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AAA cercasi medici di medicina generale e continuità assistenziale. L’allarme di Misericordia: «Situazione insostenibile» (Ascolta la notizia)

SANITÀ - Sui dati della qualità della vita del Sole24Ore pesa anche la penuria di medici nel Fermano. A riguardo abbiamo sentito Paolo Misericordia, responsabile provinciale di Fermo Fimmg: «Pensionamenti, pochi giovani, mancata programmazione politica, mole di lavoro eccessiva e retribuzioni esigue sono la tempesta perfetta».

Paolo Misericordia

 

di Alessandro Luzi

I dati sulla qualità della vita pubblicati dal Sole24Ore hanno messo in luce le criticità del settore sanitario territoriale. Il report, infatti, tiene conto anche del numero di professionisti attivi di medicina generale ogni mille abitanti e quanti sono i medici specialisti ogni 10mila abitanti. Il quadro non è confortante. Per vedere la voce “Fermo” sulla classifica dei medici di medicina generale bisogna scorrere fino al 100esimo posto. Addirittura si colloca alla penultima casella per i dati relativi agli specialisti. Non usa mezzi termini il dottor Paolo Misericordia, responsabile provinciale di Fermo Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale): «La situazione è disastrosa. Già da tempo si stava delineando questa prospettiva ma non è stato fatto nulla per invertire la rotta. È mancata la programmazione sia da parte della politica regionale che da quella nazionale. Infatti al centro e al nord del Paese lo scenario è identico; un po’ meglio è a sud». Dal Rapporto ottimale il Fermano dovrebbe contare 125 medici ma attualmente siamo decisamente al di sotto della soglia ideale: «Registriamo solo 98 professionisti, perciò ne mancano circa 30 per garantire un servizio efficiente. A soffrire particolarmente sono le zone montane, soprattutto Amandola e Montefortino. Attualmente ci sono soltanto due medici in servizio su 7.500 abitanti».

Ascolta la notizia:

Questa penuria poi si riflette a cascata da un lato sulla popolazione, dall’altro sugli stessi professionisti del settore. Infatti, oltre ad influire sulla qualità delle visite ai pazienti, i medici sono costretti a sostenere dei turni estenuanti: «Tanti sono andati in pensione ma è vero che tanti altri non reggono più la mole di lavoro – sostiene Misercordia -. È notizia ormai di dominio pubblico che una collega 30enne, a Monte Urano, il 31 dicembre lascerà il suo lavoro, quindi oltre mille pazienti dovranno essere redistribuiti. Lavorare con questi ritmi e con tali modalità è impossibile. Dobbiamo essere supportati dal personale di studio perché siamo stremati. Quelli più in difficoltà sono i colleghi più giovani in quanto non conoscono scorciatoie professionali ed hanno orari di servizio incompatibili con la sopravvivenza. A risentirne sono soprattutto le donne perché, oltre a dover esercitare la propria professione, spesso hanno a carico anche la famiglia». A rendere ancora più arduo il ricambio generazionale è la remunerazione inadeguata: «Turni estenuanti, mole di lavoro eccessiva e retribuzione scarsa rendono questo lavoro sempre meno attrattivo – afferma -. Ad oggi ricevono circa 20 euro l’ora e, rispetto ad altri ruoli e ambiti, è una somma esigua. Lo stesso vale per chi è nei Pronto Soccorso. Le nuove leve sono poche e spesso, dopo un primo periodo di prova, scelgono di cambiare ambito. Intanto in molti stanno raggiungendo il pensionamento quindi il saldo è negativo e rimarrà tale almeno per i prossimi quattro anni».

Altro tasto dolente riguarda i medici di continuità assistenziale (guardia medica): «Il Rapporto ottimale indica come soglia ideale 1 medico su 5.000 abitanti, pertanto nella nostra provincia dovrebbero esserne circa 30. Invece ne abbiamo 9 e in prossimità delle festività come Natale, Pasqua, Ferragosto, addirittura sono coperte soltanto due o tre postazioni. Lo scorso anno si era aggiunta l’aggravante del Covid-19 e a Natale sono rimaste completamente sguarnite. Questa non è una peculiarità del Fermano ma è un problema diffuso su gran parte del territorio marchigiano».

 


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