiglie che hanno scelto il percorso dell’adozione)». Per quel che riguarda «La Regione è intervenuta creando convenzioni con le altre Aree Vaste (in questo caso Av3) – continua Saltamartini -. Per quanto riguarda la questione degli obiettori di coscienza, nella nostra regione, soprattutto nelle province di Fermo e Ascoli, è quasi totalitaria. Anche nelle Aree vaste 4 e 5, dunque, viene garantito il potere delle donne di interrompere la gravidanza. Nelle Marche nel 2022 (fino alla scorsa settimana) sono state effettuate 932 interruzioni di gravidanza, di cui 108 farmacologiche (11,6%). Nel 2021 sono state complessivamente 1.254 di cui 162 farmacologiche (12,9%) e nel 2020, anno di insediamento di questa Giunta nel mese di ottobre, erano state 1.477 di cui 141 farmacologiche (il 9,5%)».
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