di Giorgio Fedeli
La pioggia si fa sentire, anche per danni e disagi. E la raffica di interventi a cui sono stati chiamati questa mattina i vigili del fuoco del comando provinciale di Fermo sono la prova provata della vulnerabilità, in termini di tenuta ambientale, del nostro territorio. E questo impone una seria riflessione a tutto campo, che però tarda ad arrivare nonostante i reiterati appelli delle associazioni ambientaliste.
Ma passiamo alla cronaca, quella pura e dura, che di fatto è il termometro di un territorio. Ebbene da questa mattina i vigili del fuoco sono stati chiamati a intervenire per ben quattro frane e tre interventi di soccorso per allagamenti. Partiamo dalle prime: quattro frane, smottamenti di terreno, si diceva: tre a Fermo e uno a Sant’Elpidio a Mare. Il primo lungo la strada provinciale 102, via del Crocifisso, dove sono venuti giù terra e alberi. Sul posto, oltre agli uomini del 115, anche gli operai della Provincia e le forze dell’ordine. Il secondo lungo la strada che da Ete Caldarette conduce a Monterubbiano, il terzo in contrada Camera e l’ultimo, a Sant’Elpidio a Mare, lungo la strada Elpidiense. E nel primissimo pomeriggio altre due frane a Campofilone, lungo la statale 10.
Ma non solo frane, si diceva. I vigili del fuoco sono stati chiamati anche a intervenire con le pompe idrovore per aspirare l’acqua piovana che ha invaso diverse case: due interventi a Porto San Giorgio, in via San Martino, una zona tristemente nota proprio per gli allagamenti, e uno in via Gubbio, a Fermo. E non finisce qui, perché gli uomini del 115 hanno anche diversi interventi in coda, ovviamente di minore entità. Alcuni allagamenti di garage anche a Porto Sant’Elpidio in via Ragusa e via Firenze.
Ma al netto della tempestività di intervento dei vigili del fuoco resta un dato incontrovertibile: la pioggia, e non necessariamente acquazzoni o le fantomatiche “bombe d’acqua” continua a creare problemi. E in tutto questo, ovviamente, osservati speciali i fiumi e i torrenti. Il rischio esondazione, la storia anche recente del nostro territorio, insegna. Ma non troppo, visto che di interventi strutturali seri e risolutivi ad oggi non se ne vede nemmeno l’ombra.
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