di Pierpaolo Pierleoni
Con il mese di marzo, Nazareno Franchellucci è diventato il sindaco più longevo nella storia di Porto Sant’Elpidio. In carica da 9 anni e 10 mesi, che diventeranno 10 anni tondi a fine mandato. Si lascia alle spalle il predecessore Mario Andrenacci, (9 anni e 9 mesi), Anteo Nicoletti (sindaco per 9 anni e 7 mesi) e Mario Ricci (primo sindaco eletto della città 8 anni e 3 mesi)
«Mi hanno fatto notare questa particolare statistica alcune persone – spiega il primo cittadino – Naturalmente fa piacere, chiaramente molto dipende dal sistema per l’elezione diretta dei sindaci, introdotto 30 anni fa, che ha favorito la stabilità. Divido questo traguardo con i consiglieri ed assessori che mi hanno accompagnato e supportato nei due mandati».
E pensare che il suo inizio fu piuttosto turbolento, con un rimpasto di giunta ed un vicesindaco silurato dopo due mesi…
«In molti ci davano per spacciati, pensavano che non saremmo durati. Fu anche il frutto di una genesi difficile della giunta, c’erano figure con posizioni abbastanza estreme e nacquero dei contrasti. Dopo l’iniziale difficoltà, si è costruito un rapporto di lealtà e fiducia con i consiglieri. Da quella lista venne anche uno dei migliori assessori che ho avuto, Peppino Buono, con lui ho lavorato bene, mi dispiacque molto doverlo revocare a suo tempo».
Da allora ha sempre tenuto per sé i lavori pubblici, come mai?
«Dissi che avrei riassegnato la delega, ma non sono stato di parola. Credo però che, con le opere importanti che abbiamo avuto, sia stato un bene che il sindaco le abbia gestite in prima persona. Avere una figura sempre operativa ed attenta a seguire tutti i lavori, grandi e piccoli, come Ciarrocca, in questi anni è stata una grande fortuna».
Si chiude un decennio. Probabilmente rimarrà nella memoria cittadina come il sindaco della piazza: che effetto le fa?
«Ricordo che arrivando in Comune passavo dal lato mare per poi attraversare piazza Garibaldi e chiedermi: ce la faremo? A ripensarci, è incredibile che nel 2013 una città come la nostra, in pieno centro fosse in quelle condizioni, a terra si vedevano ancora le mattonelle del vecchio Comune abbattuto. Ma oltre alla piazza, percepivamo l’importanza di un corso come luogo di passeggio ed aggregazione e la nuova via Cesare Battisti è stata una scelta lungimirante».
Immaginava che via Battisti diventasse quello che è ora?
«Eravamo convinti di quella scelta, ma il successo è andato oltre ogni previsione. Il giorno della chiusura al traffico, 16 luglio 2016, tanti cittadini e commercianti erano scettici. In campagna elettorale 5 anni fa tra i temi c’era anche l’eventuale riapertura parziale al traffico. Oggi a nessuno passa minimamente per la testa una proposta del genere».
Se via Battisti è un successo evidente, lo stesso non si può dire per la Fim. Nessun rimpianto, nessun errore?
«Vivo con profondo dispiacere che non si sia ultimata la bonifica. E’ difficile far comprendere ai cittadini la quantità di veti e limitazioni con cui abbiamo avuto a che fare, un problema non di Porto Sant’Elpidio, ma del Paese. Ho parlato negli anni con 5-6 soprintendenti e ogni volta si doveva ricominciare. Abbiamo approvato l’unico accordo di programma in Provincia per ultimare la bonifica, non vedo altri percorsi rispetto a quello individuato insieme alla proprietà, con tanto di parere dell’Università Politecnica delle Marche».
Il Pd ha scelto Elly Schlein come nuova segretaria, lei sosteneva Stefano Bonaccini, si sente ancora a casa nel partito?
«Vediamola all’opera, spero sia inclusiva di tutte le anime del partito. Evidentemente la Schlein ha saputo interpretare meglio una fortissima voglia di cambiamento. Mi auguro abbia un ruolo importante Stefano Bonaccini, non sono molte le figure serie e preparate come lui».
Anche il Pd di Porto Sant’Elpidio vive una frattura abbastanza profonda, non crede?
«Tensioni ci sono state, credo anche si siano vissuti momenti peggiori, se pensiamo ad un decennio fa. Ma penso che nessuno abbia voglia di tagliare il ramo su cui siamo seduti e pur nei contrasti, non ha mai prevalso la voglia di litigare. Sono convinto che andrà così anche stavolta».
Su che si giocherà la sfida elettorale per il suo successore?
«I cittadini valutano i candidati, scelgono la persona. Giustamente uno dei primi temi è lo sviluppo della città, che a mio avviso ha fatto tanti passi avanti, ha un’immagine più forte, anche per merito dei privati, degli operatori turistici, degli eventi. C’è un importante fervore artigianale. Sento spesso parlare di recuperare appetibilità per i grandi marchi. Il tema è serio, va detto che abbiamo dei limiti nelle possibilità di sviluppo di alcune aree imposte dai Ptc della Provincia nel 2010. E’ bello dire: attiriamo i grandi marchi, ma quelli non sono disposti ad aspettare che passi qualche anno per una modifica urbanistica».
Che città lascia Nazareno Franchellucci?
«Lasciamo cantieri pronti a partire con i fondi del Pnrr, chi arriverà troverà per alcune opere importanti la strada tracciata, dai lavori al mercato coperto all’ex Orfeo Serafini, c’è da incrementare il fondo per le scogliere che sono finalmente in corso. Credo che uno dei grandi temi da affrontare sia quello del welfare e di come un ente locale possa collaborare per portare servizi sanitari nel proprio territorio».
Che effetto le fa trovare un suo punto di riferimento politico come Paolo Petrini quale candidato sindaco e possibile successore?
«Se ripenso alle chiacchierate di 13 anni fa, avremmo sorriso di un’ipotesi del genere. Vedo come una fortuna per la città avere la possibilità di trovare un sindaco con quella capacità e quell’esperienza in un momento importante, con tanti grandi lavori da portare avanti. D’altra parte Paolo ha di fatto guidato la città per soli 5 anni, e lo ha fatto con risultati grandiosi. Questa è la fortuna di aver eletto sindaci giovani, rimane il tempo per un ritorno»
E Franchellucci che farà?
«Si candida consigliere nella lista del Pd, la passione per la politica e la pubblica amministrazione rimane. Ma non farò né l’assessore, in caso di vittoria, né il presidente del Consiglio comunale. Dedicherò più tempo alla famiglia. Per il futuro si vedrà».
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