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Ex Fim, Legambiente sulla decisione del Ministero: «La bonifica e il mantenimento della Cattedrale sono opzioni attuabili»

IL COORDINAMENTO DI ASSOCIAZIONI PER L'EX FIM chiariscono che la decisione di demolizione non è stata presa all'unanimità e nel 2018 non c'è mai stato l'ok del Tar a rivedere il vincolo: «Da una parte si porta avanti un discorso speculativo mentre il Ministero sostiene la possibilità di un intervento di conservazione.

«Nelle dichiarazioni apparse sulla stampa di domenica 8 gennaio 2023 abbiamo letto molte inesattezze che intendiamo rettificare. La prima cosa non vera riguarda la decisione sulla demolizione della Cattedrale che, si dice, sarebbe stata presa all’unanimità durante i lavori dell’ultima Conferenza dei Servizi del novembre 2021. Lopinione pubblica deve essere assolutamente informata che la variante del 2021 al progetto di bonifica della Cattedrale, che ne prevedeva la demolizione completa, non è stata affatto approvata, né all’unanimità, né a maggioranza – sostiene Legambiente -. Altra cosa non vera riguarda il presunto “ok” del TAR a rivedere il vincolo, così come richiesto dalla proprietà nel 2018 (demolizione e ricostruzione della Cattedrale). Il TAR ha semplicemente invitato gli uffici preposti «alla riedizione del potere amministrativo» secondo le procedure previste dalla legge, senza intaccare la validità del vincolo monumentale del 2001, tuttora esistente».

Venendo ai fatti più recenti, il Coordinamento di Associazioni per l’Ex Fim ripercorrono le tappe che hanno portato alla decisione recente del Ministero di bloccare la demolizione della Cattedrale di Porto Sant’Elpidio.

«Nel Luglio 2022 la proprietà presenta una nuova istanza di intervento per la Cattedrale e per la Palazzina Uffici. Per quest’ultima il progetto viene approvato perché “l’immobile grava in uno stato di abbandono” e “i privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a garantirne la conservazione”Per la Cattedrale si chiede ancora la demolizione. Inizia un iter separato e la proprietà presenta un nuovo progetto corredato, dicono, da ulteriori analisi sulla muratura. Dei risultati, però, non abbiamo alcuna notizia, sebbene abbiamo fatto richiesta ufficiale di accesso agli atti già due mesi fa. Su questa nuova procedura sappiamo che c’è un “preavviso di rigetto”. Quindi, evidentemente, le ragioni per la demolizione proposte dalla proprietà non sono state ritenute valide dalla Commissione ministeriale. È verosimile dedurre che neanche i nuovi risultati analitici presentati siano stati considerati determinanti – dice Legambiente -. Con questa presa di posizione, in sostanza sancisce che la bonifica si può fare senza demolire. L’interlocuzione va avanti e vedremo nei prossimi giorni come le osservazioni della proprietà verranno valutate dal Ministero. Tutto questo si delinea come una sorta di braccio di ferro che la proprietà ha voluto mettere in atto (completamente appoggiata dall’Amministrazione Comunale) contro gli organi competenti del Ministero, che hanno a cuore il mantenimento dei beni monumentali vincolati. Da una parte si porta avanti soltanto il discorso speculativo, da perseguire attraverso il metodo più economico; dall’altra, il Ministero sostiene fermamente la possibilità di un intervento di conservazione. Gli interessi economici, contro la Cultura e la Storia».

Il Coordinamento ha già inoltrato a tutti gli Enti interessati un dettagliato documento tecnico che analizza tutti gli errori e le mancanze degli studi ufficiali, tesi soltanto a forzare la mano verso la demolizione.

«La bonifica e, al contempo, il mantenimento della Cattedrale sono opzioni attuabili e non in antitesi: esperienze in siti similari e ricerche scientifiche indipendenti lo dimostranoBasta avere la volontà di informarsi» concludono.

 

 


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