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Ex Fim, Battilà (Lab Civico): «La bonifica priorità assoluta del nostro programma»

PORTO SANT'ELPIDIO - Il candidato di Lab Civico: «Da sempre sosteniamo che una possibile soluzione è la revoca delle previsioni urbanistiche per inadempimento e attivazione dell’iter di confisca/esproprio per motivi di tutela della salute pubblica. A fronte di una acquisizione del Comune dell’area, lo spazio della ex Fim è assolutamente da destinare alla fruibilità pubblica per attività sportiva all’aperto e al chiuso»

Gian Vittorio Battilà

«La bonifica della Fim è una priorità del nostro programma elettorale insieme al decoro urbano, la sicurezza e la valorizzazione degli spazi aperti, del verde e l’incremento delle infrastrutture per la mobilità dolce. Il tutto è stato ampiamente mostrato in sede di tavolo di confronto alle altre forze politiche di opposizione con cui si è voluto intraprendere un percorso comune e come esplicitato più volte in sede di consiglio comunale dai nostri 2 consiglieri comunali nei 5 anni passati». A parlare è il candidato sindaco di Laboratorio Civico, appoggiato anche da Lega e Forza Italia, Gian Vittorio Battilà.

«Il Laboratorio Civico non vuole tanto concentrarsi sul pro o contro all’abbattimento della cattedrale poiché su questo enti sovracomunali devono esprimersi, piuttosto si meraviglia che non ci sia ancora stata un’azione forte da parte delle amministrazioni a tutela della salute pubblica per un’area di 73mila metri quadrati prospicente l’Adriatico, posta in pieno centro abitato, confinante col popoloso quartiere di Borgo Novo, perché potrebbe essere pericolosa per la salute pubblica e perché è un’area fondamentale per una città a vocazione turistica. L’azione è tuttora necessaria farla contro le inadempienze.
E’ inconcepibile dopo 30 anni essere ancora fermi e avere un’area del genere sotto ostaggio».
Battilà aggiunge che «i madornali errori dell’amministrazione sono evidenti: piano di rientro per i 2 milioni circa dei crediti di Imu e la Tari, più volte segnalato dal Laboratorio civico, la mancata escussione della fideiussione in capo alla cattedrale, sottolineata nel 2013 dal M5S, i 20mila mq demaniali dove potevano intanto insistere dei parcheggi per i fruitori della spiaggia, bloccati dalle opere di bonifica concesse al privato, segnalati sempre dal Laboratorio civico.
Inoltre dopo aver letto le carte confermo che per quanto riguarda la necessità di demolire la cattedrale è in atto una diatriba tecnica tra un parere dell’Università Politecnica delle Marche e il Segretariato regionale: quest’ultimo, come il consulente tecnico del Tar nel 2003, al contrario del parere dell’Univpm dichiara che è possibile effettuare un intervento di bonifica del terreno senza demolire la “Cattedrale”… seppur non spiega con quale tecnica specifica. Anche Legaambiente si schiera su questo fronte.
Personalmente come amministratore avrei dato una scadenza certa e investito poco tempo in più e risorse per coinvolgere molteplici università all’avanguardia sul tema e attraverso un tavolo congiunto di confronto avrei tentato di capire quali fossero le tecniche moderne più adatte per eventuale garanzia per la sicurezza strutturale e la bonifica ambientale, nel caso non fosse stato possibile mi sarei posto parte lesa anche verso gli enti sovracomunali e il privato.
Una buona amministrazione deve lavorare per la massima collaborazione tra gli enti pubblici ed il privato, tanto più per la bonifica di un sito contaminato di interesse regionale e/o nazionale ma poi deve necessariamente intervenire senza schierarsi.
Il Laboratorio Civico da sempre sostiene che una possibile soluzione è la revoca delle previsioni urbanistiche per inadempimento e attivazione dell’iter di confisca/esproprio per motivi di tutela della salute pubblica. A fronte di una acquisizione del Comune dell’area, lo spazio della ex Fim è assolutamente da destinare alla fruibilità pubblica per attività sportiva all’aperto e al chiuso (beach soccer, beach volley, beach tennis, padel, street basket, ecc.), un parco con percorsi sportivi e di mobilità dolce, oltre a realizzare (finalmente) una arena in grado di ospitare eventi di livello nazionale e internazionale. Il comune e non il privato deve essere il regista per questa area strategica per il territorio e puntare al recepimento di fondi proprio a questo scopo. Abbiamo atteso troppo!».



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