di Luca Capponi
Questa è una bella storia. Di vita, di rinascita. E di un premio prestigioso, mai così meritato. Che nobilita le montagne ferite dal sisma e tutto il Piceno, terra dalle straordinarie qualità, di natura spettacolare, di tradizione e buona tavola. Tratti che non possono mancare se si vuole accedere nel gotha della ristorazione. Tratti su cui il buon Enrico Mazzaroni da Montemonaco ha costruito il suo tempio della bontà. Che da oggi porta con sé il fregio più importante. “Il Tiglio” ha ricevuto la mitica stella Michelin. Il massimo quando si parla di gastronomia.
Alla sessantottesima edizione dell’evento, tenutasi nel pomeriggio di oggi al Relais Franciacorta di Corte Franca, in provincia di Brescia, arriva l’incoronazione: l’umiltà, la professionalità e le genialità dello chef Mazzaroni e del suo albero magico entrano nella Guida Michelin e portano per la prima volta il Piceno nella bibbia della ristorazione.
Un risultato sperato insieme al socio Gianluigi Silvestri, e finalmente giunto a destinazione. Vale a dire tra i Monti Sibillini, nella frazione di Isola San Biagio, nel piccolo comune di Montemonaco, dove questa avventura è nata nel 1994 e dove, nel 2016, ha rischiato di spezzarsi per sempre. Il terremoto, i danni, l’inagibilità costringono i due ad emigrare, come tanti conterranei, verso la costa. “Il Tiglio in Vita” è simbolo di resistenza, ed apre in quel di Porto Recanati. Esperienza breve ma intensa. Fondamentale. Poi, due anni dopo, il ritorno tra gli amanti monti. Dove tutto era partito. In luoghi forse meno raggiungibili, ma in cui l’arte culinaria del “Tiglio” ritrova pienamente se stessa.
«Sono felicissimo per me, per il territorio, per le persone che lo abitano e per tutto quello che questa stella rappresenta anche per loro -commenta a caldo un emozionatissimo Mazzaroni-. Ho due dediche in particolare da fare: una per Gianluigi, che è da sempre con me in questa esperienza, e l’altra per la chef Sabrina Tuzi, con noi da due anni ed attualmente alla guida del ristorante».
Un riconoscimento che era nell’aria, come conferma lo stesso Mazzaroni. Ma che non ha intaccato la gioia provata al momento della consacrazione, a cui stanno seguendo complimenti e attestati di stima da ogni dove.
«Quando è arrivata la telefonata che ufficializzava il tutto, giovedì scorso, ho provato una sensazione indescrivibile -conferma-. È stato difficile mantenere il silenzio fino ad oggi ma ora finalmente possiamo esprimere la nostra felicità».
Felicità che ci insegna, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che non bisogna mai cedere. Nemmeno quando tutto sembra crollare, inesorabilmente. Lunga vita al “Tiglio“, allora. E lunga vita a chi non molla.
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