di Silvia Remoli
RAPAGNANO – Una storia a lieto fine anzi, senza fine. Sì, perché il bene che si riceve va trasformato in bene che si rende. E così all’infinito, come una catena che non deve spezzarsi mai.
La pensa così anche Lorenzo, 32 anni, che tre mesi fa stava svolgendo attività fisica presso il club sportivo Nitro Sport Place ed è stato colto da un forte dolore al petto.
Ora, se in quel club non ci fosse stato un defibrillatore perfettamente funzionante né personale capace di usarlo tempestivamente, forse oggi non avremmo potuto raccontarvela.
Sono stati questi gli elementi che faranno ricordare quel 25 agosto come giorno di provvidenza, piuttosto che di tragedia.
ll centro sportivo infatti era già ben dotato di un defibrillatore (acquistato grazie allo sponsor TSM fondi dalla ditta BMM) e il caso volle che una giovane 26enne si trovasse nel posto giusto al momento giusto.
IL FATTO:
Ecco il racconto di Giulia, che non vuole sentirsi chiamare eroina: «La sera del 25 Agosto mi trovavo al circolo perché sono una collaboratrice, Lorenzo era venuto a fare una partita di padel e si è sentito improvvisamente male, i ragazzi che si trovavano al centro hanno subito chiamato i soccorsi.
Quando sono arrivata nel campo in cui stava giocando era steso a terra e le persone che si trovavano li lo hanno soccorso, appena ci siamo reso conto che non stava respirando una signora (Stefania) ha iniziato il massaggio cardiaco mentre io sono andata a prendere il defibrillatore. Io e Stefania abbiamo effettuato tutte le manovre di primo soccorso fino all’arrivo dei soccorsi, mentre Manuela, un’ altra ragazza che si trovava al circolo, era al telefono con i soccorsi che ci hanno guidato mentre lei riferiva tutto quello che stava accadendo».
Insomma, un vero e proprio lavoro di squadra ben coordinato sino all’arrivo dell’ambulanza di Monte San Pietrangeli e l’automedica della Misericordia di Montegiorgio.
LA FESTA:
A tre mesi dall’accaduto, Lorenzo ha trovato il modo per esprimere in concreto quello che non è sempre facile descrivere a parole: una profonda gratitudine nonché la responsabilità impellente di veicolare un messaggio importantissimo, quello di effettuare, tutti noi, un corso di primo soccorso, come una sorta di doveroso end improrogabile impegno civico. E lo ha fatto durante il tanto desiderato incontro di ieri con tutti i suoi benefattori, donando alla Nitro Sport Place un ulteriore defibrillatore, per ampliare la possibilità di salvare altre vite.
Parole piene d’orgoglio quelle del sindaco di Rapagnano Elisabetta Ceroni, che si complimenta per il «grado di organizzazione ed avanguardia della struttura sportiva e per la preparazione dei suoi collaboratori, elementi fondamentali per garantire la sicurezza di tutti gli utenti».
Il presidente della Nitro, Carlo Paoloni, non può che andarne fiero: «Abbiamo voluto organizzare questa serata in occasione della donazione del defibrillatore per festeggiare una cosa che accade molto raramente, visto che nella maggior parte dei casi eventi di questo tipo hanno una conclusione tragica, quindi ne vorrei approfittare per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito».
Oltre a loro sono intervenuti Andrea De Blasi, rappresentante della ditta di Massignano BMM, Giacomo Vitali, formatore dell’associazione Ermes Marche (dove Giulia ha effettuato i corsi di primo soccorso), e diversi membri dell’equipaggio dell’ambulanza e dell’automedica e tutti coloro che quel giorno si sono prodigati per far funzionare alla perfezione questa catena umana di forza e di amore.
Ed ovviamente, al centro di tutti, Lorenzo che, ricalcando il pensiero della sua salvatrice, ha ribadito l’importanza di avere intorno personale preparato e tutti i necessari apparecchi elettromedicali:«Se sono qui è perché tutto il bene che ho ricevuto lo vorrei restituire per salvare altre vite».
E se le storie a lieto fine si concludono con “Tutto è bene quel che finisce bene”, la nostra storia senza fine potrebbe proseguire con “Se hai ricevuto del bene da qualcuno, trova il modo di perpetrare il gesto, e ancora, e ancora…”.
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