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Caso Maurizi: Terrenzi secreta la discussione e scoppia la bagarre in aula

SANT'ELPIDIO A MARE – Il presidente del consiglio comunale invoca l'articolo 48 del regolamento affinché la mozione PD sulla revoca dell'assessore Maurizi fosse discussa in seduta segreta. La minoranza insorge: «È inaccettabile. In questo modo la trasparenza viene elusa».

di Matteo Malaspina

Che non sarebbe stato un consiglio comunale tranquillo lo si sapeva, ma che si creasse un parapiglia simile era difficile immaginarlo.

Andiamo con ordine. Ieri sera, tra i punti all’ordine del giorno, si doveva discutere una mozione presentata dal Partito Democratico che chiedeva al sindaco Pignotti la revoca dell’assessorato a Paolo Maurizi, colpevole le scorse settimane di aver postato, per sbaglio, un post dove denunciava irregolarità su una gara d’appalto per il verde pubblico, sostenendo poi goffamente che il suo profilo fosse stato hackerato.

Pignotti, i giorni scorsi, si era espresso in materia dicendo che aveva controllato i documenti insieme agli uffici non riscontrando alcuna irregolarità e che Maurizi sarebbe rimasto al suo posto, almeno fino all’approvazione del bilancio annuale per non creare scossoni.

A scaldare gli animi, ieri, ci ha pensato il presidente del consiglio, Alessio Terrenzi, che prima di aprire la discussione ha invocato l’articolo 48, comma 3, del consiglio dicendo che «l’adunanza si tiene in seduta segreta quando si debbono trattare argomenti che portano apprezzamento della capacità, moralità, correttezza o sono esaminati fatti che richiedono valutazione delle qualità morali e delle capacità professionali delle persone» invitando il consiglio a votare per discutere la mozione senza che il pubblico potesse ascoltare.

Fabiano Alessandrini

A quel punto il consigliere di minoranza Alessandrini si è indispettito e, dopo una battuta poco felice sul sindaco assente per malattia sostenendo che «ai miei tempi in consiglio si veniva anche con la febbre a 40» (visto lo scanner posto all’ingresso del Comune, difficile che Pignotti con la febbre a 40 fosse fatto entrare), ha commentato la scelta di Terrenzi di secretare la discussione: «Sono sconcertato, questa è una questione di trasparenza che così viene elusa. Si parla di appalti, aggiramento delle norme, e che si voglia secretare la riunione mi sembra una fatto grave e inaccettabile». Non si è fatta attendere la replica di Terrenzi che si giustifica dicendo che «ci sono tutte le condizioni e il regolamento parla chiaro. Il mio è un modo per mettere a riparo l’assisse perché si parla di ditte private e non voglio incorrere nel penale», dopo che alcune ditte coinvolte i giorni scorsi hanno minacciato querele.

Il botta e risposta è continuato tra minoranza e opposizione, con il consigliere di FdI Calcinari che sostiene che «è una cosa di dominio pubblico e come tale deve essere trattata» e con Doppieri che invece si dice d’accordo sulla seduta segreta.

Alla fine, tra stoccate dialettiche più o meno eleganti, si è deciso di rinviare la discussione e di riparlarne più avanti in seduta pubblica ma l’impasse sulla questione resta e sarà una gatta da pelare non da poco per il presidente Terrenzi.


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