di Serena Murri
Avviare il processo partecipativo del contratto di fiume per l’Ete Vivo. L’incontro, oggi pomeriggio nella sala consiglio della Provincia di Fermo, è servito per approfondire i vantaggi del contratto di fiume sul territorio. Alla riunione, coordinata da Noris Rocchi, erano presenti i sindaci di diversi Comuni: Servigliano, Santa Vittoria in Matenano, Porto San Giorgio, Monte Giberto, Montelparo, Monterubbiano, Altidona, Monteleone, Montottone, Belmonte Piceno. E non sono mancate le scintille: da Porto San Giorgio, l’assessore Fabio Senzacqua ha lanciato una stoccata agli assenti: «Dove sono il comune di Fermo e la Provincia?».
In assenza del Presidente della Provincia, Michele Ortenzi per impegni personali, ha aperto l’incontro Federico Spagnoli, in rappresentanza delle associazioni che hanno promosso l’iniziativa da due anni: «Superiamo la mentalità delle “Marche sporche” che risente della nostra educazione mezzadrile. Per il contratto di fiume c’è bisogno di aprirsi alla collaborazione tra enti, pensando al fiume Ete come unico ecosistema».
Giuliana Porrà, sindaca di Altidona, si occupa di contratti di fiume per la Regione oltre ad essere riuscita a realizzare il patto di fiume in Valdaso, con Altidona capofila, facendolo diventare un esempio virtuoso, soprattutto perché è stato un progetto pubblico-privato partito dal basso e fortemente voluto dagli agricoltori della zona. «Sono strumenti volontari – ha spiegato Porrà- e partono dai territori per loro volontà». In Regione ci sono già 14 contratti avviati, 6 in fase di programmazione, 3 i Comuni firmatari di accordo negoziato. Serve, però, maggiore attenzione da parte dei sindaci e degli enti chiave, a partire dalla Provincia come ente capofila e punto di convergenza del territorio.
In collegamento, è intervenuto anche Massimo Bastiani
, coordinatore del tavolo nazionale dei contratti di fiume che ha spiegato che il progetto nasce in Francia, con l’obiettivo di risolvere le tante criticità che un territorio presenta a livello idrogeologico e di gestione delle acque, dell’inquinamento e del rischio idraulico. Serve però sintonia verticale fra gli enti e flessibilità negli accordi per un processo che riporta decisionalità sui territori locali e progetti strategici per i territori, non solo per i singoli Comuni.
Per il comune di Porto San Giorgio, dove non è raro che il fiume Ete trasporti dall’entroterra rifiuti ed ogni genere, alberi e detriti che poi si riversano sulle spiagge, alle quali deve poi provvedere l’ente comunale, c’era l’assessore all’ambiente Fabio Senzacqua che non le ha mandate a dire: «Tutti abbiamo compreso le opportunità che il contratto di fiume ha sul territorio. Il fiume è importante ma dobbiamo parlare più concretamente. Di cosa parliamo se la Provincia anche questa volta è assente, così come il comune di Fermo? Dobbiamo parlare anche del fatto che se il contratto rappresenta un’opportunità, Porto San Giorgio ha un ufficio tecnico che non può gestire progetto e finanziamenti. Senza comune di Fermo e Provincia che s’impegnino concretamente come capofila, parliamo del nulla. Siamo in prima linea tutti i giorni per la pulizia del fiume a Porto San Giorgio, occupato per 300 metri dall’Ete. A preoccuparsi sono i cittadini. Cerchiamo di risolvere il problema per evitare le frane. I primi mesi, come amministrazione, siamo stati impegnati solo a ricreare fossi che non c’erano perché ad ogni piccola pioggia il fango ci invade. Al prossimo incontro auspico la presenza di Provincia e comune di Fermo perché abbiamo molto da fare, i due enti con i loro tecnici potranno occuparsi di ricerca e progettazione».
Meri Marziali, sindaca di Monterubbiano, ha confermato la validità del contratto di fiume: «Uno strumento di lungo termine che mette insieme gli obiettivi di tutti» a condizione che trovi l’impegno da parte del territorio. A crederci, anche il sindaco di Monte Giberto, Giovanni Palmucci: «O lo facciamo oppure no. Però il progetto ha un suo iter». Altidona è partita nel 2016, prima con l’unione di intenti e dal visionare le criticità del corso d’acqua.
Nel frattempo, è arrivata anche l’assessora fermana Maria Antonietta Di Felice, la quale inizialmente ha detto che «serve un incontro politico» tra sindaci per definire bene il da farsi. Subito dopo, tutti i sindaci presenti hanno confermato la loro adesione al progetto. A quel punto l’assessora Di Felice ha ribadito che il comune di Fermo «è interessato ma serve un passaggio interlocutorio ulteriore» che dati i mesi che sono già passati, andrà convocato il prima possibile.
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