Obbligo di chiusura nelle festività civili/religiose del primo e 6 gennaio, Pasqua, 25 aprile, primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, primo novembre, 25 e 26 dicembre e prevedere parziale deroga degli obblighi di chiusura nei seguenti periodi: facoltà di apertura tutti i giorni dal 18 al 31 dicembre con esclusione delle giornate del 25 e 26 dicembre; facoltà di apertura di domenica ad esclusione delle festività già annunciate; in caso di due festività consecutive facoltà di apertura in uno dei due giorni, ad esclusione delle festività già elencate.
Sono queste le proposte che Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo ha fatto intervenendo sul calendario di aperture nelle giornate lavorative/festive per il comparto degli acconciatori lanciando una proposta per condividere nel territorio per il 2023 linee guida comuni sugli orari di lavoro, non più caratterizzati dalle esigenze legate al periodo emergenziale ormai per fortuna alle spalle.
A tal proposito, Confartigianato invierà a tutti i sindaci delle tre province di competenza l’idea per arrivare l’anno prossimo con un’agenda comune e conforme a livello locale.
«Dopo aver ascoltato e rilevato le istanze della categoria degli acconciatori – le parole di Daniele Zucchini, Presidente Interprovinciale del Comparto – e nel rispetto sia delle esigenze delle categorie che della libera iniziativa e della concorrenza, intendiamo presentare questa proposta. L’idea è volta a fornire un servizio utile agli operatori delle categorie interessate. Il nostro obiettivo primario è quello di tutelare le imprese del settore rispettando sia le esigenze e le istanze di chi ritiene di voler riposare durante i festivi mantenendo chiuso il proprio negozio, sia di chi sceglie invece di tenere aperta la propria attività».
«Tale orientamento – prosegue Zucchini – nasce da una riflessione della categoria, secondi cui al pari del prezzo e delle caratteristiche del servizio, l’orario di apertura dei negozi costituisce una delle dimensioni rispetto alle quali può realizzarsi una concorrenza effettiva tra esercenti. Le restrizioni alla libertà degli operatori economici in materia di orari e di giornate di apertura e chiusura degli esercizi possono ostacolare infatti il normale dispiegarsi della competitività, riducendo la possibilità degli operatori attivi di differenziare il servizio adattandolo alle caratteristiche della domanda e sono suscettibili di peggiorare le condizioni di offerta e la libertà di scelta per i consumatori».
«Successivamente al periodo pandemico – dice Eleonora D’Angelantonio, Responsabile interprovinciale del settore Benessere – i saloni, oberati dalle spese legate a sanificazione e distanziamenti, tirano un sospiro di sollievo ed ora i ritmi di lavoro, già ripartiti in maniera positiva, sono finalmente ritornati, pur se con qualche eccezione, alle performance tipiche del periodo delle feste natalizie. Ci siamo lasciati alle spalle un periodo davvero critico, in cui i saloni potevano lavorare sempre 7 giorni su 7 ma con difficoltà enormi. Ora, dopo l’esperienza precedente, è nata quindi l’esigenza da parte di molti, di condividere nel territorio orari più elastici ma ugualmente rispettosi sia di chi vuole riposare durante i festivi mantenendo chiuso il proprio negozio, sia di chi sceglie invece di tenere aperta la propria attività. Di qui la nostra scelta come Confartigianato di aprire un dialogo con i Comuni, che si sono sempre mostrati disponibili a valutare le esigenze della categoria, nell’interesse del settore».
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