di Antonietta Vitali
Consenso unanime ma anche una discussione che si è accesa in alcuni momenti nella conferenza stampa sullo studio di prefattibilità della Metrotranvia Mare Monti, tenutasi questa mattina presso la Sala del Consiglio della Provincia di Fermo. Ad aprirla il Prof. Elvezio Serena, presidente ad honorem del Comitato Metrotranvia, fondato insieme a Gioacchino Fasino Presidente di Italia Nostra, Federico Spagnoli Presidente Legambiente di Fermo, Luca Romanelli Presidente del Centro Studi Carducci, con lo scopo di sensibilizzare le amministrazioni e i cittadini sulla necessità di conservare il patrimonio storico, architettonico, paesaggistico della Ferrovia Porto San Giorgio/Amandola che ha funzionato dal 1908 fino al marzo del 1956. Un percorso per Serena e Fasino iniziato nel 1997 che ora si concretizzerebbe come un progetto moderno «e non come lu trinittu de na vota» ha dichiarato il presidente del comitato «co-sostenibile che andrà verso la transizione ecologica pensando a treni non solo elettrici ma anche a idrogeno». Una via di collegamento da ripristinare perché andrebbe a colmare un vuoto infrastrutturale in una zona (quella del fermano ma non solo) da anni dimenticata dalla politica sotto questo punto di vista.
IL LAVORO DEL COMITATO
Il 05/02/22 ha iniziato con la presentazione di questo progetto presso il Caffè Letterario di Fermo, per proseguire poi con il sottoporre la questione, il 28/02/22, a Giorgio Girotti Pucci Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fermo che ha mostrato ovviamente un vivo interesse in proposito. Il 05/03/22 ha indetto un convegno con Giorgio Spadi, originario di Porto San Giorgio e Presidente CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) Lombardia e Direttore Pianificazione Strategica di Trenord, il quale ha fornito al comitato strumenti per proseguire su questo saggio cammino intrapreso. Il Comitato si è espresso anche nel far deliberare diversi comuni sulla necessità di procedere con questa opera,15 del fermano, 4 del maceratese e Montemonaco.
Uno studio di prefattibilità indispensabile per ragionare su ipotesi progettuali concrete e non solo su semplici idee per quanto lungimiranti possano essere. Il costo stimato di questo studio è di € 30.000,00 di cui € 10.000,00 sono stati messi a disposizione dalla Provincia di Fermo “con non poca difficoltà” ha dichiarato il Presidente della Provincia Michele Ortenzi. Gli altri € 20.000,00 sono ancora da reperire.
Il fronte Regione della politica si è acceso tra maggioranza e opposizione proprio su questi fondi ancora da trovare. Dichiarata dal Consigliere Andrea Putzu la piena disponibilità da parte della Regione Marche nel mettere a disposizione i fondi necessari per lo studio di fattibilità e anche a dialogare con il Ministero delle Infrastrutture e, perché no, con Trenitalia per procedere su questa linea. Scherza con il collega in opposizione Fabrizio Cesetti quando gli dice che «i fondi necessari possono essere reperiti sottraendoli al PD» il quale reagisce con una poker face totale a questa battuta che però non lascia cadere per terra nel corso del suo intervento iniziato subito dopo quello di Putzu. «I soldi non possono essere sottratti al PD perché il PD non li ha» risponde Cesetti che prosegue dichiarando che di questa idea della MareMonti se ne era già occupato nel 2010 quando Presidente della provincia era lui. Oggi, sempre secondo Cesetti, data la riconosciuta importanza di questo intervento, la regione più che mai si deve adoperare per trovare questi fondi visto che «è riuscita a trovare € 70.000,00 per la realizzazione di una bocciofila ad Osimo in frazione Passatempo, in un bilancio di 5 mld trovare i soldi per questo studio di fattibilità non può essere difficile». Tre le proposte suggerite dal consigliere Dem per snellire l’arrivo di questi soldi c’è quella di una mozione consiliare da presentare in regione come variazione di bilancio per lo stanziamento dell’importo necessario. Una mozione che si è dichiarato disposto a firmare insieme alla maggioranza rinunciando «a qualsiasi diritto di primogenitura in proposito» ma che porterà avanti da solo qualora i colleghi di cui sopra non vogliano procedere in tal senso. La seconda proposta è l’inserimento di questa Metrotranvia Amandola/Porto San Giorgio all’interno dell’elenco delle ferrovie turistiche da istituire mediante il reimpiego di linee in disuso situate in aree di particolare pregio storico, come fatto da poco dalla Regione Emilia Romagna. La terza idea è una legge regionale in questa direzione che darebbe copertura sia giuridica che economica al progetto, come recentemente ha fatto la Regione Piemonte. Per il consigliere Marco Marinangeli la prima necessità è stata quella di sottolineare di «non commettere l’errore di dare ad un progetto così bello, importante e luminoso per il nostro territorio, il colore di una etichetta politica, lavorando invece sul concreto per qualcosa che, in tutti i modi dobbiamo sforzarci per andare a fare, per ristabilire il concetto di riequilibrio territoriale sul quale la regione lavora da due anni, anche attraverso MarcheStorie e Borghi Storici».
«Un ping pong politico positivo – secondo Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo – che esprime la volontà di portare a compimento questa metrotranvia, che rappresenta il primo passo per colmare il gap infrastrutturale che segna profondamente questo territorio».
«Tutti i sindaci non possono non essere d’accordo sulla necessità di questa realizzazione – ha dichiarato Valerio Vesprini, sindaco di Porto San Giorgio – alla quale va aggiunta una ciclovia visto che anche l’Europa pone molta attenzione a questo. Un’opera sulla quale si è in ritardo comunque da tredici anni perché, se tutto è iniziato nel 2010 e ancora si parla di studio di fattibilità, ci si può definire inevitabilmente in ritardo».
Si è dichiarato «scettico sulla reperibilità dei fondi per l’intera opera» il Sindaco di Monte San Martino Matteo Pompei nonostante veda il tutto «come una grande possibilità di nuova residenzialità per tutti quei paesi che hanno dovuto affrontare un grande problema di spopolamento».
«Presto che è tardi» per la rappresentante del Comune di Penna San Giovanni e appoggio totale da parte di tutta l’Unione Comuni Montani.
Per Luca Romanelli è «fondamentale uscire dalla box di pensare che l’attuale situazione dei trasporti sia valida. Per far riprendere i borghi è necessario che ci siano servizi quali sanità, scuole, infrastrutture». Secondo Luigi Silenzi «indispensabile il protagonismo dei sindaci ma se non si riescono a trovare nemmeno 30 o 50 mila euro per avviare lo studio di fattibilità allora meglio chiudere bottega».
«Pieno appoggio dal mondo ambientalista» ha detto Federico Spagnoli mentre «una mattinata durante la quale è stato fatto un grande passo in avanti» per Alessandro De Grazia Presidente di CGIL Fermo. «Un’opera fondamentale – ha riferito Gioacchino Fasino – per una provincia che è la più piccola della regione e la più scollegata e abbandonata». In totale accordo con Vesprini, Franco Mircoli rappresentante della FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta sull’abbinamento di una ciclovia alla metrotranvia «come ulteriore forma di collegamento con i paesi dell’interno». Il suggerimento di non aspettare soldi pubblici ma di affidarsi a società di project financing da parte dell’ingegnere ferroviario Stefano Morellini che ha partecipato spontaneamente all’incontro in quanto interessato all’argomento.
Molti, nel Nord Italia e anche in molti altri stati europei, i casi di recupero di queste antiche e storiche linee ferroviarie, raccontanti al comitato dal Dott. Giorgio Spadi. Questa antica linea Amandola/Porto San Giorgio venne deliberata durante un consiglio comunale di Fermo nel 1898 e iniziò a mandare in funzione treni che collegavano la costa con la pedemontana nel 1908. Una rapidità di realizzazione chiaramente imparagonabile rispetto a quella raccontata nelle righe sopra. Un’opera la cui lungimiranza di potenziale esprimibile nelle zone di riferimento dovrebbe vincere su tutto il resto del discorso.
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