di Leonardo Nevischi
Questa mattina ai microfoni di Radio Fm1, intervistati da Alessandro Luzi, il direttore generale del centro medico “La Fenice”, Alberto Gagliardi, e lo specialista in medicina interna nonché esperto di malattie dell’apparato digerente del “Gemelli” di Roma, Alberto Tosoni, hanno approfondito il tema della diagnostica e quello della prevenzione. Il Centro Medico Diagnostico Fisioterapico, nelle due sedi di Porto Sant’Elpidio e Civitanova Marche, offre infatti strumenti innovativi e all’avanguardia. E tra questi, come vi avevamo svelato in un precedente servizio (clicca qui per leggere l’articolo), vi è una risonanza magnetica ad alto campo 1,5 Tesla unica nelle regione Marche e terza in tutto il territorio nazionale.
«Ora è operativa – ha esordito Gagliardi -. Dopo il periodo di inizializzazione dello strumento che ha riguardato la taratura ed il collaudo, è finalmente avvenuto il power on clinico e siamo già perfettamente attivi. Siamo estremamente soddisfatti di questo investimento fatto perché ci rendiamo conto che possiamo offrire un servizio a tutta la cittadinanza di elevato valore diagnostico. La nuova risonanza magnetica – ha spiegato Gagliardi – ha il più alto numero di gradienti che si siano mai visti prima su una macchina di quel genere ed, inoltre, dispone di un magnete con il gentry (il tunnel) da 70 cm che è il più largo in assoluto e pertanto anche il più confortevole. Dopo queste due prime settimane di inizializzazione ho avuto modo di parlare con gli specialisti ed i medici di base e tutti sono rimasti esterrefatti dalla qualità delle immagini. Infatti, in quanto a nitidezza, sembra quasi di vedere una fotografia in alta definizione. Questo ci consente di effettuare delle diagnosi più accurate e preventive, perché laddove un altro tipo di macchinario non riesce a rilevare oggetti microscopici questa dà le necessarie indicazioni allo specialista che si accinge a refertare le immagini ottenute. Ed il fatto che sia correlata anche di software basati sull’intelligenza artificiale è un ulteriore ausilio per i medici».
E la controprova per Gaglairdi è evidente dal numero delle prenotazioni. «Stiamo ricevendo parecchie richieste anche dalle province di Ascoli e Ancona: ciò vuol dire che in merito alla sua efficienza si sta spargendo la voce all’interno della classe medica». Un’innovazione de “La Fenice” alla quale fa seguito un’altra importante novità. «Siamo grati ed orgogliosi di poter annunciare di aver instaurato una collaborazione con il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma» ha evidenziato il direttore Gagliardi.
E a tal proposito, ad intervenire ai microfoni, è arrivato il dottor Tosoni, mera rappresentanza di questa nuova partnership. «Avevamo l’intento comune di ricercare l’eccellenza in un campo così importante come quello medico ed il direttore Gagliardi non si è limitato ad acquistare la migliore strumentazione sul mercato ma si è anche rivolto al top di gamma del Policlinico Gemelli, che è in assoluto il più grande ospedale d’Italia nonché – stando alla classifica stilata dalla rivista statunitense Newsweek – il migliore».
«La gastroenterologia del Gemelli è considerata tra le migliori trenta al mondo – ha proseguito Tosoni – e questa collaborazione fa sì che tutti i pazienti che verranno in visita alla Fenice avranno una presa in carico al Gemelli. Fare una visita con il sottoscritto alla Fenice equivale a farla al Gemelli e questo implica che, in caso di pazienti più complessi che necessitano di esami strumentali più complicati, potranno essere ricoverati direttamente al Policlinico». Un dettaglio assai rilevante perché «permette di arrivare ad una gestione integrata del paziente stesso – ha evidenziato il dottor Tosoni che poi è entrato nel merito -. La mia prima specializzazione è in medicina interna, quindi riesco ad avere un rapporto olistico con il paziente e valutarlo a 360° non limitandomi ad uno specifico organo. Spesso si perde tempo ad arrivare ad una corretta diagnosi, invece con un internista si riesce ad indirizzare il paziente direttamente allo specialista più idoneo».
Un Tosoni che poi ha puntato il focus sulle patologie dell’apparato digerente più diffuse in Italia, ricordando come negli ultimi anni la pandemia abbia influito. «Abbiamo attraversato un periodo di grandissimo stress e spesso l’accumulo ha portato a malattie gastrointestinali. Condizioni molto frequenti sono il reflusso gastroesofageo, l’intestino irritabile o le alterazioni della defecazione. Nel caso specifico del reflusso gastroesofageo si tratta di una condizione meccanica del materiale dello stomaco che risale verso l’esofago, ma alla base di questa condizione ci possono essere tante cause concomitanti come il sovrappeso corporeo, il fumo di sigaretta, l’abuso di alcolici, una predisposizione familiare o il vissuto personale. Esso si manifesta nei modi più disparati: dal bruciore, alla risalita di materiale acido, a tosse secca o problemi orali (carie dentali). Per questo bisogna essere estremamente capaci di valutare il paziente nella sua interezza perché riconoscere questi sintomi permette di impostare un percorso di guarigione». E sui trattamenti Tosoni ha riferito: «Non sono un grande sostenitore dei farmaci. Spesso per guarire è sufficiente una dieta o un’alimentazione regolare. Tuttavia per escludere problemi psicologici che causano patologie dell’apparato digerente è necessario dedicare tanto tempo al paziente: ascoltarlo, comprenderlo e sviluppare la giusta empatia per arrivare alla corretta diagnosi».
Infine, il dottor Tosoni ha puntato l’attenzione sull’aumento del consumo di alcol tra i giovani e quanto esso influisca alla fuoriuscita di patologie tumorali, alterazioni del microbiota o immunosoppressione. «Sono originario delle Marche e sono cresciuto in un contesto in cui l’utilizzo di alcol fa parte della nostra cultura. Per quanto sia eccellente il nostro prodotto locale, non esiste un quantitativo salutare di alcol. Sfatiamo il mito del bicchiere di vino al giorno. L’assunzione, anche minima, comporta effetti nocivi per la nostra salute. I giovani – ha concluso – fanno uso del Binge drinking, ovvero una “grande abbuffata” di alcolici nel fine settimana. È stato studiato che quel tipo di utilizzo è dannoso tanto quanto un uso cronico e ordinario ed, inoltre, causa una dipendenza da alcol maggiore piuttosto ad un utilizzo giornaliero. Non a caso il rischio più grande per i giovani non si associa ad una patologia, bensì alla guida in condizione psicofisiche alterate: oggi una delle prime cause di morte relative all’abuso di alcol».
Per informazioni consultare il sito www.centrodiagnosticolafenice.it o chiamare lo 0734-904711.
SPAZIO PROMOREDAZIONALE
Articoli correlati:
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati