«Mi chiedete un commento? Per me sono questioni irrilevanti». Il consigliere regionale Pd, Fabrizio Cesetti ridimensiona, e non poco, le contestazioni mosse dall’Agenzia nazionale Anticorruzione sull’ospedale di Campiglione, di cui Cesetti è unanimemente riconosciuto come padre putativo. Con lui è partito l’iter per la realizzazione del nuovo nosocomio fermano, quando ricopriva l’incarico di presidente della Provincia, con la cessione dell’area, e poi di assessore regionale al Bilancio con la giunta Ceriscioli con progetto e via libera ai lavori. E dunque lui, Cesetti, è forse il più titolato a parlare sulle contestazioni Anac. «L’anticorruzione parte da un esposto di un ex consigliere di Fermo ma stiamo parlando di un’infrastruttura esempio di percorso amministrativo impeccabile, sia da punto di vista giuridico che procedurale, e assolutamente sostenibile sul fronte economico. I costi sono lievitati? E cosa non è cresciuto nel ramo dell’urbanistica e dei lavori pubblici in questi ultimi anni. Mettiamoci pure che si è dovuto fare i conti con ulteriori posti letto e servizi. Un esempio su tutti? La palazzina Covid che verrà realizzata nel complesso dell’ospedale». Sì ma si è passati da 50 a 80 milioni, un bell’aumento, stanziato proprio da Cesetti: «E’ vero – non lo nasconde di certo – parliamo di un’opera finanziata con una legge e come tale va rispettata. Alcuni ritardi sono stati dettati ovviamente dal Covid ma tutto è proceduto in assoluta trasparenza». Nel mirino dell’Anac, però, oltre alla “considerevole lievitazione dei costi e ai tempi eccessivi per la procedura di gara” anche un “uso improprio delle varianti, inadeguato livello di progettazione, rifacimento del progetto camuffato da perizia di variante”.
«A mio avviso i rilievi mossi dall’Anac sono destituiti di qualsivoglia fondamento. Mi meraviglio che – incalza Cesetti – corra dietro a simili questioni che reputo, l’ho detto, assolutamente irrilevanti. Sono orgoglioso dell’operato degli uffici regionali, provinciali e comunali anche perché, non dimentichiamocelo, l’ospedale è partito, con la cessione dell’area, quando ero presidente della Provincia di Fermo. Hanno fatto tutti un lavoro impeccabile. Gli uffici regionali continuano ad operare in maniera ineccepibile anche oggi che c’è un’altra amministrazione che opportunamente ha preso a cuore il completamento del nuovo nosocomio. Rivendico con orgoglio quei 30 milioni in più che ho finanziato con legge nel dicembre del 2019, soldi necessari per l’adeguamento alle mutate normative, agli ulteriori 30 posti letto e alla palazzina Covid, con anche ulteriori (10) posti letto legati a un percorso Covid, dal triage al Pronto soccorso fino alle sale operatorie. E poi non parliamo nemmeno di 80 milioni. Oggi ne sono 100 più 11 per la viabilità di adduzione. Avremo un ospedale di rilevanza non solo regionale ma nazionale. Questo lo sostegno io e lo sostiene anche l’attuale assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini. E francamente mi meraviglio che qualcuno, corroso dall’invidia, tenti di bloccarne la realizzazione ricorrendo a qualche esposto. Ma non ci riuscirà. Io rivendico con orgoglio la responsabilità di aver finanziato ulteriori 30 milioni, per me una nota di merito. L’ho fatto con legge che tutti, e dico tutti, devono rispettare. Quella legge nessuno, nessun avvocato, l’ha impugnata. Nessuna vertenza è stata sollevata per un’infrastruttura che sarà la più importante da due secoli a questa parte per il Fermano e degli ultimi 20 anni per le Marche».
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