di Maria Nerina Galiè
Aumento del costo dell’acqua, pari a 8,45% nel 2022, al 7,5% nel 2023, al 7,3 % nel 2024. Non ci voleva ma era, carte alla mano, sia prevedibile che ineludibile in un momento molto delicato per il Piceno ed il Fermano, alle prese con la crisi idrica, dovuta alla siccità ma soprattutto al terremoto del 2016 che ha danneggiato la principale sorgente.
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Servono provvedimenti urgenti, in corso di attuazione anche grazie ai finanziamenti dei piani di ripresa, ma che capitano proprio nel momento in cui la concomitanza di post pandemia e situazione geopolitica hanno portato ad un preoccupante aumento dei prezzi di materie prime ed energia. Per le famiglie, prima ancora che per le aziende chiamate ad operare, tra cui la Ciip insieme all’Ato.
Esprime tutta la sua contrarierà il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, chiamato insieme ai colleghi Antonio Spazzafumo (San Benedetto) e Paolo Calcinaro (Fermo), a discutere la questione nella riunione ristretta Ato – Ciip, del 10 novembre, con al centro la proposta di Delibera per il ritocco tariffario. Però non si può tirare indietro e spiega il perché: «Ho impegnato, come Amministrazione, 170.000 euro, pari a 300 euro a famiglia per andare incontro alle difficoltà dei cittadini in questo momento particolare. Non posso essere d’accordo con un altro aumento.
Ma abbiamo dovuto fare una scelta di responsabilità.
Abbiamo, nel contempo, lavorato per limitare l’aumento, dimezzandolo anche attraverso il posticipo di alcuni investimenti al 2025, e condizionandolo ad una riduzione in caso di miglioramento della situazione economica e dell’ottenimento di finanziamenti pubblici».
«In considerazione dell’attuale stato dell’economia e delle difficoltà che imprese e famiglie – sono le parole che i primi cittadini chiedono esplicitamente che siano inserite verbale della seduta, convocata allo scopo, per il 17 novembre – si trovano quotidianamente ad affrontare si ritiene inopportuno applicare gli aumenti prospettati, ma al contempo non ci si può esimere dall’esprimere il parere favorevole circa tale proposta, consapevoli che il mancato adeguamento tariffario comporterebbe conseguenze negative sulla realizzazione degli investimenti ed in generale sull’attività di tutta la società Ciip spa, con inevitabili ripercussioni su tutti gli utenti. Inoltre non si può non considerare la diffida ricevuta da Arera, del 20 ottobre 2022 (vedi sotto il riepilogo delle iniziative di Arera), a provvedere alla comunicazione di tali adeguamenti tariffari al fine di verificare la sostenibilità dell’intero piano d’ambito».
Dal documento emerge chiaramente anche un impegno che i sindaci dei Comuni più rappresentativi della Cicli integrati chiedono a quest’ultima: «I sottoscritti si dichiarano favorevoli all’adeguamento tariffario proposto a condizione che la società Ciip si impegni a riconsiderare ed eventualmente riassorbire gli stessi aumenti alla luce di eventuali misure che il Governo nazionale dovesse intraprendere ovvero di una riduzione dei costi energetici che hanno condizionato in maniera determinante tali aumenti».
Non manca, nella proposta di delibera, anche il riconoscimento da parte di Fioravanti, Calcinaro e Spazzafumo dell’attività intrapresa dalla Ciip, nonostante le difficoltà: «Rilevato che dall’analisi svolta dalle strutture si è riscontrato che, nonostante gli eventi sismici 2016-2017 e la conseguente crisi idrica aggravata dalla siccità, la Ciip, nel biennio 2020-2021, ha rispettato gli impegni previsti dal Piano 2020-2047, realizzando gli investimenti, reperendo le adeguate risorse finanziarie, garantendo il servizio».
Tra gli investimenti alcuni sono imprescindibili «e parliamo del nuovo acquedotto di Pescara del Tronto e l’interconnessione dell’Anello dei Sibillini», conferma Fioravanti. Ed il prezzo di energia e materie prime sono schizzati alle stelle.
(Continua a leggere dopo le tabelle relative una all’aumento dei costi di energia elettrica, l’altra al piano degli interventi oggetto di finanziamenti)
Proprio dalle opere, oltre che dalla prospettiva che la situazione sul fronte caro energia migliori, si spera di ottenere “economie sui costi di gestione per il periodo 2022-2047”.
Investimenti che, se non attuati, rischiano anche di far perdere i fondi, tra i quali quelli del Pnrr, aggravando ancora di più la spesa, senza il risultato sperato. Tutto quanto questo, compreso il dichiarato dispiacere dei sindaci chiamati ad esprimersi sulla nuova tariffazione, è nero su bianco nella proposta di delibera.
L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) nel 2019 aveva approvato il “metodo tariffario idrico per il terzo periodo regolatorio MTI-3 2020-2023”. Nel frattempo si è imposta la pandemia da Covid e l’Autorità, a giugno 2020, aveva adottato “elementi di flessibilità a garanzia della continuità dei servizi essenziali, nonché creando le condizioni per il rilancio della spesa per investimenti”, “al fine di mitigare gli effetti derivanti dalla situazione emergenziale da Covid-19 sull’equilibrio economico e finanziario del settore idrico e sulle condizioni di svolgimento delle prestazioni”. Ed a gennaio 2021 ha approvato un nuovo “schema regolatorio, recante l’aggiornamento tariffario per il periodo 2020-2023 predisposto dall’Aato 5 Marche Sud – Ascoli Piceno”.
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