di Luca Patrassi
Il governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli il punto lo tiene: nessuna possibilità di assistere inerme a una deriva della sanità pubblica a favore di quella privata. Acquaroli lo ribadisce a Cronache Maceratesi: «C’è un sistema di norme che di fatto penalizza il settore pubblico a favore di quello privato. I medici che vanno in pensione possono lavorare per i privati ma non per il pubblico in via ordinaria, e c’è carenza di medici e di specialisti. Inoltre la sanità pubblica ha un tetto di spesa per il personale che blocca le assunzioni, mentre può attingere dai privati per coprire le emergenze. Il nodo cruciale è che negli anni passati è mancata una programmazione reale sul fabbisogno dei medici. Il turnover era negativo ma solo con la nuova Giunta regionale le cose stanno cambiando: ad esempio abbiamo portato a 42 all’anno le borse per gli specializzandi, contro una media dei cinque anni precedenti di 6; le borse per la formazione dei medici di medicina generale le abbiamo portate a ben 110 all’anno, contro le 36 precedenti. Ma i primi specializzandi, da noi sostenuti con un numero adeguato di borse di studio, non saranno inseriti prima dei tempi previsti dalle norme».
E’ un fiume in piena il governatore Acquaroli ed a proposito di norme che favoriscono il privato aggiunge: «Il sistema va riequilibrato e spero che il nuovo governo intervenga presto in tal senso restituendo centralità al sistema pubblico». Sul fronte del come le cose devono cambiare nelle Marche Acquaroli aggiunge: «La legge di riforma assegna autonomia ai territori, il piano sanitario sarà legato al fabbisogno e non alle spinte dei vari campanili. Le strutture private nelle Marche sono molto attive, per la maggior parte, in tre province ma non nella stessa misura in provincia di Pesaro dove invece registriamo la mobilità passiva più importante, in direzione della Emilia Romagna. Non so se sia stato il frutto di una volontà politica di qualche anno fa, ora comunque bisogna programmare un sistema che possa arginare questa tendenza».
Argomenta il governatore Acquaroli: «Una prima riforma, quella appena fatta, cui seguiranno altri interventi legislativi, in primis il nuovo Piano regionale socio-sanitario che vogliamo concertare con tutti i soggetti del mondo sanitario e sociale. Viviamo una fase particolare che nasce da riforme nazionali di anni passati: ci hanno imposto un approccio che non va bene per le emergenze attuali. La carenza del personale medico-sanitario è riconosciuta da tutti, non c’è una Regione che non abbia problemi con le liste d’attesa e con le conseguenze portate dal Covid nel sistema sanitario. Al ministro abbiamo fatto richieste chiare per il superamento di situazione ereditate: il sistema pubblico è stato messo, negli anni passati, in una situazione di criticità. Il sistema ereditato al momento indica che il tetto di spesa per il personale non si può alzare ma si possono acquisire servizi dai privati. Se prima dell’ondata dei pensionamenti che stiamo subendo oggi per la mancata programmazione, se qualche anno fa c’era la possibilità di riorganizzare oggi non c’è più perché non c’è più il personale sufficiente a ricoprire i ruoli nevralgici, in particolare Emergenza-Urgenza e il servizio territoriale. Una sola soluzione è percorribile: mettere in condizione il sistema pubblico di assumere e di avere la relativa disponibilità finanziaria. Su questo avrei voluto sentire interventi di condivisione: se il trend è quello visto con i pensionamenti, se non c’è stata la programmazione, oggi bisogna intervenire con normative adeguate». A chi in Consiglio regionale le ha obiettato che sono cose che avrebbe dovuto dire due anni fa, cosa risponde? «Due anni fa non abbiamo trovato gli studi sull’andamento del fabbisogno del personale, eravamo in piena pandemia e i suoi effetti non erano prevedibili per nessuno ma di sicuro non avrei mai pensato che il sistema sanitario regionale non avesse costruito una strategia per il turnover, non avrei mai pensato che si finanziassero pochissime borse, insufficienti rispetto al fabbisogno». Il governatore Francesco Acquaroli muove all’attacco in un campo, quello sanitario, da decenni molto frequentato dai privati con commistioni non sempre alla luce del sole. In ogni caso parole molto chiare quelle di Acquaroli, resta la fondata speranza che si traducano in atti concreti sul fronte dei servizi sanitari pubblici delle Marche.
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