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“Politaca”, il festival per ridare dignità alla politica e speranza ai ragazzi

FERMO - Si partirà venerdì 18 novembre al teatro dell'Aquila con una tavola rotonda sul tema "Politaca. Quale approdo?". Sabato, invece, alle 16,30 "Scuola-Lavoro: dialogo impossibile?" alla fabbrica TreElle di Stefano Luzi, in contrada Ete. E alle 21 tutti alla chiesa San Filippo Neri per il terzo panel "Futuro in trance: cosa ci aspetta al di là della fantascienza?"

«Ridare dignità alla politica parlando ai giovani, parlando con i giovani». Questa la mission di Politaca, il festival nato da un incontro di «quattro amici al bar». E quegli amici sono Francesco Trasatti, Carlo Pagliacci, Stefano Luzi, Enrico Paniccià, Alvaro Cesaroni, Mario Andrenacci, Massimo Mancini, Alessandro Fedeli, Danilo Colletti e Leila Makki. Proprio loro, questa mattina a Palazzo dei Priori hanno presentato il festival che si terrà su due giorni, con tre panel distinti, i prossimi 18 e 19 novembre. Con loro, questa mattina, anche la dirigente regionale alla cultura, Daniela Tisi.

Si partirà venerdì 18 novembre al teatro dell’Aquila con una tavola rotonda sul tema “Politaca. Quale approdo?”. Sabato, invece, alle 16,30 “Scuola-Lavoro: dialogo impossibile?” alla fabbrica TreElle di Stefano Luzi, in contrada Ete. E alle 21 tutti alla chiesa San Filippo Neri per il terzo panel “Futuro in trance: cosa ci aspetta al di là della fantascienza?”. E i nomi che figurano in programma sono di caratura internazionale: imprenditori, docenti, giornalisti, storici, economisti. «e avevamo anche pensato di invitare la premier della Finlandia, Sanna Marin» confessano le menti di Politaca.

da sin. Mario Andrenacci, Massimo Mancini e Carlo Pagliacci. In piedi Francesco Trasatti e Paolo Calcinaro

«Tutto nasce dall’incontro di quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo – esordisce Trasatti richiamandosi al successo canoro di Gino Paoli – che si stimano e che hanno deciso di lavorare a un progetto per dare un contributo fattivo, consapevoli delle difficoltà del momento. Silvia Cicconi e Carlo Pagliacci sono il braccio operativo di questo festival. Siamo tutti alla ricerca della nostra Itaca. E da una felice intuizione di Pagliacci è nato ‘Politaca’. Ringrazio la Regione che ha sostenuto il progetto, come pure la fondazione Carifermo con il presidente Girotti Pucci. Voglio anche ricordare con affetto Amedeo Grilli (presidente Carifermo scomparso di recente). . Ringrazio anche il Comune, il sindaco Calcinaro e l’amministrazione che sostengono il progetto. Questo festival vuole essere un’occasione di crescita, un festival che parla a tutti, soprattutto ai giovani. Parte un viaggio con due giorni di confronto con nomi illustri dell’economia, del giornalismo, dell’imprenditoria. E potremmo anche estendere gli inviti, in futuro, alla politica. Certamente l’obiettivo principale è quello di coinvolgere il più possibile le scuole».

da sin. Alvaro Cesaroni, Enrico Paniccià e Stefano Luzi

«Purtroppo il tema della politica viene percepito sempre più lontano e con sempre maggiore riottosità da parte di molti cittadini – le parole di Carlo Pagliacci – ridiamo dunque dignità alla politica nel senso alto di gestione della cosa pubblica. Con Politaca vogliamo, infatti, iniziare a ritrovare la rotta. Sono coinvolte scuole come lo Scientifico di Porto Sant’Elpidio, il Montani, il Carducci. E anche i luoghi scelti per i tre panel, il teatro dell’Aquila, la fabbrica TreElle e la chiesa di San Filippo Neri sono emblematici. Il luogo della cultura, una fabbrica, luogo in cui si vive e si lavora, e un bene recuperato. Speriamo poi che il festival sia replicabile in futuro, e magari anche da estendere al territorio».

Francesco Trasatti e Daniela Tisi

«Porto il saluto dell’assessore regionale alla Cultura, Chiara Biondi. Ci piacciono simili iniziative che – il punto di Daniela Tisi – definirei visionarie. Si torni all’origine della politica, quella che nasce da un’esigenza dell’uomo. Ecco perché è molto importante coinvolgere le scuole».

Il sindaco Paolo Calcinaro, invece, si dice «rammaricato per non poterci essere. Io mi sento un apolide della politica che ormai, a livello nazionale, è diventata ‘urlata’, fatta con l’unico obiettivo di delegittimare la controparte e che mira solo al risultato elettorale. Con un governo di unità nazionale come quello guidato da Draghi, avevo percepito una certa speranza. Poi però, come volevasi dimostrare, a ridosso delle elezioni, questa novità si è sfaldata. La politica deve rimettere il confronto al centro, non deve essere urlata».

Stefano Luzi, si diceva, ospiterà il terzo panel nella sua azienda, la TreElle: «Ringrazio il presidente della fondazione Carifermo, Girotti Pucci e voglio ricordare l’impegno profuso dal compianto Amedeo Grilli. Domandiamoci dove va il Fermano. Un mio pallino è la formazione, la scuola – lavoro. Dunque cerchiamo un modo per ridare dignità al lavoro teso alla realizzazione dei propri sogni. E ovviamente penso ai nostri giovani. Ecco, Politaca sia un seme, un momento di riflessione. E alla TreElle avremo anche i ragazzi degli Artigianelli».

«Questo progetto – aggiunge l’imprenditore Enrico Paniccià – nasce da valori comuni e da una stima reciproca. Interroghiamoci come cittadini su cosa possiamo fare per costruire una società migliore. Ci piace un ragionamento aperto che coinvolga i ragazzi e ci sentiamo soddisfatti dalla sensibilità mostrata dalla Regione».

«Abbiamo un vissuto comune nella società – racconta l’imprenditore e sindaco di Comunanza, Alvaro Cesaroni – dalle associazioni qualcuno si è allontanato, qualcun altro è stato cacciato perché non si sentiva parte di un gregge che risponde a un padrone. La politica si sta deteriorando. E nelle vesti di sindaco vedo questa deriva che si accentua invece di diminuire. La speranza è che con questo festival si riesca a coinvolgere i giovani che rifiutano la vicinanza anche fisica dei politici. Stiamo vivendo un dramma epocale con fenomeni aberranti come la guerra. Ridiamo quindi una prospettiva di vita vera. E i ragazzi ritrovino il valore dello studio». «Non credo che i giovani siano lontani. Penso che – il pensiero di Tisi – siano delusi ma sono comunque attenti a quello che succede».

«Francamente credo che la politica abbia il suo valore più alto nel prendere le decisioni migliori per la gente – il pensiero dell’imprenditore Massimo Mancini – se guardiamo al passato e al presente, risolviamo problemi. Ben altra difficoltà risiede nel pensare e pianificare un futuro migliore».

«E’ stato ed è un piacere condividere un percorso con questi amici. E’ circa un anno che ragioniamo – racconta il professor Mario Andrenacci – su qualcosa propedeutico a far crescere il nostro territorio fatto di grandi qualità imprenditoriali, di spessore e di eccellenze. L’obiettivo è mettere insieme persone e idee per lanciare e favorire ulteriori e nuovi dibattiti. Sappiamo che il tema lavoro è centrale: le aziende cercano lavoratori ma il mondo della scuola troppe volte non ha saputo fornire giovani qualificati. Ecco perché la formazione diventa fondamentale e il dialogo con le imprese è imprescindibile. Vero anche che la politica non ha saputo fornire risposte adeguate. Ma sia chiaro, la politica la fanno tutti, giovani e meno giovani».

Ma non si corre il rischio che il festival si ‘riduca’ a una critica tout court ai partiti? «No, noi non abbiamo alcun pregiudizio nei confronti dei partiti. Tra di noi ci sono amministratori presenti e passati. Vogliamo solamente alzare il livello del confronto – la chiosa di Pagliacci – poi, per carità, se riusciamo ad essere da stimolo proprio ai partiti, anche meglio». «E sia chiaro – la puntualizzazione di Andrenacci – non vogliamo sostituirci ad alcuno».

IL PROGRAMMA

(clicca per ingrandire)


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