Democrazia Sovrana e Popolare e Partito Comunista Fermo sottoscrivono ed appoggiano la mobilitazione proclamata dall’Rsu della neonata Ast Fermo, venerdì 24 febbraio di fronte all’ospedale Murri. «Dopo anni di sistematici tagli alla spesa, stipendi bloccati e mancato rinnovo contrattuale, nemmeno dopo una pandemia e dopo la più grande crisi socio-sanitaria dal dopoguerra si parla di finanziamenti alla sanità pubblica» l’affondo dei due partiti di sinistra.
«Il carico lavorativo crescente degli ultimi tre anni, vissuto in prima persona dai lavoratori della sanità, ha avuto come seguito il blocco totale dei concorsi e del turnover, continuando anacronisticamente con le assunzioni a tempo determinato. Vengono così stracciate le promesse fatte al personale, sia di comparto che medico, che ha visto crescere solo le ore in eccedenza sul proprio cartellino, mai monetizzate, nella quasi totale impossibilità a prendere ferie per via delle scarse coperture. Il budget – incalzano DsP e Pc – diventato l’unico parametro per valutare l’efficienza di un sistema che ha come primo obiettivo la cura, è diventato anche una spada di Damocle sulla testa dei lavoratori. I bonus produttività, laddove raggiunti gli obiettivi, non sono stati ancora versati al personale medico come dovuto da contratto. Il Pnrr che abbiamo dovuto accettare con la forza e la promessa di un miglioramento, ha portato solo a nuove restrizioni, tagli di budget, e alla sola modifica del sistema informatico ospedaliero portando a rallentamenti e a nuove responsabilità medico-legali. La mancanza di risposte alla crescente responsabilità richiesta dal sistema non c’è stata da parte di chi dovrebbe organizzare. L’Ast Fermo rimane dipendente dalle altre aziende sanitarie territoriali per servizi essenziali come 118 ed emodinamica. La risposta è la fuga. Lo testimoniano le dimissioni dei lavoratori dell’Ast Fermo verso altre Aziende Pubbliche o, ancora più preoccupante, verso il settore privato, che anche all’interno dell’Ospedale con la cooperativa non vede crisi. Di fronte a questa situazione chi pagherà, e sta già pagando, sono i cittadini che troveranno un servizio progressivamente più scarso e la difficoltà crescente di presa in carico, quasi del tutto dipendente dalla “buona volontà” ed extra-lavoro dei sanitari, in una situazione già tragica per il rapporto numero assoluto di lavoratori-cittadini, il più basso della regione. Esprimiamo pertanto piena condivisione e pieno appoggio ai lavoratori della Sanità Fermana».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati