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Marche, le imprese assumono di meno

ECONOMIA - Analisi del Centro Studi Cna che ha elaborato i dati Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Il presidente Silenzi e il segretario Gregorini di Cna Marche: «Nel periodo ottobre-dicembre c'è un calo dell'8,6% rispetto al 2021, inoltre le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati»

Otello Gregorini e Paolo Silenzi

 

Nelle Marche le imprese assumono di meno. A frenare i nuovi ingressi di personale sono le aspettative su una inflazione a doppia cifra, sulla crescita del costo del denaro e su un inverno difficile per i costi  l’approvvigionamento energetico. A mettere nero su bianco le previsioni di assunzione   dei lavoratori da parte delle imprese regionali, è il Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro.

 

«Tra ottobre e dicembre – affermano il presidente e il direttore di Cna Marche Paolo Silenzi e Otello Gregorinile imprese della nostra regione prevedono di assumere 29.720 lavoratori, con un calo di 4.310 addetti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, pari all’8,6%.  In realtà le assunzioni saranno ancora meno perché in 47 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. In particolare è considerato di difficile reperimento il 56% degli operai specializzati nelle attività meccaniche ed elettromeccaniche, il 62% di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici, il 63% dei tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione. Si ripropone l’annosa questione della mancata rispondenza tra domanda e offerta di lavoro. I Centri per l’Impiego dovrebbero fare uno sforzo ulteriore per mettere in contatto imprese e lavoratori mentre anche scuole e centri di formazione dovrebbero tenere in maggior conto le esigenze delle imprese, altrimenti si arriva al paradosso che, mentre in certi settori ci sono i lavoratori ma non c’è il lavoro, in altri comparti  c’è il lavoro ma mancano i lavoratori. Poniamo di nuovo l’accento sulla necessità di valorizzare gli Its regionali, ancora più importanti con la riforma di questi Istituti Tecnici Superiori, dove oltre l’80% degli studenti trova un impiego ancor prima di aver concluso gli studi».

 

Se si considerano le entrate previste nei principali settori di attività nel trimestre ottobre-dicembre, si vede come, tra i settori più importanti per ingressi previsti di lavoratori, solo costruzioni e servizi turistici registrino una crescita delle assunzioni previste (rispettivamente +14,1% e +10,1%); in forte diminuzione sono gli ingressi lavorativi previsti da Servizi operativi di supporto a imprese e persone (-22,2%) e da produzioni meccaniche ed elettroniche (-34,3%).

Guardando ai profili professionali, quattro assunzioni su dieci riguarderanno gli operai specializzati e conduttori di impianti e una su quattro le professioni commerciali e dei servizi. Solo due assunzioni su dieci saranno a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato mentre otto su dieci saranno a tempo determinato, a confermare l’incertezza di un periodo economico difficile. Nel 31% dei casi le imprese cercano giovani con meno di trent’anni e nell’11  per cento richiedono personale laureato.  Infine il 62% delle assunzioni è richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

 


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