di Pierpaolo Pierleoni
La sede della provincia di Fermo ha ospitato stamattina il primo incontro tra il direttore dell’Atim, Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche, Marco Bruschini, e gli amministratori locali. Una riunione proficua, fortemente voluta dal presidente della II Commissione della Regione Marche, Andrea Putzu. «Sono soddisfatto – ha esordito il consigliere regionale – malgrado le condizioni meteo avverse è stato un appuntamento molto partecipato. Per la prima volta siamo riusciti a mettere tutti insieme, per un tavolo del turismo e dell’internazionalizzazione che sia davvero capace di imprimere una svolta nella promozione del territorio. La crescita turistica sarà anche una grande opportunità per far conoscere i nostri distretti produttivi».
Il consigliere regionale Marco Marinangeli pone invece l’accento sulla «concretezza, caratteristica di questa Amministrazione regionale. Oggi muoviamo uno dei primi passi da quando è arrivato Bruschini, un autentico top player nel settore. C’è bisogno di creare reti e fare massa critica mettendo in campo tutti gli attori. L’Atim ha una struttura snella per rispondere al meglio alle esigenze del mercato».
Il presidente della Camera di commercio delle Marche, Gino Sabatini, ricorda gli investimenti sostenuti sul fronte dell’internazionalizzazione e plaude «ad una strategia che coinvolge tutti e punta con convinzione a promuovere la nostra Regione». Stregato da Bruschini anche il presidente della Provincia, Michele Ortenzi «Abbiamo avuto un primo incontro ricco di stimoli, mi piace chi cerca di rompere gli schemi rispetto al passato. Sono maturi i tempi per un’azione coordinata delle politiche regionali in materia turistica».
Tocca poi al protagonista. Il direttore dell’Atim mostra di avere idee chiare sul lavoro che lo aspetta. «Vogliamo adottare un metodo che parte dal basso, dalla conoscenza dei territori e dall’incontro con i sindaci. Fondamentale anche l’alleanza strategica con la Camera di commercio, col presidente Sabatini c’è stata subito intesa. Questa è una regione plurale, ma il brand deve essere unico. Mi piace il concetto di contaminazione, dialogare con tutti, a partire dai grandi marchi marchigiani conosciuti nel mondo: dobbiamo fare massa critica insieme».
Per Marco Bruschini «lo sforzo più complesso sarà fare da cabina di regia. Occorre lavorare ad un unico calendario degli eventi che si promuova a livello internazionale, ma per farlo occorre essere pronti sei mesi prima. Il turismo è fatto di forte esperienzialità, ci vogliono tempi rapidi nelle decisioni. Dobbiamo essere semplici e fare sistema. Partiamo da quello che c’è: un tessuto imprenditoriale ed economico importante, dobbiamo metterci tutti insieme a disposizione delle Marche».
Il direttore evidenzia un turismo marchigiano che per il 78% viene dall’Italia. «La prima criticità è che nel mondo non ci conoscono. Abbiamo un turismo prevalentemente domestico, che nell’ultimo biennio ha beneficiato del fatto che la gente, con il Covid, ha evitato per lo più l’estero. Per promuoverci all’estero partiamo dai mercati di Austria, Germania, Svizzera, ma anche Olanda e Belgio. Saremo presenti alla Bit di Milano, una fiera soprattutto d’immagine, non mancheremo alla fiera di Monaco. Il prodotto turistico va venduto rivolgendosi al cliente finale: studiamone le aspettative. Un punto su cui il governatore Francesco Acquaroli vuole puntare è anche il mercato francese e in questo senso, l’attivazione di una linea aerea Ancona-Parigi è strategica, anche perché quello è uno dei principali hub del mondo».
Per finire, Bruschini pensa a nuovi mercati che sostituiscano quello russo. «Strategico il Kazakistan, perché apre le porte verso l’Oriente ed è un mercato alto-spendente. Poi pensiamo anche al grande palcoscenico degli eventi. Stiamo ragionando insieme al direttore della ‘Marche Film Commission’ ad un Festival del cinema, poi stiamo lavorando molto sul discorso delle fiction, un veicolo prezioso di valorizzazione territoriale. Dobbiamo essere più presenti nelle grandi città italiane. L’obiettivo è destagionalizzare. Lavoriamo 4 mesi all’anno, pensiamo a cosa significherebbe aggiungere almeno due mesi, maggio e settembre. Ormai mi sento marchigiano, sono stato accolto benissimo, dobbiamo essere consci e orgogliosi di essere potenziali top player nel turismo. Siamo piccoli ma belli e sviluppati bene, portatori di eccellenze. L’Agenzia mette gli strumenti, ma vanno riempiti del cuore dei marchigiani».
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