di Giorgio Fedeli (foto Simone Corazza)
Si è soffermato qualche minuto a visitare la mostra al Palazzo dei Ritratti e poi, accompagnato dal sindaco Paolo Calcinaro e dal governatore Francesco Acquaroli, come da programma, il ministro della Sanità, Orazio Schillaci è arrivato a teatro per celebrare la Giornata delle Marche. Una Giornata, quella dell’edizione 2022, dedicata a una sanità che cambia, a partire dalla nostra regione. Prima di tutto, un passaggio sul Covid: «Possiamo stare tranquilli, seguiamo i dati e se ci fosse la necessità, interverremmo. Abbiamo lanciato una campagna sia per soggetti fragili che per gli anziani a vaccinarsi sia per il Covid che per l’influenza che quest’anno sembra essere particolarmente severa».
E sulla sanità che cambia ma che, comunque, necessita ancor più di fondi il ministro puntualizza: «Abbiamo una legge di bilancio fatta in 30 giorni con un’inversione di tendenza chiara rispetto al pre-Covid. Abbiamo messo 2 miliardi e 200 milioni in più quest’anno. E’ chiaro che una fetta consistente andrà ai problemi energetici ma abbiamo tutta l’intenzione di rivalutare la sanità che il Covid ha dimostrato di essere un punto fondamentale per la nazione». Chiusura doverosa, a maggior ragione perché si è a Fermo, sulla sanità territoriale: «E’ fondamentale nella sfida dell’oggi, che porta anche a decongestionare i Pronto soccorsi e che porta a una integrazione vera tra questi reparti e i medici di medicina generale, le farmacie e il territorio» e sulle facoltà a numero chiuso il ministro puntualizza: «Più che chiuso è un numero che va programmato in base alle esigenze del territorio. Negli ultimi 10 anni forse la programmazione non è stata delle migliori. Dobbiamo far sì che i giovani medici capiscano l’importanza di lavorare per il sistema sanitario nazionale. Dobbiamo renderlo più attrattivo anche facendo in modo che alcune specializzazioni che oggi non sono scelte ma sono comunque importanti, e penso ad esempio all’emergenza-urgenza o l’anestesia ritrovino la vocazione».
«Costruire una sanità più efficiente e più vicina alle persone e ai territori è la sfida che siamo chiamati ad affrontare a livello nazionale e regionale, e la Regione Marche è sulla strada giusta per migliorare la presa in carico e l’assistenza dei cittadini» ha aggiunto il ministro complimentandosi per il premio all’Azienda ospedaliera di Torrette di Ancona come migliore ospedale pubblico d’Italia. «Riconoscimento importante che dimostra come la sanità marchigiana sia protagonista di un vero cambio di passo. Occorre affermare la priorità del ruolo strategico della sanità territoriale, superare le criticità strutturali enfatizzate dalla pandemia e ridurre le disparità territoriali nell’accesso ai servizi. Un tassello fondamentale di questo processo è rappresentato dalla condivisione delle esperienze avviate a livello regionale: importante terreno di sperimentazione e di pratiche da implementare e diffondere a livello nazionale. E le Marche possono testimoniare questo cambio di passo. A tale proposito la Regione Marche ha avviato un rilevante processo di riorganizzazione sanitaria che vede come fattore chiave proprio il territorio e la prossimità – ha rimarcato il ministro – La legge regionale 19 dell’8 agosto 2022 ha modificato l’assetto regionale con la costituzione di cinque aziende sanitarie territoriali e due ospedaliere, in sostituzione dell’Azienda unica sanitaria regionale, proponendo un modello di riorganizzazione più vicino ai territori per un’efficace sinergia ospedale territorio. Si tratta di una riforma programmatica con un approccio scientifico che ha visto il coinvolgimento dell’Università Politecnica delle Marche – coinvolgimento da apprezzare, ha ribadito il ministro Schillaci – ritengo che le Università possano e debbano supportare le Regioni anche nella programmazione sanitaria. Nelle Marche abbiamo dunque un esempio concreto della funzionalità di questa collaborazione che ha permesso di definire la programmazione sulla base di un’analisi del fabbisogno dell’assistenza ospedaliera e territoriale; quindi dell’effettive esigenze di salute e di assistenza socio sanitaria. Nelle Marche – ha concluso il ministro – si sono gettate le basi per un modello di assistenza socio sanitaria che tenga conto dei cambiamenti demografici ed epidemiologici in corso».
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