di Giorgio Fedeli
Fermo nona sulle prime dieci località delle Marche nella categoria arrivi. Porto Sant’Elpidio decima sulle prime dieci per presenze. Porto San Giorgio? Sparita dai radar.
In queste ore sono iniziate a circolare le tabelle e i grafici della regione in merito agli arrivi e alle presenze (che sono la somma dei pernottamenti) nella nostra regione da giugno ad agosto di quest’anno. Significativa l’incidenza del Covid, tant’è che ovviamente nella tabella non figura l’anno 2020. Comunque Porto San Giorgio non compare da alcuna parte. Nella classifica degli arrivi spicca San Benedetto del Tronto con 110.764 arrivi. Fermo, dicevamo, è nona con 47.020. Sulla classifica delle presenze in cima alla lista troviamo Senigallia con 662.876. Fermo è quarta con 472.584 mentre Porto Sant’Elpidio entra in decima posizione con 274.314.
Un occhio complessivo ai dati? Il totale degli arrivi nella nostra regione da giugno ad agosto è pari a 1.367.418. Nel 2021 eravamo a 1.263.999 mentre nel 2019 a 1.226.122. Insomma una crescita dallo scorso anno di un +8,18% e un +11,52% sul 2019.
Per quanto riguarda le presenze siamo quest’anno, ovviamente riferito alla stagione estiva, a 7.451.859. Lo scorso anno eravamo a 6.664.316 mentre nel 2019 a 6.752.475. In termini statistici equivale a un + 11,82% mentre rispetto al 2019 a un + 10,36.
Dunque quella che un tempo era conosciuta come la ‘Perla dell’Adriatico’, senza troppo dilungarci sulle tante qualità della Porto San Giorgio che fu, oggi è una località desaparecida dai radar delle presenze, ergo dalle mete predilette da chi decide di trascorrere un pò delle sue vacanze nella nostra regione. Non ci sono ormai più scuse. Certo, non compaiono le ‘presenze’ non registrate, dalle case affittate a quelle con presenze senza nemmeno un contratto. Vero anche che Porto San Giorgio non ha campeggi. Insomma dati, per così dire, relativi. Ma resta il fatto che se veramente si vuole invertire la rotta e riportare Porto San Giorgio almeno in quella classifica di presenze e arrivi serve una cura drastica, che passi inevitabilmente da scelte amministrative forti, forse anche rivoluzionarie per certi versi. E quando si parla di ‘rivoluzione’, in linguaggio amministrativo equivale a dire scelte anche drastiche che coinvolgono ogni ambito del governo cittadino, da quello certamente turistico-commerciale a quello urbanistico e ambientale. Insomma una cura da affrontare congiuntamente tra amministrazione comunale e tutte le forze in campo che possono apportare il loro contributo. Serve non sovrapporsi con iniziative fotocopia rispetto a quelle di altri centri, magari anche più attraenti e consolidate nel corso degli anni (una banalità? Vero. Ma ahinoi contraddizione ancora da correggere). Ora si dovrà mettere mano al lungomare Gramsci. Quale migliore occasione per pensare a una litoranea che davvero possa rappresentare la chiave di volta per il rilancio di Porto San Giorgio, o almeno un tentativo disperato, giocandosi la carta in combinata con il ponte ciclo-pedonale sull’Ete e con eventi di richiamo. Serve uno sforzo organizzativo, serve uno sforzo di bilancio. Serve innovazione promozionale. O quantomeno arrivare una volta per tutte a capire quale è la vera nuova identità della città. Se anche lì si fallirà, il rischio è che resti solo da intonare de profundis.
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