di Claudio Maria Maffei*
I posti letto di terapia intensiva nel corso della pandemia in tutte le regioni si sono rivelati insufficienti e quindi le Regioni si sono dovute attrezzare per aumentarli. Vediamo come siamo messi nelle Marche.
In base ai dati ufficiali della Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) le Marche dispongono attualmente di 230 posti letto di terapia intensiva, contro circa la metà di quelli che avevamo prima. Se si tiene conto della popolazione marchigiana il numero di posti letto corrisponde a 15,4 posti letto ogni mille abitanti, dato che ci colloca appena al di sotto della media nazionale (15,6) e molto al di sotto della Emilia Romagna (20 posti letto ogni mille abitanti). Le Marche continuano poi a segnalare come attivabili al bisogno altri 48 posti letto che sono probabilmente quelli del Covid hospital della fiera di Civitanova.
Ma questi 230 posti letto dove stanno e dove sta il personale in grado di farli funzionare nella malaugurata ipotesi che servissero? Dove stanno i posti letto non è facile ricostruirlo, ma ci provo. Tra i posti letto di prima della pandemia e quelli creati dopo mi risultano 223 posti letto di terapia intensiva. In base agli atti e alle dichiarazioni regionali sarebbero così distribuiti: Ospedali riuniti di Ancona 88 (di cui 14 di area cardiologica e 8 di area pediatrica), Marche Nord 54 (di cui 48 a Pesaro e 6 a Fano) e Asur 81 (4 Urbino, 5 Senigallia, 13 Jesi, 4 Fabriano, 5 Civitanova, 8 Macerata, 4 Camerino, 19 Fermo, 11 San Benedetto e 8 Ascoli). All’appello ne mancano 7 rispetto ai 230 dell’Agenas, ma ci andiamo molto vicino.
Nel frattempo in base alle indicazioni del ministero dovevano essere predisposti anche 107 posti di semintensiva così distribuiti: 40 posti letto agli ospedali riuniti di Ancona (di cui 4 pediatrici), 27 a Marche Nord (Pesaro), 30 all’Asur (10 a Fermo, 5 a Senigallia, 10 a Jesi, 5 a San Benedetto) e 10 all’Inrca sede di Ancona. Anche in questo caso la distribuzione dei posti letto per Area vasta è molto disomogenea: 27 posti all’Area Vasta 1, 65 posti all’Area Vasta 2, nessuno all’Area vasta 3.
Questa programmazione suscita alcune perplessità e alcune domande. Cominciamo dalle perplessità. C’è un enorme squilibrio territoriale nella disponibilità di posti letto di terapia intensiva tra le varie Aree vaste: 110 nella Av 2, 60 nell’Av1, 19 nell’Av5, 19 nell’Av4 e 17 nell’Av3. Ci sono 13 terapie intensive più quella del nuovo Inrca quando gli standard di legge per le Marche ne prevedono circa 10 (una ogni 150mila abitanti al massimo). Cinque terapie intensive hanno meno dei 6-8 posti letto minimi che servono per avere una gestione efficiente del personale. C’è una forte disomogeneità anche nella distribuzione dei posti letto di terapia semintensiva per Area vasta: 27 posti nell’Av1, 65 posti nell’Av2, nessuno nell’Av3; 10 nell’Av4 e 5 nell’Av5.
Infine sei domande. Dove stanno effettivamente quei 230 posti letto? Quanti sono quelli effettivamente attivi e quindi dotati del personale nel numero e con esperienza che serve? Se ne servissero di più di quelli attualmente attivi il personale dove si prenderà? A questo punto cosa si aspetta a smantellare il Covid Hospital che anche fermo costa parecchio? Quali e quanti posti letto di terapia semintensiva sono stati predisposti e quanti di questi sono stati messi in funzione? La programmazione futura sanerà almeno in parte lo squilibrio esistente nel numero dei posti letto intensivi e semintensivi a disposizione delle diverse Aree vaste oggi e delle diverse aziende sanitarie territoriali a partire dal 1 gennaio 2023?
*Medico e dirigente sanitario in pensione
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