A IGF Italia 2022, ospitato nelle Marche ad Ancona, va avanti serrato il dibattito sull’evoluzione della governance di Internet, con riflessioni su moltissimi aspetti della sfida del digitale, dai diritti dei lavoratori al metaverso, dalla trasformazione digitale degli enti locali agli open data.
Alla due giorni ha preso parte anche Andrea Beccalli in rappresentanza di Icann, vale a dire “Internet Corporation for Assigned Names and Numbers”, ente di gestione internazionale che tra le altre cose ha l’incarico di assegnare gli indirizzi Ip e di gestire il sistema dei nomi a dominio.
I “punto com”, “punto it”: sembra una questione semplice ma non lo è affatto. Da un nome, dalla proprietà di un dominio, si può giocare la sorte di un brand, la sua presenza on line, la rintracciabilità e la fortuna dei prodotti.
«Le eccellenze come quelle marchigiane, della moda, dell’accoglienza, dell’agroalimentare hanno un grande bisogno di identità e riconoscimento, specie in un mondo iperconnesso. Bene le piattaforme, bene i grandi player cui affidiamo i prodotti e riponiamo fiducia, facendo comunque mediare le nostre produzioni. Le istituzioni – dice Beccalli – possono avere lo stesso ruoloInternet, in Icann gestiamo i domini generici di primo livello, il punto etc etc di cui il più noto è il “.com” ma c’è processo di aprire questo domini, liberalizzarli e dare identità specifica, in modo che la rete possa crescere riuscendo anche ad essere locale e vicina ai consumatori rispondendo alla loro esigenza di fiducia. C’è una giusta politica conservativa, proteggiamo brand, made in, certo, ma bisogna anche aprirsi, costruire, riappropriarsi, è importante partecipare ai processi in Icann per definire le regole dei nuovi nomi a dominio, per sfruttare al massimo queste opportunità e tutte le potenzialità della rete».
Il presidente di Camera Marche Gino Sabatini non perde tempo: «Perché non costruire la propria identità di eccellenza produttiva regionale, un “shoesmarche”, un “madeinmarche” dietro cui c’è direttamente tutto un mondo, un ecosistema dove siamo quello che vendiamo senza appoggiarsi ad autorevolezza di altri. Il contatto con Icann c’è, Camera Marche è pronta. Fiducia, identità e appartenenza sono i motori dell’economia di Internet (questo mix è alla base del successo delle piattaforme), questa è un’opportunità per costruire uno spazio “Marche” nel panorama globale di Internet».
TECNOLOGIE IN AGRICOLTURA
Il panel di IGF Italia dedicato all’innovazione in agricoltura parla marchigiano. Con i docenti della Facoltà di Agraria, Luigi Ledda (Università Politecnica delle Marche), Deborah Pacetti (Università Politecnica delle Marche), gli imprenditori Ancuta Nartea (Ceo Integrity Key), Graziano Brandoni (Azienda Agricola Agricola Brandoni), Luca Saccomandi (Società Agricola Nonno Ciro), Vincenzo Viola (Business Strategic Advisor WISESIDE SRL); le loro aziende sono tutte realtà innovative vicine al mondo della ricerca.
Il comparto agroalimentare, compreso quella Pesca, è terreno fertile per l’applicazione delle nuove tecnologie: blockchain per tracciabilità, droni per irrigazione e semina, tecnologie al servizio di packing house e ricerca di nuove forme di energia necessarie per la produzione del cibo, re immissione nei cicli produttivi come sottoprodotti di scarti alimentari e agricoli. E si è parlato persino di metaverso per le mucche al pascolo virtuale.
Al panel ha partecipato Tommaso Di Sante componente di giunta per il settore Agricoltura della Camera di Commercio delle Marche: «L’innovazione è un tema fondamentale per l’agricoltura, quasi scontato. Cruciale l’aspetto della tracciabilità del cibo, per gli imprenditori dell’agroalimentare la certificazione è un valore aggiunto importantissimo. Per evolvere le nostre imprese hanno bisogno però di personale qualificato, di qui la centralità dello scambio con l’Università, abbiano bisogno di competenza specie in quest’epoca dove emergono crisi ecologia, dell’energia ma anche del cibo: una guerra non troppo lontana ricorda la necessità di cibo nel territorio Italia – spiega Di Sante che pone l’accento sulle imprese agricole innovative – nelle Marche ci sono, sono guidate da giovani e stanno crescendo in qualità e numerosità. Sono realtà performanti che hanno bisogno di più tecnologia: in certe zone la fibra non arriva. Servono investimenti politici e industriali per interventi immateriali e materiali, connessione e invasi d’acqua; la tecnologia ci serve per usare meno acqua ma se non ne hai affatto, come sta accadendo qui, serve a poco».
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