di Giorgio Fedeli
Incendio alla Bakery di Girola di Fermo. Estinte le fiamme, messo in sicurezza il capannone e sventato ogni rischio di inquinamento ambientale, è tempo di ragionare sull’incidenza che il rogo ha e potrà avere sull’occupazione di quelle 160 persone, praticamente quasi tutte del Fermano, che da domenica sono di fatto senza una sede di lavoro. Ieri all’incontro davanti ai cancelli della Bakery, oltre ai lavoratori, ai sindacati e al direttore dello stabilimento, Andrea Smerilli, c’era anche il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro. La pioggia battente non li ha fermati, non ha impedito a nessuna delle parti in causa di ritrovarsi, discutere e iniziare già a pensare al domani. «Ombrelli, pioggia battente, mezzi dei vigili del fuoco intorno ma c’è il dovere di stare vicino ai lavoratori della Bakery dopo l’incendio. Forza! Quello che è emerso – racconta il primo cittadino – è che la proprietà ha intenzione di reinvestire a Fermo anche perché altrimenti il rischio di perdere quei lavoratori già specializzati e formati è concreto. Parliamo di un team di esperti. E poi, ragionando in termini imprenditoriali, quella di Fermo, della nostra area industriale, è una zona che lavoro lo può dare».
Ascolta la notizia:
Occhi rivolti alla parte della struttura carbonizzata che, però, a voler pensare in positivo, è circa un terzo del capannone. Insomma se la parte bruciata va demolita e ricostruita, buona parte dello stabilimento è ancora assolutamente utilizzabile.
Per la direzione, dalle ore successive all’incendio, è stata tutta una telefonata per offrire garanzie ai fornitori. E parliamo di uno stabilimento che, proprio in virtù della consistenza dell’azienda, è passata in pochi anni da 80 a 160 dipendenti, insomma il doppio. E di questi tempi non è certo un elemento da sottovalutare, numeri che rendono orgogliosi tutti, nella produzione di un prodotto artigianale che fa della Bakery azienda leader. I lavoratori, dal canto loro, pur comprendendo le ragioni “causa forza maggiore” che li hanno fatto ritrovare dall’oggi al domani senza un impegno lavorativo, ora incrociano le dita nella speranza di ricevere quantomeno degli ammortizzatori sociali.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati